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LUIGI PIRANDELLO

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LUIGI PIRANDELLO.

Uomo d'ordine e inesorabile demistificazione.

L'opera di Pirandello interessa 2 generi letterari: narrativa e il teatro;

Opera definita "rivoluzionaria": realizza un'azione di rinnovamento sul piano della tecniche letterarie e dei moduli espressivi (Il fu Mattia Pascal ha poco a che fare col romanzo ottocentesco) e sul piano ideologico con un'opera di continua, inesorabile demistificazione, attacca valori, convenzioni e istituzioni;

Pirandello e Svevo vengono riconosciuti tardi, a metà degli anni '20, quando gli interessi culturali italiani si aprono ai contatti con 1 letteratura europea che aveva espresso la crisi dei valori tradizionali;



Nasce il 28/6/1867 a Agrigento: padre gestiva alcune zolfare e la madre era di famiglia di commercianti;

Compie gli studi liceali, si laurea alla facoltà di lettere, si sposta a Roma, dove insegna stilistica italiana;

1934: gli viene conferito il premio Nobel à muore 2 anni dopo;

produzione giovanile: testimonia la sua formazione patriottico-risorgimentale à le idealità liberali e risorgimentali si scontrano con la deludente realtà politica di fine '800 e lui partecipa a quella delusione post-risorgimentale, propria di altri autori (Carducci, Verga) ma la vive con una tensione e radicalità particolari;

la moglie riporta una crisi nervosa destinata ad aggravarsi col tempo: si manifesta con un'ingiustificata, patologica gelosia à l'infermità di mente della mente della moglie pone dinnanzi a Pirandello problemi di vita sofferta che poi diventeranno materia di ispirazione artistica;

nel 1924 chiede la tessera fascista: scelta, della quale non si riescono a capire le ragioni à forse è da collegare alle idealità patriottiche frustrate o alle posizioni antidemocratiche;

Dimensione intellettuale "rivoluzionaria " si accomna con una vita regolata. "borghese", da uomo d'ordine à contraddittoria coesistenza: è da interpretare come il tributo che Pirandello ava alla propria convinzione della necessaria separazione tra vita e letteratura, alla propria refrattarietà ad accettare l'estetistica contaminazione tra arte e vita perseguita da D'Annunzio e da altri decadenti;


Principi di poetica e modalità di rappresentazione.

Vasta produzione: varietà di vicende, situazioni, personaggi;

I capisaldi sono:

Ø  polemizza con l'estetica crociana, fondata sulla distinzione delle categorie dello spirito e dei vari momenti della conoscenza;

Ø  valorizza il ruolo essenziale che nella creazione artistica gioca la riflessione;

Ø  la componente riflessiva si pone dinnanzi al sentimento, lo analizza, ne scompone l'immagine: da questa scomposizione sorge il sentimento del contrario, da cui ne deriva la perplessità;

Ø  il sentimento del contrario permette di cogliere attraverso la riflessione la complessità del reale, di scinderne ed isolarne le varie contraddittorie componenti, di percepire quale vita palpita e soffre dentro le strettoie delle forme, di andare ben oltre il fenomenico, al di là che in prima istanza cade sotto i nostri sensi;

Ø  l'intervento della riflessione, mettendo in luce la molteplicità del reale e andando oltre l'apparenza fenomenica si risolve:

  1. nel superamento, nella liquidazione di un principio essenziale del verismo: l'esistenza di una realtà oggettiva concepita come un autonomo dato di fatto da rappresentare;
  2. nella negazione, tipica della cultura del decadentismo, del valore conoscitivo della ragione: introduce una visione non più statica ma dialettica del reale, rappresenta una realtà oppostamente interpretabile priva di una sua oggettiva consistenza;

"L'esclusa": primo romanzo, narra la storia di una donna che viene cacciata di casa dal marito perché ritenuta ingiustamente adultera e viene riammessa proprio quando l'adulterio lo ha commesso à storia sulla concezione non più univoca della realtà: ne deriva il contrasto tra apparenza e realtà, lo sfaccettarsi della condizione dell'uomo;

Ø  l'esperienza della depersonalizzazione dei personaggi prandelliani consiste nella scoperta e nella consapevolezza del valore fittizio delle forme e delle impalcature che ci alienano da noi stessi, in una sorta di attonita coscienza dell'assurdo del vivere:

"La carriola": il protagonista di fronte alla targa sulla porta di casa, con il suo nome e cognome e altri titoli, ha un'illuminazione e vive questa situazione di "alienità";

