italiano |
Considerazioni sul mondo, uomo, Dio, storia e verità dall'Antichità all'Età moderna
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Antichità |
Cultura biblica |
Medioevo |
Età moderna |
Mondo |
È struttura chiusa entro frontiere invalicabili e la natura è sede del sacro e i suoi fenomeni inspiegabili sono base del sentimento religioso |
È creato da Dio, che lo governa dal suo inizio alla fine ma è l'uomo che ha il primato su tutte le cose |
È una realtà fisica che fa parte di un cosmo dove hanno posto gli uomini ( spiriti incarnati ) e gli angeli ( puri spiriti ) e la natura fisica è subordinata agli esseri spirituali |
Diventa regno dell'uomo che lo domina con la scienza e con la tecnica. Ha leggi proprie che non dipendono da Dio (= desacralizzazione della natura ) |
Uomo |
È soggiogato da forze misteriose della natura selvaggia e identifica fenomeni della natura con la divinità (0 crea miti cosmogonici ) |
È direttamente creato da Dio quindi a lui sottomesso per legge naturale e per legge positiva ( comandamenti ) |
È membro della Chiesa prima che cittadino della società civile. C'è una priorità della legge divina ed ecclesiastica sulle leggi civili |
L'io diventa misura dei valori della vita, fede e scienza si separano fino ad ignorarsi o polemizzare |
Dio |
È in molte divinità ( politeismo ) percepite come immanenti al mondo fisico e non si tratta di dei personali ma di demiurghi ( Platone ) |
Non è solo il Dio della natura, ma è il Dio della storia e prende l'iniziativa dell'alleanza, della rivelazione e della redenzione |
È presente nel mondo ma lo trascende ed è percepito magicamente nei fenomeni naturali e negli eventi dolorosi ( peste, carestie e morte ) |
Non è più il Dio personale biblico ma l'Assoluto ( deismo ) che è ammesso come ente supremo perché la ragione non lo considera un assurdo |
Storia |
È ciclica, a immagine del tempo cosmico; è soggetta all'eterno ritorno senza progresso, senza un inizio e una fine |
Ha un inizio certo ( la creazione ) e avrà una fine certa ( parusia ) e la storia dell'uomo coincide con la storia dell'essere salvato da Dio |
È teatro dell'azione potente, amorosa o vendicatrice, di Dio ; la necessità prevale sulla libertà |
È guidata dalla libera intraprendenza degli uomini e degli stati ; essa è aperta ad un futuro di progresso illimitato ( utopia ) |
Verità |
Consiste nell'adeguamento rassegnato alle forze della natura ; nasce più dalla contemplazione che dal ragionamento |
È quella rivelata da Dio mediante fatti salvifici e parole profetiche |
È quella dettata dall'autorità e trasmessa dai Padri ; la teologia è la scienza che accerta la verità |
È quella scoperta mediante l'indagine filosofica e scientifica. Filosofia e scienze si liberano dalla teologia |
La situazione dell'Europa del '600 non appare delle più floride. La seconda parte del secolo è segnata da una grave crisi economica : gli effetti della guerra dei Trent'anni, il calo demografico, le carestie e la peste si sommano, moltiplicando i loro effetti disastrosi. La circolazione della ricchezza si riduce e si immobilizza nei beni fondiari. La mobilità sociale che aveva caratterizzato il secolo precedente si irrigidisce. La situazione agricola è drammatica e contribuisce all'esodo e allo spopolamento delle camne. Nelle città si diffonde il fenomeno del pauperismo, e la crescente povertà si traduce in tensioni sociali e talvolta rivolte. Nell'Europa settentrionale la risposta alla crisi consiste nel tentativo di razionalizzare la produzione agricola e soprattutto nell'espansione della rete dei commerci con le Americhe e l'Asia. Lo scenario snolo è invece segnato da una profonda arretratezza e da una crisi economica e finanziaria che, oltre a dissanguare le risorse delle colonie, contribuisce ad impoverire anche l'Italia. Nelle camne, soprattutto nel Meridione, dominato dagli snoli, si assiste al fenomeno della rifeudalizzazione. La depressione sociale ed economica finisce per riconsegnare il potere nelle mani dei vecchi ceti baronali, creando quella situazione di permanente arretratezza i cui effetti devastanti perdureranno fino al periodo postunitario.
Il Seicento è il secolo della Rivoluzione Scientifica, quella in cui si afferma un nuovo modo di concepire la Scienza
Il metodo conoscitivo sperimentale ed induttivo di Galileo mise a soqquadro filosofie,
teologie e scienze. Alla base della conoscenza umana non c'era più una verità colta dal
pensiero umano nella natura o nella religione, bensì il dubbio sistematico quanto al pensiero
umano sul mondo e la fiducia nell'osservazione oggettiva del mondo.questa rivoluzione
nella ricerca della conoscenza umana produsse una tendenza inversa a quella medievale: se
prima si cercava di adattare i fatti alle idee, oggi si procede a rovescio, con la scienza
dell'osservazione sistematica e della sperimentazione si adattava per lo più ogni idea logica
o astratta ai fenomeni naturali. Si tendeva cioè a spiegare ogni fenomeno, anche religioso
con relazioni causa-effetto di origine materiale, naturale. Gradualmente si realizzo una
separazione più profonda tra la scienza, la filosofia e la teologia. Nacque l'ideologia secondo
cui ogni fenomeno può avere due spiegazioni: una scientifica e una religiosa. La Chiesa
stessa cadde in questa ideologia : siccome la Bibbia diceva che Dio aveva fermato il sole ciò
significava che era il sole a girare intorno alla Terra e non il contrario come affermava
Copernico o Galileo, i quali erano nell'errore e dunque da considerare eretici. Da parte laica
vi fu la stessa dipendenza ideologica: le affermazioni religiose in particolare quelle bibliche
quanto all'origine della natura, dell'uomo, del cosmo, sono spesso smentite dalla evidenza
oggettiva dell'osservazione scientifica.
