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Lisabetta da Messina

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Lisabetta da Messina

Questa è la quinta novella della quarta giornata sotto il reggimento di Filostrato, il tema riguarda "coloro i cui amori ebbero infelice fine".

La protagonista della novella è Lisabetta, una giovane ragazza molto bella ed educata, che viveva a Messina insieme ai suoi tre fratelli, mercanti assai ricchi poiché avevano ereditato tutte le fortune del padre. Lisabetta, nonostante la sua bellezza e il suo fascino non è ancora maritata e presto s'innamora di un aiutante dei fratelli di nome Lorenzo, il quale dimostrò subito di contraccambiare i sentimenti della giovane.

Una sera uno dei tre fratelli, recandosi presso la stanza di Lorenzo, con enorme fastidio scopre che Lisabetta di notte si fermava a dormire con Lorenzo. La mattina seguente ne parla con gli altri fratelli, e tutti insieme decidono di far finta di non sapere nulla, almeno finché non avessero eliminato definitivamente colui che rappresentava un'onta per la sorella e per tutta la famiglia. Così un giorno i tre conducono con l'inganno Lorenzo fuori città, lo portano in un luogo isolato, lo uccidono e lo seppelliscono. Tornati a Messina diffondono la notizia di averlo mandato lontano per portare a termine alcuni affari, cosa a cui tutti credettero facilmente visto che erano soliti farlo.

Lisabetta, vedendo che Lorenzo non tornava a casa, comincia a chiedere sue notizie ai fratelli in maniera sempre più insistente, senza ricevere risposta alcuna. Sempre più preoccupata e triste, la ragazza piange in continuazione per il suo amore, finché una notte lui le appare in sogno, dicendole che i suoi tre fratelli lo avevano ucciso, e quindi di non aspettarlo oltre, e dopo averle spiegato con precisione il luogo in cui era sepolto, se.



Il giorno seguente, senza avere il coraggio di affrontare i fratelli, Lisabetta si dirige verso il luogo che Lorenzo le aveva indicato in sogno e trova il corpo del suo amante. Sapendo di non potergli dare degna sepoltura, ne taglia il capo dal busto e lo porta con sé.

Arrivata casa mette la testa dell'amato in un bel vaso, lo riempe di terra e pianta numerosi rami di basilico salernitano, che da quel giorno in poi innaffia con nient'altro che acqua profumata o le proprie lacrime. Questa sua ossessione per quel vaso di basilico viene notata da alcuni vicini, i quali informano i tre fratelli che, dopo aver più volte rimproverato la ragazza, decidono di sottrarle il vaso.

Rendendosi conto della privazione Lisabetta impazzisce, e non fa altro che piangere e chiedere indietro il vaso ai fratelli, cosa che li sorprende a tal punto da voler capire a tutti i costi cosa avesse di tanto speciale questo vaso:  versata la terra, trovano sul suo fondo i resti della testa di Lorenzo, e per paura che questo fatto si venisse a sapere, dopo aver risotterrato la testa trasferiscono tutti i propri affari a Napoli.

Nel giro di poco tempo, Lisabetta muore continuando a piangere e a domandare del vaso, e con lei muore il suo grande amore.




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