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Emilio Lussu



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VITA:   Emilio Lussu, nato nel 1890 ad Armungia in provincia di Cagliari, partecipò   giovanissimo alla Grande Guerra come ufficiale di fanteria della Brigata Sassari. Credendo in quel che faceva, lo compì bene e fu più volte decorato al valor militare. La guerra finì nel 1918: Lussu che ne aveva tratto anche insegnamenti politici, l'anno successivo fondo il Partito sardo d'Azione, a carattere democratico, autonomista. Fu deputato nelle due legislature del 1921 e 1924, partecipando alla secessione dell'Aventino. Il suo antifascismo intransigente lo espose a feroci aggressioni. In una di esse, avvenuta nel 1926, trovò la morte uno squadrista che aveva preso parte all'assalto della sua casa cagliaritana.

Fu confinato poco dopo a Lipari. Ma vi evase nel 1929, insieme a Fausto Nitti e Carlo Rosselli. Con essi, a Parigi, fu tra i fondatori del movimento 'Giustizia e Libertà'. Tornato in Italia dopo l'8 settembre 1943, divenne uno dei grandi animatori della Resistenza (militando nel Partito d'Azione). Con la corrente di sinistra di questo partito, della quale era stato il leader, passò nel 1949 nelle file delPSI. È stato ministro nel governo Parri e nel primo gabinetto De Gasperi; senatore in più legislature. È morto nel 1975.



TITOLO: un anno sull'altipiano

TRAMA:  per dare al lettore di questa schedatura  un idea di quali siano le tematiche di questo libro, nessuna parola mi e sembrata piu adatta che riportare le parole dello stesso Lussu, scritte a Clavel- Davos nell'aprile del 1937 e riportate nell'introduzione del libro "un anno sull'altipiano" edito dalla biblioteca della nuova sardegna: " il lettore non troverà ,in questo libro,ne il romanzo,ne la storia. Sono ricordi personali, riordinati alla meglio e limitati ad un anno,fra i quattro di guerra ai quali ho preso parte. Io non ho raccontato che quello che ho visto e mi ha maggiormente colpito. Non alla fantasia ho fatto appello, ma alla mia memoria; e i miei comni d'arme, riconosceranno facilmente uomini e fatti. Io mi sono spogliato anche della mia esperienza successiva e ho rievocato la guerra cosi come noi l'abbiamo realmente vissuta, con le idee e i sentimenti di allora. Questo libro vuole essere solo una testimonianza italiana della grande guerra."

L'autore e riuscito a esprimere in poche righe ciò che io avrei detto in mille parole, infatti come lui ha fatto notare non si tratta di una vera e propria storia,di un gioco di immaginazione, bensì esso é una sorta di diario di guerra in cui l'autore, che é anche il protagonista, racconta un anno passato con il 399° battaglione della brigata Sassari sull'altipiano d'Asiago, sottolineando pero più che le vicende storiche, gli aspetti psicologici di tutti i personaggi che si trovano coinvolti nella guerra,

Il libro incomincia alla fine del maggio 1916, raccontando la guerra di trincea in pianura. Nel luglio del 1917 la brigata riceve l'ordine di trasferirsi sulle montagne, nella zona di Asiago. La notizia fu accolta con molta felicita dai soldati poiché tutti pensavano di non dover più fare la guerra di trincea; ma dopo un primo periodo di riposo si ritorna a combattere la solita guerra,contro un avversario, gli austriaci, ben muniti e attrezzati rispetto alle grezze armi dei nostri.

La vita di trincea e raccontata nei minimi particolari;gli stati d'animo,i gesti,l'appigliarsi a piccole superstizioni e l'inefrenabile voglia di cognac, fanno percepire al lettore l'ansia e la paura provata dai soldati. 

