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Itaca - Analisi del testo 2

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Itaca

Analisi del testo 2


1 - Riassunto

L'autore parla del sapere, della conoscenza, metaforizzandola con Itaca. Bisogna sperare che la vita sia lunga per poter conoscere sempre più cose, in vari campi della cultura, imparandole dai sapienti. Le paure che si incontrano sul cammino non sono altro che fantasmi, ssi con le intenzioni nobili. La sapienza non dà beni materiali, ma non delude.


2 - Metafore

Itaca - La conoscenza
Si allude al viaggio di Ulisse, che aveva come obiettivo tornare ad Itaca, ma che durante il viaggio visitò molti luoghi, diverse genti, imparando.

Viaggio/Via - La vita, il trascorrere del tempo sulla terra, le esperienze
Infatti il viaggio di Ulisse fu il percorso, che prese molti anni della sua vita, carico di incontri ed avvenimenti.

Lestrigoni/Ciclopi/Poseidone - Le paure
Questi sono alcuni dei personaggi mitici che misero alla prova Ulisse durante il viaggio.

I mattini d'estate che . prima - I giorni in cui impari cose nuove.
I porti infatti rafurano settori sconosciuti, ancora da studiare.



Gli empori dei Fenici - Ancora, nozioni sconosciute.

Città dell'Egitto - Luoghi in cui si possono trovare i sapienti, persone che ne sanno più di te.
L'Egitto è facilmente associabile
all'immagine del popolo antico

custode di sapienza.


3 - Commento

La poesia si basa interamente sulle metafore, e soprattutto su quell'"Itaca" che viene ad indicare la sapienza, acquisibile solo con il tempo e la pazienza. Infatti oltre ad "Itaca", troviamo un'altra parola chiave, "via", che simboleggia la vita, il percorso di avvenimenti ed esperienze, che non deve essere affrettato. Mi ha particolarmente colpito il passo riguardante le paure, personificate nei Lestrigoni, nei Ciclopi e nel dio Poseidone, in cui l'autore afferma che in realtà gli ostacoli che incontriamo, sono creati o ingigantiti dal nostro cuore. Essi però spariscono se il nostro pensiero ed il nostro obiettivo diventano nobili ed alti, e se eliminiamo la loro presenza dall'animo. Questo presumibilmente è un consiglio che Costantin Kavafis vuole dare a coloro che si sono appena incamminati verso Itaca, i più giovani: molte sono le paure che ci assillano, i dubbi che dobbiamo risolvere. Questa poesia è stata scritta nel 1911, quando egli aveva 48 anni: è evidente che il poeta, avendola percorsa, conosceva la via per la sapienza, che ha voluto trasmettere alle nuove generazioni attraverso questa poesia.




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