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Giulio Stocchi - Guarda il telefono, Il cielo è alto, L'acqua scorre

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Giulio Stocchi

Giulio Stocchi è nato nel 1944. Ha studiato filosofia all'università statale di Milano e recitazione all'Accademia dei Filodrammatici. La sua attività poetica pubblica è iniziata nel 1975. Da allora, e per molti anni, i suoi palcoscenici sono stati le piazze, le fabbriche occupate, le manifestazioni popolari; oggi i teatri, le sale di conferenza, le università: ma sempre caratterizzando la sua poesia per un originalissimo contatto con il pubblico. Particolarmente attento alle valenze sonore della poesia, Stocchi ha pubblicato diversi dischi: "Il dovere di cantare" (Premio nazionale della critica discografica), "Punto e a capo", "La cantata rossa" per Tall el Zaatar (con la collaborazione del musicista Gaetano Liguori), "Da sogni e da città" sempre con Liguori. Ha pubblicato presso Einaudi il volume di versi e prosa "Comno poeta". E' in corso di pubblicazione presso la CUEC di Cagliari" L'altezza del gioco". Fa parte del Club Psomega che unisce artisti, filosofi, scienziati nello studio del pensiero inventivo. Ha partecipato con suoi saggi e poesie ai volumi collettivi "Il pensiero inventivo", Milano, Unicopli, 1992 e "La vita inventiva", Napoli, ESI, 1998, di cui è co-curatore.

"Guarda il telefono"

Guarda il telefono

mette una rosa nel bicchiere

si siede

considera i libri sullo scaffale

poi la macchia del soffitto

allunga meccanicamente la mano

accende la radio

canzonette

comunicati pubblicitari

cambia stazione

una voce legge

le notizie dall'assedio

di una città lontana

numeri indifferenti

bambini

donne

sospira

svuota i portacenere

torna a sedersi

spegne la radio

guarda il telefono

"Il cielo è alto"

Il cielo è alto

Sulla proda del fosso il cane

Annusa nel vento

 Cicale sospese

Hanno ripreso il canto

Eco larga luce lenta

 Nel riflesso dell'acqua

Elusiva un'ala

Lieve disegna

L'arabesco la scia

Al pesce e va via

 La strada alla camna

Unisce orizzonte e

Covoni una vestina avanza

Esaudisce una canzone




Donero' il mio fiore

A chi lo saprà curare

Nascerà il mio astro nella notte

Zenitale roteando poserà

Ai piedi del mio amore

Cio' di cui si parla

Cio' di cui si parla e che spesso

si dimentica è che infine

ognuno ha il diritto di abitare

il mondo nel tempo che gli è dato

sapendo che serberà il ricordo

di un fiore forse di un geranio

o di una nuvola quel giorno

come un sospiro sopra il lago

quando si strinsero le mani

in un pegno di speranza

e che il suo compito appunto

sulla terra in nient'altro consiste

se non nel proteggere un fiore

una nuvola un sospiro

"L'acqua scorre"

L'acqua scorre

e il sasso resta


Con la sua bambola

lungo il fiume

la bimba cammina

sussurra una canzone

bella da niente

che sarai regina

sarai luna

sarai stella

e il vento ti porterà

via

cucendoti un vestito

di rugiada e di viole

t'affidero' la mia ferita

perché sbocci come un fiore

con te saro' sovrana

dei regni dell'aurora

aquila danzante

alla periferia del sole

erba sottile

accarezzata dall'amore

farfalla taciturna

che s'incendia di colori bella da niente

che sarai regina

perché il mondo m'accolga

in un riso di stupore

Con la sua bambola

lungo il fiume

la bimba cammina

sussurra una canzone


E il sasso resta

ma l'acqua scorre






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