Per ogni giorno, ogni ora,ogni minuto che si riusciva a rimandare un combattimento,vi era la certezza di vivere del tempo in piu, ma vi era comunque la convinzione generale che la morte sarebbe stata, di li a poco, inevitabile. Essa era sempre in agguato,ti poteva prendere con se da un momento all'altro; come d'altronde succede nell'XI modulo in cui Lussu si incontra con un comno dell' università con cui aveva combattuto anche nel Carso; si intrattennero cosi in lunghi discorsi,in cui parlarono di cognac, del maggiore, dell'Odissea di Omero , sino a far scivolare la conversazione sui loro ricordi universitari. Tutto questo modulo e un modulo sereno,in cui vi e un alternarsi di sorrisi e risate profonde tra i due comni, che fanno quasi dimenticare al lettore che si sta combattendo una guerra, cosa che viene pero ricordata quasi tempestivamente da un colpo sparato dalle trincee nemiche. Rappresenta alla perfezione il sentimento di stupore-rabbia-tristezza una frase dell'autore: "io ho dimenticato molte cose della guerra, ma non dimenticherò mai quel momento. Guardavo il mio amico, sorridere, fra una boccata di fumo e l'altra. Dalla trincea nemica parti un colpo isolato. Egli piego la testa, la sigaretta fra le labbra e,da una macchia rossa, formatasi sulla fronte, sgorgo un filo di sangue. Lentamente, egli si piego su se stesso, e cadde sui miei piedi. Io lo raccolsi morto."("un anno sull'altipiano" cap XI 80 edizione "la nuova Sardegna")

Come ho gia detto l'alcol e un argomento frequente nel libro, esso era alla base della guerra,dava il coraggio per andare in contro alla morte, senza quello la paura era troppo forte; ma durante la narrazione vediamo descritte situazioni in cui neanche l'alcol riesce a scongere la paura: due soldati si sparano a vicenda per non partecipare ad un attacco contro gli ungheresi; un altro soldato,Marrasi Giuseppe finse di saper parlare il tedesco per farsi mandare in una postazione di intercettazione telefonica, ma una volta scoperto, fu mandato in punizione per 15 gioni in trincea,dove decise di disertare e passare al nemico, fu pero ucciso prima di passare la barricata austriaca; altri speravano di essere avanzati di grado per sottrarsi ai comandi piu difficili, e altri ancora si fecero ammazzare dal nemico pur di farla finita.



La narrazione, a differenza di quello che ci si poteva aspettare, non si conclude con la fine della guerra,bensì come era iniziata; a meta luglio il battaglione viene trasferito alla pianura di Bainsizza . e la guerra continua .



PERSONAGGI:   il protagonista e lo stesso autore,  è un graduato minore ma durante la narrazione verrà promosso comandante di battaglione.

Zio Francesco:"era il piu vecchio soldato della comnia:aveva fatto anche la guerra in Libia. I comni lo chiamavano zio Francesco perche ,oltre ad essere il piu vecchio, era padre di cinque li."( un anno sull'altipiano cap.II .20 edizione "la nuova Sardegna"). Egli partecipa a tutte le azioni per poter raggranellare piu soldi da poter mandare alla sua famiglia.

Generale Leone: un generale fanatico della guerra al punto da sacrificare dei soldati insanamente. Suscita molta antipatia tra gli altri soldati che addirittura complottano di ammazzarlo.

Santini: soldato morto dopo aver eseguito un assurdo ordine di leone

Mastini: "con Mastini eravamo alla stesa università, e veterani del Carso,ci vedevamo spesso anche sull'altipiano di Asiago"(Cap.XI .78)

Marrasi Giuseppe: soldato che a provato a evitare  la guerra in tutti modi, e verra ucciso mentre tentava di passare dalla parte nemica.

Vi sono inoltre una serie di ufficiali e comandanti che si alternano nella vicenda come Avvellini, Ottolenghi, Fiorelli, Melchiorri, Piccolomini, Carriera,


CONSIDERAZIONI PERSONALI: Dopo i primi moduli, in cui provavo la sensazione di essere stata catapultata in un mondo a me totalmente sconosciuto, ho capito che l'intento dell'autore non era quello di spiegarci e di renderci note le battaglie da lui combattute, bensì  quello di condannare la guerra e cercare di farci provare i sentimenti le emozioni e la paura vissuta da tutti i soldati in una qualsiasi guerra. Per capire il senso di questo libro non bisogna sapere obbligatoriamente il significato della parola corvee, o sapere quante stelle ha un maggiore e come è fatto un tubo di gelatina, bensi bisogna solo aprire il cuore e cercare di immedesimarci nella situazione; penso fosse questo lo scopo di questo libro: farci provare, anche se in modo infinitamente piu piccolo, le sensazioni della guerra, per cercare di farci capire quanto essa sia orribile sotto tutti gli aspetti, per invitarci cosi a stare dalla parte della pace.










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