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Orlando Furioso

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Orlando Furioso

la struttura è simile a quella dell'Orlando innamorato di Boiardo.

All'interno dell'Orlando si procede per storie parallele e i tre principali filoni sono:

Orlando

Ruggiero

lotta tra ani e cristiani.

All'interno dei canti abbiamo il fenomeno dell'entrelacement, cioè l'aggrovigliarsi dei percorsi narrativi.

Sono anche presenti esempi di metaletteratura, ovvero di storie, novelle inserite all'interno dei filoni principali.

Ci sono episodi particolari che hanno importanza primaria perché finalizzati a intenti encomiastici nei confronti degli Estensi (Es: Merlino indica a Bradamante i discendenti degli Estensi).

Ogni canto presenta un esordio di natura simile a quella delle satire, infatti fa considerazioni generali di carattere morale e politico.

Sono talmente forti le vicende cesellate nei filoni ed i filoni che la cornice, ovvero la lotta tra il bene ed il male, diventa secondaria.



In Ariosto infatti non abbiamo una visione del mondo manichea, anzi abbiamo una visione tollerante del ano.

Altro tema importante è il tema dell'inchiesta: tutti gli eroi che noi incontriamo vanno in cerca di qualcosa (molto spesso profano Es: Orlando cerca  Angelica).

L'inchiesta è il motore della narrazione, ciò che si insegue però o delude le aspettative o è irraggiungibile.

Significativo a questo proposito è il palazzo di Atlante.

L'inchiesta all'interno del palazzo è normalmente inconcludente e circolare e genera la frustrazione e l'errore che si manifesta in tre maniere:

etimologico: Orlando innamorandosi erra lontano dall'accampamento

morale: errando dall'accampamento viene meno alla sua funzione di paladino

intellettuale: Orlando diviene furioso.

Il tema dell'inchiesta influisce sia sul tempo che sullo spazio.

Lo spazio coinvolge più o meno tutta l'ecumene.

I paladini girano alla ricerca ampliando lo spazio delle scene.

La rappresentazione spaziale è orizzontale, il movimento del cavaliere avviene tutto sul piano terreno.

Il movimento dei personaggi è circolare ed i cavalieri hanno infinite scelte (libero arbitrio).

Ci sono infiniti movimenti.

Lo spazio è una medaglia a due facce:

l'uomo è libero di scegliere

è frustrante e labirintico.

Ecco che qui la fiducia umanistica nelle infinite possibilità dell'uomo si incrina; l'uomo infatti può scegliere ma non sa quale sia la scelta giusta.

Si inizia a pensare che l'uomo sia in balia della sorte, infatti il Furioso inizia nella selva, che simboleggia le infinite possibilità, come labirinto, dell'uomo.

Il tempo è aggrovigliato, non è lineare, c'è un ampio utilizzo di analessi e prolessi.

La struttura temporale è centrifuga, la pazzia di Orlando è simbolo della fine del progetto umanistico.

Lo spazio ed il tempo hanno un valore simbolico: esistenza dell'uomo e le infinite scelte labirintiche a cui è sottoposto.

La realtà è infatti un labirinto di infinite possibilità ed è infatti simboleggiata sin dall'inizio con la selva.

Ariosto contrappone caos e cosmos.

Il disegno complessivo del Furioso complessivo è registicamente molto ordinato infatti l'entrelacement non è mai casuale, questi personaggi sono infatti posti simmetricamente, ogni vicenda sta in un dato posto perché l'insieme deve dare un preciso disegno.

Ariosto racconta i singoli filoni avendo già una idea complessiva del romanzo.

Capiamo il suo intento perché, come abbiamo già detto, c'è un sistema di simmetrie; esiste un dominio registico della materia, Ariosto sa dove vuole arrivare.

Ariosto esprime più volte il principio di unità nella molteplicità, infatti si definisce un buon suonatore, ovvero colui che sa armonizzare le differenti storie e vicende.

Questa idea collima con l'idea dell'artista demiurgo rinascimentale.

Analizziamo varie simmetrie:

Orlando cerca la donna amata e Bradamante l'uomo amato

Orlando ama in termini di amor cortese mentre Bradamante in termini di amore sacro

Orlando impazzisce e Bradamante anche credendo di essere stata tradita dall'amato

Orlando conosce un percorso di degradazione Ruggiero di elevazione

Rodomonte ed Orlando, i due paladini dei due eserciti diventano folli

Angelica ed Olimpia prede dell'orca e salvate entrambe in extremis.

Questo gioco di simmetrie palesa un progetto unitario.

I filoni narrativi, tutti, trovano una conclusione.

Infatti l'Orlando Furioso prende il nome di poema epico (perché provvisto di conclusione) cavalleresco (per i suoi temi).

Ariosto ci fa capire che vuole finire il poema da vari elementi visibili all'interno del poema:

confitta di Atlante (fondamentale perché era colui che generava continui inganni, e quindi era la molla del costituirsi di nuove narrazioni)

nella seconda parte si vede che le sequenze narrative sono più lunghe rispetto alla prima parte

l'inchiesta nella seconda parte diventa una ricerca intellettuale (Astolfo cerca il senno di Orlando sulla luna)

si ha la conversione di Ruggiero, cioè la svolta che porta alla celebrazione dell'eroe epico che sarà il fondatore della casa degli estensi.

La materia dell'Ariosto da una impressione labirintica e nasce da una visione pessimistica dell'Ariosto dove l'uomo è destinato allo scacco perché la sua vita è governata dalla fortuna e dal caso.

