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LO STILNOVO (1275)

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LO STILNOVO


La nuova corrente poetica tradizionalmente indicata come "dolce Stil Novo" si sviluppa nel fertile crocevia culturale che nel corso del Duecento lega le città di Bologna e Firenze.

Il bolognese Guido Guizzinelli è il precursore dello Stilnovo.

In Toscana si ricordano oltre a Guido Cavalcanti e Dante anche Lapo Gianni, Cino da Pistoia e Dino Frescobaldi.

La lirica stilnovistica si fa interprete dell'esigenza dei nuovi ceti altoborghesi sviluppatisi soprattutto a Firenze.


Gianfranco Contini (1900) attribuisce per primo allo Stilnovo il carattere di scuola poetica.

La selezione dei temi, comune ai componimenti dei diversi poeti come l'immagine della donna- angelo e la fenomenologia d'amore, assumono maggiore importanza.


Nella canzone di Guizzinelli (Al Cor Gentil Rempaira Sempre Amore) ritenuta una specie di manifesto della nuova tendenza poetica ricalca il motivo della gentilezza legato intimamente a quello dell'amore: solo l'uomo dotato di cor gentil può vivere l'esperienza amorosa.

La rivendicazione di una nobiltà dello spirito in luogo di quella legata al sangue era già sa in alcuni trovatori provenzali.

Con lo stilnovo ci troviamo in un ambito cittadino.

I poeti dello stilnovo rifiutano qualsiasi altro tema che non sia quello amoroso.


Protagonista assoluta della poesia stilnovistica è la ura femminile, che diviene uno strumento vero e proprio di rinnovamento morale e spirituale per l'amante. L'azione salvifica della donna si esercita non solo sull'amante, ma anche su tutti coloro che le si avvicinano ai quali ella dona la salvezza attraverso il saluto.

La ura femminile appare del tutto smaterializzata, priva anche di quegli attributi fisici presenti in modo stilizzato nei componimenti siciliani.




Il sentimento amoroso appare così come via privilegiata di elevazione morale. Il poeta tributa alla donna lodi che spettano solo a Dio e alla Vergine.


L'attributo "Dolce" vuol dire proprio l'uso di una sintassi piana e lineare: la scelta di una lingua cittadina (il fiorentino) ma colta e raffinata, la rinuncia a forme plebee e un limitato uso di artifici retorici.

Nettamente diverso dal Trobar clus di guittone e dei suoi seguaci. Lo stesso Dante critica aspramente il linguaggio municipale e plebe, l'assenza di conoscenze filosofiche e scientifiche, l'insufficienza dell'ispirazione dei Guittoniani.

Gli stilnovisti privilegiano la canzone, il sonetto e la ballata.


I richiami alle nozioni filosofiche la complessità delle similitudine tratte dal mondo della scienza e della cosmologia esigono dal pubblico un livello culturale elevato


Nella poetica stilnovistica l'influenza dalla filosofia aristotelica-tomista è particolarmente evidente nella produzione poetica di guido Cavalcanti. L'amore è infatti concepito come "accidente".

L'amore in Cavalcanti è dunque rappresentato come terribile esperienza disgregatrice dell'interiorità individuale.

I topoi del saluto che dona all'amante la salute e della lode della bellezza femminile assumono in cavalcanti una decisa impronta pessimistica. In questa particolare visione dell'amore si può cogliere la distanza dello stilnovismo Cavalcantiano rispetto a quello dantesco. In alcuni componimenti (esposti nella forma metrica della "pastorella") l'incontro con ure femminili di umile origine permette al poeta di abbandonarsi a una vibrante  sensualità.


Del tutto particolare l'esperienza di Dante dove la vicenda amorosa viene trasformata in un itinerarium mentis in deum, in un mistico viaggio  dell'anima verso Dio compiuto grazie alla donna amata.





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