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RELAZIONE DEL LIBRO "LA CASA IN COLLINA" DI CESARE PAVESE

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Relazione del libro


La casa in collina"


di Cesare Pavese


Cesare Pavese nasce a Santo Stefano Belbo, un paese delle Langhe in provincia di Cuneo, il 9 settembre 1908. Trasferitosi a Torino con la famiglia, compie qui i suoi studi, dove verrà in contatto con Antonio Monti, suo professore negli anni del liceo, e ura di rilievo della Torino antifascista. Si laurea molto giovane con una tesi su Walt Whitman. Nel 1933 sorge la casa editrice Einaudi al cui progetto Pavese partecipa con entusiasmo. Nello stesso periodo vive una storia d'amore con una giovane donna impegnata nella lotta contro il fascismo, una relazione compromettente sul piano politico, che gli costerà un anno di confino. Nel '36 e la sua prima raccolta di poesie "Lavorare stanca", a cui seguirà un periodo fecondo: continua a scrivere racconti brevi, si interessa di politica frequentando gli ambienti antifascisti. Tuttavia gli orrori della guerra lo inducono a rifugiarsi per due anni nel Monferrato, tra le colline, presso la sorella. Dopo un periodo di apparente serenità, segnato dall'adesione al partito comunista e dalla ripresa della sua attività editoriale alla Einaudi, Pavese cade in depressione e non riuscirà a reagire al senso di vuoto e di solitudine che lo porteranno al suicidio nel 1950.



Nel romanzo "La casa in collina", si racconta di Corrado, un professore di scienze; egli vive in una casa sulle colline sovrastanti Torino con due donne, madre e lia, che si prendono cura di lui. Corrado sente molto il periodo storico che sta vivendo, lo si può notare da alcuni suoi comportamenti con gli amici e soprattutto con Cate, una donna che faceva parte del suo passato e che ora è risa nella sua vita con un lio, che ha stranamente il suo nome.

La donna mette spesso alla prova Corrado sulla sua posizione politica, cercando di suscitare in lui maggiore sensibilizzazione ai discorsi politici che si svolgono alle 'Fontane', locanda gestita da Cate.

Ma alcuni fatti lo portano a mutare la sua vita e le sue idee, uno di questi è la fuga che deve compiere per non farsi catturare dagli occupanti nazisti, che stanno rastrellando le colline dove lui vive e che hanno già catturato i suoi amici partigiani delle 'Fontane'.

Nel collegio di Chieri, dove si rifugia, per potersi salvare dalla cattura rinnega il proprio lio, che Cate gli aveva affidato, perché la ragazza aveva trovato in lui una grande fiducia e stima da potergli affidare la cosa più importante.

Il lio, pur essendo ancora in tenera età, dimostra più sicurezza e fermezza nelle proprie scelte del padre (o presunto padre): infatti fugge dal collegio per unirsi ai partigiani, mentre Corrado fugge dal collegio per tornare sulle sue colline, per scampare alla guerra. Nel suo ritorno assiste a un'imboscata tesa dai partigiani ai fascisti diretti verso la Repubblica di Salò, e la vista del sangue e dei corpi senza vita risveglia nel protagonista quei sentimenti che neppure l'arresto e la deportazione, o forse l'uccisione, dei suoi unici amici erano stati capaci di far nascere. Dopo questa esperienza giunge finalmente a casa e scopre che ha vissuto un'intera vita nell'isolamento.

Le tematiche principali descritte in questo libro sono la guerra, il coraggio di combattere per il proprio Paese degli amici di Corrado e la vigliaccheria del professore, che, non adempiendo ai suoi doveri morali, abbandona Dino al proprio destino e decide nonostante tutto di tornarsene al suo paese natio.

Il periodo storico nel quale è ambientato il romanzo è quello della Seconda Guerra Mondiale, più precisamente l'estate del 1943,  periodo in cui la popolazione civile era chiamata a fare una scelta precisa in campo politico: se stare dalla parte dei fascisti e dei nazisti oppure prendere parte alle organizzazioni clandestine di gruppi di partigiani; questi anni furono caratterizzati da una vera e propria guerra civile.

