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Itaca Per Sempre Di Luigi Malerba

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Itaca Per Sempre

Di Luigi Malerba


Biografia sull'Autore: Luigi Malerba è nato a Berceto (Parma) nel 1927. E' uno dei maggiori e più tradotti scrittori italiani del Secondo Novecento. Laureato in giurisprudenza, è giornalista, sceneggiatore cinematografico e televisivo, scrittore. Tra le opere della sua ricca produzione: Le pietre volanti (Rizzoli, 1992), Le maschere (Mondadori, 1994), Itaca per sempre (Mondadori, 1997), Le galline pensierose (Mondadori, 1994), Il viaggiatore sedentario (Rizzoli,1993). Nel 2002 è uscito per Mondadori 'Il circolo di Granada'.


Trama: Ulisse è tornato ad Itaca con la nave dei Feaci. All'inizio si guarda intorno spaesato, non riconosce la sua isola. Poi si accorge del degrado a cui è stata abbandonata. Travestito da mendicante prepara la tremenda vendetta contro i Proci, i pretendenti al trono che vogliono che Penelope scelga un nuovo sposo e quindi un nuovo re di Itaca,  inoltre abusano delle ricchezze del re assente e si divertono con le ancelle regali nella reggia di Ulisse. Per mettere in atto il suo piano ed assicurarsi la sua buona riuscita, Odisseo si rivela solo al porcaio Eumeo e al lio Telemaco, ma non a Penelope. In seguito ha un primo, lungo colloquio con Penelope. L'eroe appare come un vecchio vagabondo coperto di stracci e, raccontando alla moglie una serie di 'menzogne simili al vero', porta notizie verosimili dell'imminente ritorno di Ulisse. Pochi istanti più tardi, Penelope ancora presente, la nutrice Euriclea riconosce il padrone toccandogli, mentre lo lava, una vecchia cicatrice di caccia ma per volere del re cela la sua scoperta. Però Penelope riconosce Ulisse nei panni del mendico, e si indispettisce perché il marito, non rivelandosi, mostra di non avere alcuna fiducia in lei. La vendetta avviene poi con lo sterminio dei Proci, primo fra tutti Antinoo, giovane forte e arrogante. Penelope però continua a fingere di non riconoscere il marito pur dopo la sua rivelazione e risponde ai ricordi con i quali Ulisse cerca di provare la propria identità con implacabile ferocia logica, dimostrandosi argomentatrice superiore a lui. Ulisse rimane così preda del dolore, dell'incomprensione, dell'incertezza e del dubbio. Anche Telemaco non è più così sicuro dell'identità di quell'uomo. Battuto e ferito nel suo orgoglio di eroe, Ulisse decide di ripartire. Questa sua decisione, però, provoca il disperato richiamo e l'abbraccio di Penelope, che ormai è disposta ad accettarlo e riprenderlo come suo marito. Ulisse, tentato di adempiere alla profezia di Tiresia di un altro viaggio, compie invece il proprio destino restando in patria e mettendo a frutto la sua passione e la sua abilità nel narrare: affidato il governo a Telemaco, comincia a comporre, in collaborazione con il cantore Terpiade, quelle che saranno l'Iliade e l'Odissea.




Personaggi:

Ulisse: Il protagonista è l'eroe dell'esercito acheo che, dopo la caduta di Troia e durante il suo ritorno in patria, incontra ostacoli e affronta terribili avventure, restando in mare per dieci anni. Queste vicende non sono narrate nel romanzo. Infatti troviamo Ulisse già sulla spiaggia di Itaca, sulla quale è stato lasciato dai Feaci.

