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Mario Rigoni Stern



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Nasce l'1/11/1921 a Asiago, comune dell'altopiano anonimo, costituito da sette comuni che formano una zona a sé dal Veneto. Stern si trova "isolato" dal mondo Veneto a cui fa parte.

A 17 anni, nel 1938, decide di arruolarsi volontario nel corpo alpino di Aosta, non con l'idea di partecipare alla guerra, ma per trovarsi "collegato" con le sue Alpi. L'anno successivo scoppia la guerra e il corpo alpino parte verso il fronte. La sua armata va in Francia, ma successivamente si trasferisce in Albania e poi in Russia. Sul fronte orientale l'armata non va molto bene e nel '43 quando le truppe fanno la ritirata vengono accerchiati e si trovano in una "sacca" come Eugenio Corti. Nella sua armata lui, non avendo studiato è sergente nella carriera di sottufficiale. Lui è uno dei pochi che esce vivo dalla sacca ma, nel '43, mentre torna, l'Italia firma l'armistizio con gli Americani e si stacca dalla Germania, quindi gli alpini hanno nuovi nemici: i tedeschi. Stern viene quindi arrestato e mandato in campo di concentramento. Egli ha cognome ebreo ma non essendo stato circonciso viene risparmiato perché non viene considerato tale, e sta in campo di concentramento non per essere sterminato ma per prigionia, dove lui esegue il lavoro forzato. Stern lascia il campo di concentramento nel '44 e trova impiego nel comune di asiago nel settore del catasto, si sposa, ha dei li e nel '53 ritrova alcuni fogi che utilizzava come diario nel campo di concentramento , ci lavora apportando modifiche al linguaggio e lo porta alla Einaudi per farlo pubblicare. Questo libro viene approvato con il titolo di "Il sergente della neve" e Vittorini, colui che promuove il libro, soprannomina Stern come lo "scrittore non di vocazione". Il primo tema su cui Vittorini lavora è quello delmemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria, e il sergente della neve viene proprio pubblicato come "opera di memoria".



Stern dice che scrivere lo ha aiutato a superare il fatto che così tanta gente sia morta, per liberarsi di cose brutte anche se in ciò ci sono anche cose belle.

Stern nei suoi libri non inserisce mai la parola "nemico" perché secondo lui le armate avversarie non erano nemiche. Fra Rigoni Stern e Corti ci sono molte cose in comune.

I libri di Stern sono costruiti con il metodo della GEOPOETICA, cioè della letteratura geografica. Egli infatti definisce l'uomo il "frutto della terra in cui vive", per lui è importante l'origine, la radice di tutti noi.






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