La rivoluzione scientifica del '600 tende a rendere autonoma la scienza dalla religione. Opponendosi alla cosmologia aristotelica, la concezione copernicana e quella galileiana di fatto si opponevano alla dottrina ufficiale della Chiesa, la quale si ispirava alla posizione geocentrica della tradizione aristotelica. Nel 1616 la Chiesa, attraverso la Congregazione dell' Indice, sospese le opere che sostenevano la teoria eliocentrica e diffidò Galileo dal diffondere le tesi. Arrivò solo a concedere che la visione copernicana venisse assunta come ipotesi matematica: ma negò risolutamente che essa offrisse una vera rappresentazione dell' universo. Infatti, non solo l'autorità aristotelica, ma vari luoghi della Bibbia facevano riferimento all'immobilità e alla centralità della Terra e al movimento del Sole intorno ad essa. Da tutta la controversia tra Galileo e la Chiesa risulta però chiaro che la linea di demarcazione tra verità scientifica e religione non è più tracciata dalla Chiesa, ma dalla scienza.
IL TEATRO DEL MONDO : il '600 è il secolo in cui predomina la mutevolezza delle prospettive, l'instabilità del punto di osservazione, mai centrato come accadeva nella concezione prospettica rinascimentale: la fine dell'antropocentrismo è ormai una realtà con cui fare i conti. Il teatro diviene una delle metafore più eloquenti.
IL CANNOCCHIALE E LA REALTA' : il cannocchiale diviene sinonimo dell'atteggiamento dei contemporanei, è la metafora per rappresentare la possibilità di percepire ciò che a prima vista non si vede. Non è quindi utilizzato come risorsa tecnica per le indagini degli scienziati, ma rappresenta la possibilità di una visione ravvicinata che ci porta più addentro al mistero delle cose, è strumento di disinganno che aiuta a vedere ciò che sta dietro le apparenze.
LO SCIENZIATO E I SEGRETI DELLA NATURA : la realtà non si presenta più come nel '500, epoca in cui veniva esaltata la capacità intellettuale dell'uomo di svelarne il mistero. La nuova visione, inaugurata da Galileo e dagli altri scienziati è un complesso ed intricato labirinto, che non si rivela da solo, senza l'iniziativa interpretativa dell'uomo. La natura sfugge, per cui lo scienziato viene spesso rappresentato metaforicamente come un cacciatore. Immagini e metafore analoghe si ritrovano in Giordano Bruno ( De lampade venatoria ) o nel celebre apologo galileiano che si legge nel Saggiatore, in cui il filosofo appare come un viandante in cerca della verità.
L'UOMO NEL COSMO INFINITO : la nuova scienza galileiana proietta l'uomo in una nuova dimensione, quella dell'infinito. L'uomo si sente cacciato dalla sua posizione al centro dell'universo, dell'immobilità e della stabilità che gli era garantita dal sistema tolemaico. La nuova visione dell'universo genera la consapevolezza di una straordinaria modernità, il fascino dell'avventura e della scoperta, ma anche l'angoscia per una precarietà che spesso si riverbera sulla letteratura e sulla poesia.
ANTICHI E MODERNI : nel corso di questo secolo si sviluppa una polemica tra antichi e moderni che percorre la querelle di fine secolo. Non solo rari i lodatori del buon tempo antico, coloro che vedono il presente soggetto a un inarrestabile e catastrofico declino. A questa corrente se ne aggiunge un'altra esaltatrice del presente e della modernità.
INVESTIGAZIONE DELLA REALTA' : a una concezione del mondo e della natura fondata su un complesso di nozioni filosofiche e metafisiche rielaborate dalla scolastica sulla base di Aristotele ed altri quali Ippocrate, Galeno e Tolomeo, Galileo contrappone un metodo di analisi della realtà che nasce dalla ricerca sperimentale: ci si basa cioè sull'osservazione dei fenomeni e sulla loro traduzione in rigorose misurazioni matematiche. Fin dai primi anni del '600 intorno alla ura di Galileo si raccolgono molti intellettuali e scienziati, interessati a mettere in pratica la lezione di metodo e ad approfondire il valore della ricerca. Un grande divulgatore come Lorenzo Magalotti, ma soprattutto Francesco Redi, poeta ed accademico della Crusca, modellano l'italiano sulle nuove esigenze della comunicazione linguistica attraverso una prosa chiara, rigorosa ed elegante.
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