Poichè il romanzo è scritto sotto forma di diario, e quindi in prima persona, non esiste una vera e propria descrizione di Ulisse. Riguardo al suo aspetto fisico sappiamo della sua bellezza, anche se è un uomo già avanti con gli anni, e il suo sguardo vivo e penetrante. La sua caratterizzazione interiore è invece molto lunga, ma anch'essa non è espressa direttamente, ma attraverso i pensieri e le azioni del personaggio. Ulisse è furbo, intelligente, coraggioso e forte. Molti uomini lo hanno ammirato e continuano a farlo per questo. Il suo ingegno è 'multiforme', e il suo sangue freddo è leggenda. I suoi maggiori difetti sono l'arroganza, la sua curiosità al di là dei limiti possibili e la presunzione di capire tutto e tutti. Nello svolgimento della vicenda vediamo però anche un Ulisse turbato, indeciso, per la prima volta spiazzato, e sorpreso dalla moglie Penelope. Una serie di dubbi colma la mente dell'uomo che credeva di essere imbattibile. Infine accetta di perdere la sfida contro l'astuzia della donna, ma guadagna così anche la fortuna più grande: l'amore della stessa Penelope.



Penelope: Moglie di Ulisse, donna ancora bella e giovane, la cui astuzia è altrettanto strabiliante rispetto alla bellezza. Quando Ulisse la rivede per la prima volta, Penelope ha un fiore rosso nei capelli neri e lucenti e una tunica bianca di lino leggero sotto la quale si intravedono le forme perfette del suo corpo ancora giovane. Il suo viso le sembra molto più bello dell'ultima volta. Ha linee severe ed è 'levigato come il marmo'. E' senza dubbio una donna molto attraente.

Prima della venuta di Ulisse sotto le spoglie di mendicante, Penelope è una donna disperata. Sa anche nasconderlo molto bene, tanto che Ulisse si meraviglia di trovarla così fiorente e non consumata dal pianto. Invece Penelope aspetta con ansia il ritorno del marito, anche se ormai dopo dieci anni le speranze si riducono. Ha dovuto crescere il lio da sola e sopportare le continue insidie dei Proci, i suoi pretendenti, contro i quali escogita astuti inganni, come quello della tela. Quando vede Ulisse travestito, lo riconosce subito e si indigna dela fatto che Ulisse non le abbia rivelato i suoi piani. Si sente offesa dalla mancanza di fiducia nei suoi confronti. Così, la nostalgia del marito si tramuta in rabbia e rancore, e Penelope decide di 'vendicarsi' a suo modo. Fa finta di non riconoscerlo, nemmeno quando Ulisse si rivela. Vince la sua battaglia, quando la presunzione di Ulisse crolla. Però mostra comunque un grande amore verso il marito quando lui, deluso dalla moglie che non lo ha riconosciuto, ha deciso di andarsene. Il personaggio di Penelope è forse quello meglio riuscito del romanzo.


Telemaco: lio, di Ulisse, è un ragazzo alto e sottile, che Ulisse dice assomigliare piuttosto alla madre. Ha il carattere del padre, forte e coraggioso, anche se è ancora un adolescente e non riesce bene a difendersi del tutto contro coloro che insidiano sua madre. Però, insieme ad Ulisse, compie la sua vendetta e con questa azione compie una sorta di maturazione verso il successivo governo della patria e l'età adulta.


Eumeo: Il porcaio è uno dei servi di Ulisse rimastogli fedele dopo la sua lunga assenza. Odia i Proci e protegge Telemaco. E' uno dei primi a cui Ulisse si rivela e aiuta in ruolo indispensabile il suo re nella vendetta contro i pretendenti anche grazie all'aiuto di Filezio, altro amico fedele ad Ulisse.


Antinoo: Capo dei Proci, uomo senza dubbio bello, giovane e affascinante. Allo stesso tempo, però, è il più meschino e superbo fra tutti, e si ritiene già nelle grazie della regina Penelope mettendo addirittura in giro voci sulle sue presunte notti passate in sua comnia. Verrà ucciso per primo durante la vendetta del re di Itaca.


I Proci: Si può dire che tutti i pretendenti siano come un solo personaggio. Infatti hanno tutti le stesse caratteristiche: sono ambiziosi, disonesti e vili. Consumano tutti i beni del re Ulisse. Tra di loro vengono si distinguono specialmente Antinoo, il piu superbo, e Ctesippo, il piu ricco tra loro. Finiscono tutti uccisi violentemente da Ulisse, Telemaco, Eumeo e Filezio.