Nel romanzo è presente una forte contrapposizione tra collina e città, due ambienti che hanno caratterizzato in modi differenti sia Corrado sia l'autore. La prima è il luogo dove si concentrano tutti  i miti infantili, mentre la seconda rappresenta la solitudine, il luogo dove avvengono brutali eventi che nascono dalla volontà umana.

Si distinguono: il bosco, posto in cui Corrado preferisce passare il suo tempo libero, in comnia del l' affidabile cane Belbo; le Fontane, l'osteria, uno spiraglio di luce durante la terribile guerra, dove si trascorrono in comnia, cantando e ballando, alcuni momenti della giornata; la casa di Elvira, dove Corrado passa le nottate mentre è in città; la casa di Corrado, quando egli decide di ritornare alle colline di Santo Stefano Belbo; la scuola e le strade nella città di Torino, un luogo da cui bisognava scappare se si voleva sopravvivere ai bombardamenti.

Corrado, il protagonista, durante tutta la vicenda è combattuto da un turbamento interiore. Frequenta l'osteria con gli amici per rievocare il passato, ma non riesce a superare il suo isolamento; preferisce evitare la partecipazione attiva alla guerra a fianco dei partigiani e raramente esprime la sua idea politica, tanto attesa dagli amici delle Fontane che confidano in un intellettuale.

La  guerra è per lui interminabile, vorrebbe parteciparvi in modo attivo ma non lo fa e per questo si sente in colpa. Rassegnato cerca la salvezza da questo tormento interiore tornando nelle Langhe; spera così di trovare la pace dell'età passata.

Gli altri personaggi importanti presenti in questo libro sono: Cate, un amore del passato di Corrado e un personaggio con il quale egli costruisce un rapporto molto maturo, soprattutto verso la fine del romanzo. Si capisce che Cate prova ancora qualche sentimento per Corrado, ma fino alla fine non rivelerà se Dino sia o no suo lio. All'inizio, quando Cate riconosce Corrado, prova diffidenza e un po' di freddezza, perché nel passato lui l'aveva solamente usata. Corrado la trova molto cambiata, più sicura e brusca nel comportamento rispetto alla ragazzina insicura che era stata un tempo. Una caratteristica molto importante di questo personaggio riguarda il coraggio, in quanto riesce a mantenere la calma anche nei momenti più drammatici, pensando sempre al bene del lio prima che al pericolo. Dino, un personaggio molto importante nel romanzo. E' un bambino vispo, allegro e molto intelligente. Corrado nota subito una somiglianza tra i suoi modi di fare e quelli di Dino tanto che comincia ad avere sospetti sulla sua possibile paternità. Dino nasce e cresce in un periodo di guerra durante il quale prevalgono mentalità a senso unico e non ci sono grandi aspettative per il futuro. Cate invece spera e tenta di fare in modo che il proprio lio diventi importante professionalmente.