D'altra parte c'è il cosmos dell'arte, infatti l'uomo almeno nell'arte potrà creare un simulacro ordinato.

Per Ariosto l'unico ordine possibile è nella letteratura dove si crea per mezzo dell'arte un ordine perfetto che non c'è nell'arte.

L'arte è salvifica e risarcirà l'uomo del caos della realtà.

Nell'Orlando di Boiardo i valori cortesi erano stati riadattati al contesto cortigiano.

Invece nel periodo di Ariosto (1520) la civiltà cortigiana è in una crisi irreversibile ed il mondo cavalleresco è definitivamente perso ed irrecuperabile.

L'unica soluzione è rifugiarsi in un mondo fittizio: l'arte.

D'altra parte non vuol dire che la sua sia solo un opera di evasione perché la storia romanzesca è la scusa per parlare delle condizioni dell'uomo, di etica, del rapporto tra uomo e realtà e della molteplicità della realtà, per riflettere sulla realtà dominata dalla fortuna capricciosa, per proporre un'opera in cui si fa vedere che almeno nell'arte la ragione qualcosa può, per dire che l'uomo che non sa adattarsi alla fortuna diviene pazzo, per parlare di amore idealizzato e carnale.

In Ariosto non c'è solo il gusto del fantastico, tramite questo gusto ci dice che la realtà è molteplice, e perlomeno nell'arte c'è il dominio della realtà.

Nella realtà di tutti i giorni la visione è più pessimistica.

Orlando è ognuno di noi quando perseguiamo ciò che abbiamo idealizzato ma che in realtà non esiste.

Ci dice che spesso ha la meglio l'irrazionalità sul razionale.

Orlando è impazzito perché non ha saputo accettare la realtà e ha continuato a vedere l'Angelica che non esisteva, ha continuato a seguire ideologicamente la sua strada.

Ariosto è il contrario dell'intellettuale cortigiano, chi riesce meglio è chi è pragmatico e si adatta alla realtà non chi segue esclusivamente i proprio sogni senza razionalizzare.

Il palazzo di Atlante esplica questo concetto, infatti l'episodio è stato costruito per farci capire che la realtà è molteplice ed è ingannevole, infatti cerchiamo cose che realmente non esistono.

L'errare umano è visibile nel perseguire cose che la realtà non ci offre.

Ariosto è un osservatore della realtà meno positivo, che trasforma la chansons de gestes in un romanzo che è una metafora del reale spiegandoci la realtà con la poesia, divertendoci ed educandoci allo stesso tempo,

ci deve far capire che è una finzione non-finzione e cioè una metafora e per farcelo capire non si identifica con la narrazione.

La finzione non ci avvolge totalmente per farci capire che questa finzione mira a spiegarci la realtà.

Per spiegarci la realtà utilizza lo straniamento: la visione della realtà di Ariosto è differente da come la vedono i suoi personaggi e la sua diversa visione la rende in due maniere:

critica; Ariosto giudica i suoi personaggi e commenta sia in positivo che in negativo

limita il proprio statuto di onniscenza, molte volte finge di non sapere.

Questi due elementi si possono riassumere con una espressione: ironia ariostesca, che esprime uno sguardo disincantato e sornione dell'autore.

Lui racconta qualcosa che non condivide narrando i fatti a volte addirittura con compassione.

Questa ironia viene rafforzata dall'abbassamento della materia, Ariosto infatti fa vedere che questi personaggi sbagliano e a volte capovolgono i valori (Es: Orlando dopo la scoperta dell'amore di Angelica per Medoro dorme su un letto di ortica).

L'ironia è lo strumento per guardare criticamente la realtà, e non la usa perché la storia che sta narrando lascia Ariosto indifferente ma perché sorridendo su di loro vuole dirci chi sono e perché fanno determinate cose.

Ariosto descrive i proprio personaggi dividendoli in sublimi (come Orlando che non desiste mai dall'idealizzare Angelica e di vederla come descrive la donna il Bembo negli Asolani, trasformando la realtà e perdendo conseguentemente il senno) e pragmatici (come Ferraù che aspira ad Angelica ma trova un oggetto intermedio e si accontenta adattandosi alla realtà ed avendo così il successo).

Però Ariosto non parteggia per nessuno dei suoi personaggi, anzi mette in luce gli aspetti negativi di  entrambe le parti:

chi idealizza troppo perde il senno

chi si accontenta non gode.

Ariosto ci mostra un pluralismo prospettico del futuro, non adotta, infatti, un solo punto di vista ma ce ne mostra molti.

Ha un atteggiamento critico e polifonico della realtà (Es: nel ventinovesimo canto critica le donne e nel trentesimo esalta gli aspetti positivi delle donne per non cadere nell'errore di Orlando).

La lingua e la metrica sono in linea con l'ideologia del poema, infatti anche esse sono molteplici.

Nell'ultima edizione adotta il modello bembiano inserendo però il lessico colloquiale, se pure formalmente sceglie Bembo si avvicina all'anticlassicismo nel riprendere il lessico più aderente alla realtà, si ha quindi un plurilinguismo che differisce da quello dantesco perché Dante crea dei contrasti voluti e forti per creare un effetto sul lettore, mentre in Ariosto i contrasti forti non ci sono, crea infatti solo contrasti mediati per rendere il passaggio morbido perché vuole dire che almeno nell'opera d'arte il caos vuole diventare cosmos e che almeno li la molteplicità può divenire unicità e sceglie l'ottava proprio perché si presta alla fluidità della materia narrata.




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