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LA FIERA DELLA VANITA' di William Makepeace Thackeray

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LA FIERA DELLA VANITA' di William Makepeace Thackeray


BIOGRAFIA AUTORE:

William Makepeace Thackeray nacque a Calcutta nel 1811. Rimasto orfano a 4 anni del padre, un alto funzionario della Comnia delle Indie Orientali, studiò alla Charterhouse School di London, e a Cambridge, senza però completare gli studi universitari. Dopo al cuni viaggi sul continente (incontrò anche Goethe a Weimar), tentò la carriera forense ma continuava a preferire la comnia di letterati e artisti. La abbandonò, anche perché nel 1832 potè entrare in possesso del suo patrimonio: andò a Paris a studiare disegno e iniziando l'attività giornalistica. Perse tutta la sua fortuna al gioco, dovette arrangiarsi come giornalista e caricaturista. A Paris incontrò e sposò, dopo un breve fidanzamento, la diciannovenne Isabella Shawe, che divenne poi prototipo di molte dolci e indifese ure femminili che appaiono nei suoi romanzi. Divenne corrispondente Parisno del 'Constitutional'. Tornato in Inghilterra nel 1837, cominciò a pubblicare articoli e romanzi su diversi giornali (Fraser's magazine, Punch, ecc.) usando diversi pseudonimi (Yellowplush, Titmarsch ecc.). Intanto la salute della moglie cominciò a peggiorare, e nel 1840 si manifestò una grave forma di malattia mentale che la fece finire per il resto della vita in manicomio. La drammatica fine del suo matrimonio, e la morte della madre, costituiscono l'episodio fondamentale della sua vita. Morì a London nel 1863. La sua attività di scrittore inizia con una serie di articoli per giornali, e di romanzi pubblicati su vari giornali. Tra essi la serie di bozzetti Le sectiune di Yellowplush (The Yellowplush pa pers, 1838) per la rivista «Fraser's magazine», e 'The Paris sketchbook' (1840). Nel 1840 la cesura data dalla malattia della moglie. Nel 1842 inizia la collaborazione con il giornale umoristico «Punch», con una serie di articoli e schizzi satirici intitolata Gli snob inglesi visti da uno di loro (The snobs of England by one of themselves), raccolti poi nel volume Il libro degli snob (The book of snobs, 1855) che rappresentano una spietata e minuziosa denuncia delle menzogne sociali e dei difetti umani. E' Thackeray che dà al termine snob il sinificato che ne diamo oggi noi. Al romanzo Le memorie di Barry Lindon (The luck of Barry Lindon, 1844: uscì in edizione definitiva nel 1856 con il titolo di 'The memoirs of Barry Lindon') in cui la diffidenza thackerayana contro la retorica romanticista porta a presentare un personaggio così poco eroico come Barry Lindon, seguì. Il primo romanzo di Thackeray non ebbe successo. L'opera cui è legata la sua fama, Fiera delle vanità (Vanity fair, 1848). Il romanzo narra le vicende di due ex comne di scuola, Becky Sharp e Amelia Sedley. Becky è intelligente, coraggiosa, arri vista astuta e di pochi scrupoli: sposa il lio di un baronetto e si fa abilmente strada nell'alta società. Amelia è virtuosa ingenua e insipida, un po' sciocca: dopo la rovina finanziaria del padre sposa il fidanzato George Osborne, fatuo e egoista, solo per l'intervento di un altro corteggiatore, il capitano Dobbin, che impedisce al giovane di rimangiarsi la parola. George cade a Waterloo, e Amelia giura fedeltà alla sua memoria. Quando l'amica le rivelerà che George l'ha tradita anche con lei, Amelia si de cide a sposare il devoto Dobbin. Straordinario quadro satirico della vita inglese del primo ot tocento, il romanzo rappresenta attraverso le vicende parallele delle due protagoniste le colpe di una società che premia solo l'ipocrisia. Meno inquietanti, ma di buon livello, le opere successive: i romanzi semi- autobiografici Pendennis (1848-l850) e I nuovivenuti (The Newcomes, 1853-l855). E gli ambigui e raffinatissimi romanzi storici ambientati nel XVIII secolo: Henry Esmond (1852) e il suo seguito I virginiani (The virginians, 1857-l859). La Ballata di Bouillabaisse (Ballad of Bouillabaisse, 1849) è una rievocazione piuttosto patetica delle sua passata felicità coniugale con la moglie. Tra le operette burlesche, si ricordano: Una leggenda del Reno (A legend of the Rhine, 1845), Rebecca e Rowena (1850), La rosa e l'anello (The rose and the ring, 1855). Diario di viaggio è Da Cornhill al Gran Cairo (1848), frutto del viaggio in vaporetto compiuto nel 1844 insieme a un amico del Reform Club di London. Il viaggio lo condusse da Lisbona, Cadice, Gibilterra, Malta, Rodi, Costantinopoli, Beirut, Gerusalemme, Giaffa, Alessandria, fino a Napoli. Un viaggio all'insegna della satira e del sarcasmo contro le mode e gli atteggiamenti posticci occidentali, ma anche con la scoperta della diversità e alterità dell'Oriente: «quando ci si aggira tra i nidi delle aquile e si vedono le prodigiose uova che esse depongono, noi uccelli più piccoli non possiamo evitare di provare un certo qual senso di frustrazione». Nel 'Cornhill Magazine', che Thackeray diresse nel 1860-l862, apparvero alcuni dei suoi migliori saggi, i 'Roundabout Papers'. Il migliore dei suoi libri di critica e 'Gli umoristi inglesi dell'Ottocento' (The English humourists of the eighteenth century, 1853). Thackeray è scrittore aspro e amaro, ma accettò i limiti imposti al realismo dal rispetto delle convenzioni vittoriane. La sua satira rimane stretta nell'esigenza moralistica di una correzione dei costumi all'interno dell'etica borghese. E' anche per questo compromesso di fondo che, nonostante le grandissime doti di scrittore, la maestria nella creazione dei caratteri, la padro nanza del linguaggio e dello stile, Thackeray non riuscì mai a stabilire con i suoi lettori un rapporto così immediato come quello del suo grande rivale Dickens.




TRAMA ROMANZO:

La trama è incentrata sulla vita di due ragazze: l'una, Becky Sharp, disposta a tutto pur di farsi avanti nella vita; l'altra, Amelia Sedley, dolce e remissiva. Becky tenta dapprima di irretire il fratello di Amelia, poi, ostacolata nei suoi propositi, suscita la senile passione di un ricco signore che la vuole in moglie, ignorando che la ragazza è già segretamente sposata con uno dei suoi li. La caratteristica che rende questo uno dei romanzi più importanti nella storia della letteratura inglese del XIX secolo è la presenza di una protagonista non più tutta virtù o vizio, ma una nuda realtà quotidiana in cui vale più il buon senso che un deviante sentimentalismo.





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