Alla fine però Dino non segue i progetti che ha per lui la madre, ma con l'entusiasmo e gli ideali tipici dei giovani, si unisce, nonostante la sua giovane età, alla lotta partigiana sulle colline. Elvira, una donna sui quarant'anni, che vive in una casa in collina con la madre. Qui si rifugia Corrado la sera per sfuggire ai bombardamenti. La donna lo riempie di attenzioni, che in realtà non sono altro che un modo di dimostrargli il suo amore, nella speranza che tutte le sue premure vengano un giorno ricambiate con un po' di affetto. Corrado si accorge di questo ma non ricambia, anzi, cerca di sfuggirle sia perché non l'ama, sia perché una persona che come lui ha paura di legarsi si sente oppressa da queste continue attenzioni. Nonostante Elvira sia apparentemente debole ed incapace di dominare le situazioni ma rassegnata a subirle, sarà proprio lei a salvare Corrado quando in pericolo di vita dovrà nascondersi per sfuggire ai fascisti. Quello di Elvira è un personaggio sorprendente che, pur di riuscire a proteggere il suo amore, riesce a portare alla luce anche un lato sconosciuto del suo carattere: quello di donna calma, coraggiosa, intraprendente, razionale. Belbo, il cane di Elvira, e con Corrado si instaura un rapporto molto intenso: attraversano insieme i boschi, vivono in contatto diretto con la natura. È proprio mentre si trova in collina con Belbo che Corrado riesce a riflettere, a ritornare con  la mente alla sua infanzia. Egle, una ragazza che vive con la sua famiglia di ceto benestante vicino alla casa di Elvira. Si tratta di una giovane spensierata, allegra, sveglia e fin troppo consapevole delle problematiche della guerra. Le sue idee politiche però non sono nient'altro che la ripetizione di quelle della sua famiglia: considera i partigiani dei sovversivi, li accusa di voler continuare una guerra già conclusa, di essere la causa delle sofferenze e dei danni economici della sua famiglia. Fonso e gli altri partigiani rifugiati alle Fontane, persone semplici che tuttavia dimostrano un grande coraggio nel partecipare alla lotta politica e nel difendere i loro ideali. Non lottano con la disperazione di chi non ha più nulla da perdere ma anzi con la forza e la determinazione di chi vuole cambiare il mondo ed è convinto di poterci riuscire. Lucini e Castelli , due professori entrambi colleghi di Corrado ma caratterialmente molto diversi: Lucini, pur avendo tendenze fasciste, vuole poter essere in grado di passare dalla parte del vincitore al momento della fine della guerra, chiunque esso sia. Con le sue idee però riesce a convincere il suo collega Castelli, a cui interessava solo poter mantenere il suo posto di professore, a commettere mosse azzardate che lo porteranno all'arresto. Lucini al contrario mantiene tranquillamente il suo posto, nonostante il suo comportamento ambiguo e scorretto.

La conclusione della vicenda è una riflessione del protagonista, Corrado, che si rende conto che non avrebbe più rivisto le colline delle corse e dei giochi, del rapporto intenso con la natura, ma quelle dove si organizzava la Resistenza, dove si moriva per un ideale che lui per tanto tempo aveva represso e respinto e dove l'orrore della morte superava le ideologie politiche di ogni persona.

Solamente quando tutte le persone si renderanno conto dell'inutilità, dell'ingiustizia della guerra, essa potrà finalmente finire e tutti piangeranno gli uomini caduti in guerra, senza distinzione alcuna.

Il linguaggio usato in questo libro è semplice, fruibile e popolare. Il discorso diretto è presente, anche se lascia spazio alle numerose e lunghe descrizioni.

Il narratore del romanzo è interno, in quanto assume il discorso in prima persona ed è presente nel racconto come personaggio principale. Il punto di vista del narratore infatti è a Focalizzazione interna, perché coincide con quella di un personaggio.

Il narratore non coincide con l'autore, anche se sono presenti numerosi tratti autobiografici, che permettono di accostare la ura di Corrado a quella di Cesare Pavese.

Infatti anche Pavese ha quarant'anni, è un insegnante quindi è un intellettuale, cerca rifugio sulle colline del Monferrato durante il periodo fascista.

"La casa in collina' tratta del costruirsi della Resistenza, e dei sentimenti del protagonista; il libro è ambientato nelle colline delle Langhe dove Pavese è nato; durante tutta le sua vita cerca in quell'unica camna i ricordi delle prime esperienze infantili, della natura, dei primi contatti con le cose che creano nella coscienza il legame con la terra d'origine.

La personalità di Pavese è caratterizzata dalla solitudine vista come qualcosa da cui è necessario evadere ma che egli accetta come segno del destino.

L'opera , anche se molto significativa nei contenuti , poiché rappresenta un vero e proprio quadro sia della personalità dell'autore sia della situazione politica italiana di metà '900, purtroppo non riesce a coinvolgere del tutto il lettore. A differenza di molta altra critica , la quale evidenzia un'assenza fondamentale della trama , io credo invece che quest'ultima sia presente ed avvincente in alcuni tratti, e lascia nel lettore un filo di suspance che infine però non viene apato: non si potrà mai sapere se Dino è veramente suo lio (anche se è molto probabile), e neanche quale sarà il suo destino.


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