Euriclea: Vecchia nutrice di Ulisse, lo riconosce da una cicatrice che si era procurato durante una caccia col nonno Autolico. Ma deve mantenere il segreto rimanendo fedele allo stesso tempo al suo re Ulisse e alla sua amata padrona Penelope, facendo da tramite ai vari inganni che i due si scambiano.


Narrazione:

Il narratore è interno. L'autore segue la modalità del diario a due voci: la ura del narratore è impersonata ora da Ulisse, ora da Penelope. I pensieri dell'uno non sono noti all'altro.

Il ritmo del romanzo è piuttosto lento, poichè gli avvenimenti sono concentrati in un arco di tempo limitato. In più, molti avvenimenti vengono ripetuti due volte, una dal punto di vista di Ulisse e l'altra da quello di Penelope e ciò rallenta decisamente la narrazione. Ci sono alcuni passi in cui, però, il ritmo si velocizza e diventa incalzante, come l'uccisione dei Proci. Le sequenze riflessive predominano su tutte, essendo un romanzo di tipo psicologico, le seconde sono quelle narrative, terze le descrittive.

Il lessico utilizzato da Malerba è semplice, lineare e di facile comprensione. Non sono presenti tecnicismi, tranne rare eccezioni, ma sono invece molte le ure retoriche. Molte similitudini sono relative alla natura, proprio come nel poema omerico.


Fabula-Intreccio:

Considerando la vicenda in generale, fabula e intreccio coincidono spesso. Ci sono alcune analessi (ad esempio quando Euriclea riconosce Ulisse e viene raccontato l'episodio della caccia col nonno Autolico, oppure quando Ulisse ricorda la guerra di Troia) ma nessuna prolessi, per non rovinare l'atmosfera di mistero e di incertezza che avvolge il romanzo.


Spazio:

Tutta la vicenda si svolge ad Itaca, l'isola del mar Egeo della quale Ulisse è re. Ha la costa sassosa, la terra è arida ed è coperta di alberi spogliati dai venti marini, il cielo è colore del mare. Dalle montagne scendono a precipizio dei frammenti di pietra rossa e porosa portati qui dalle piogge. All'inizio Ulisse non riconosce la sua Itaca. Il paesaggio gli è estraneo, tutto è cambiato. Esso è descritto nei particolari dall'autore. Le strade sono deserte, sconnesse, tutto è in rovina. L'ambiente è simbolico se si considera Itaca come 'casa', luogo sicuro nel quale rifugiarsi dopo tanto dolore.


Valutazione personale:

A mio parere il romanzo è originale, scorrevole, molto avvicente. E' un libro giocato sulla teoria della mente. 'Itaca per sempre' è coinvolgente e particolare proprio per questo intreccio psicologico fra Ulisse e Penelope. L'unica cosa da sottolineare è il fatto che più o meno a metà della storia c'è come un blocco e la narrazione diventa un po' ripetitiva.

La vicenda fa venire fuori gli insospettabili limiti di un eroe che sceglie di diventare comune mortale. Primo tra tutti i limiti, la mancanza di fiducia nelle proprie e nelle altrui capacità. Mancanza che si manifesta pienamente nella decisione di ingannare Penelope e nella certezza che lei non potrà mai riconoscerlo. Mancanza di fiducia in se stesso, dunque, e nelle proprie capacità di tenere in vita l'amore della sua sposa. Limite che è proprio dell'uomo e che fa di Ulisse un personaggio un po' arrogante e innegabilmente vicino agli altri comuni mortali. E' infatti molto più facile immedesimarsi nelle insicurezze di Ulisse che nelle infallibili prove di forza. Ed è un personaggio decisamente più affascinante la Penelope astuta e calcolatrice, di quella del poema, moglie fedele e ingenua. E' la battaglia tra i due sposi che Malerba porta avanti tra le ine del suo romanzo. Una battaglia in cui l'amore è necessariamente il mezzo e il fine.




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