Ø  mettere a nudo la convenzionalità dei valori accettati, dei ruoli assunti e subiti, dalle istituzioni che reggono la vita associata à opera pirandelliana è una continua e inesorabile demistificazione;

Ø  due aspetti fondamentali, reciprocamente correlati, dell'arte pirandelliana: grottesco e pietà à la poetica dell'umorismo apre la via ad un ribaltamento di prospettive: l'accanimento grottesco volto a svelare i gusti prodotti dall'incongruenza delle convenzioni trascolora nella pietà, nella dolente comprensione per le grigie e dolenti esistenze stritolate da quei meccanismi, per la "pena di vivere così";

Ø  coesistenza di toni e atteggiamenti: dalla constatazione dell'assurdo di vivere Pirandello trae motivo di dolente fraternità con l'uomo, vittima di tale assurdo;

Ø  la Sicilia è un costante riferimento: a differenza della tradizione veristica siciliana (Verga) che mira alla messa in luce dei meccanismi sociali, della fisionomia e della dinamica delle classi, Pirandello mirava ad altro: attraverso l'uomo della provincia siciliana, oppresso da una società angusta, costretto a muoversi entro una pania di pregiudizi arcaici, sofista per la necessità di aprirsi un varco attraverso la prigione dei tabù della collettività locale, insicuro e scettico per esperienza fallimentare di secoli, egli rappresentava la crisi dell'uomo moderno à sicilianità diventa paradigma della contemporaneità;

Ø  gli atteggiamenti mentali, la concezione del mondo, la poetica di Pirandello trovano un'espressione artistica nella narrativa, soprattutto nei primi due decenni del secolo e dopo nel teatro;

Ø  rapporto fra ideologia e modalità che regola nel complesso la produzione: la concezione che PIrandello ha della realtà , la perenne coscienza della polivalenza e della contraddittorietà degli avvenimenti comportano forme narrative diverse da quelle del romanzo ottocentesco, che si fondava sul presupposto di una realtà oggettiva e certa, sul rapporto di causalità;

Ø  le posizioni pirandelliane, testimonianza e nel contempo coscienza di una crisi comportano una destrutturazione delle forme narrative tradizionali e la conseguente adozione di modalità atte a rendere sul piano artistico la perplessità dell'autore e la contraddittorietà, la molteplicità e l'indecifrabilità del reale;

Ø  personaggio scisso, alienato, che non più capace di un fiducioso e operoso rapporto con la realtà, finisce col conurarsi come inetto, come incapace o impossibilitato a realizzare la propria identità: Mattia Pascal, Uno nessuno, centomila (approda al rifiuto integrale del suo stato sociale e dei suoi obblighi);

Ø  modalità narrative: la prosa non spicca per armonioso equilibrio ma si segnalano dissonanze, modulazioni ellittiche ed imprevedibili, sottesa da una contaminazione di registri linguistici e da asprezze sintattiche, si ricorre al discorso indiretto libero per metter a nudo l'aggrovigliata interiorità dei personaggi, lo scardinamento della successione cronologica, la contaminazione dei generi letterari à prosa espressionistica;

Ø  nelle novelle subentrano sempre più temi più specificamente pirandelliani: l'angosciosa inconoscibilità del reale, la folgorante coscienza della convenzionalità che opprime l'essere umano, il vagheggiamento nostalgico di un'evasione impossibile, l'impasto difficile tra grottesco e pietà;

Ø  costante è sempre la "pena di vivere" dell'impossibilità di realizzare, nella realtà data, la pienezza della propria identità;

Ø  guardando al complesso della sua produzione, sembra che a Pirandello interessi descrivere un punto di arrivo più che motivare come e perché si sia arrivati a questo dato di fatto.


Un teatro "altro".

Nella produzione teatrale ritornano i temi che abbiamo già incontrato nella produzione narrativa e che costituiscono la sua specificità: solitudine esistenziale e l'incomunicabilità derivanti dal relativismo gnoseologico, l'oppressione e la lacerazione dell'individuo provocata dalle convenzioni, dai valori costituiti, il reciproco integrarsi di grottesco e pietà nella rappresentazione della vita;

Forma narrativa e forma teatrale si integrano a vicenda;

Il teatro pirandelliano rispetto alla produzione del tempo si distingue:

perché introduce una visione non più statica ma dialettica del reale, cioè una realtà oppostamente interpretabile e per questo priva di oggettiva consistenza;

perché i suoi personaggi, impegnati nello scontro dei loro divergenti punti di vista sulla realtà hanno tutti di conseguenza un carattere raziocinante: la commedia assume l'aspetto di un dialogo filosofico e siamo così a quel "teatro di idee" di cui Ibsen era stato l'iniziatore.



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