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Recensione Novecento, Alessandro Baricco

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Recensione



Titolo del libro: Novecento

Nome dell'autore: Alessandro Baricco

Casa editrice: Feltrinelli

Prima pubblicazione: 1994




Alessandro Baricco, nato a Torino nel 1958, si cimentato a scrivere varie tipologie di libri tra cui opere di argomento musicale ("Il genio in fuga.Sul teatro musicale di Rossigni", "L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin") e romanzi di successo ("Castelli di rabbia", "Oceano mare", "Senza sangue").

Il libro "Novecento" è, invece, un testo teatrale, scritto sotto forma di monologo, in quanto, quasi tutta la storia è narrata da uno dei personaggi del libro, che la rivede in un lungo flashback.

I fatti narrati si svolgono a bordo di un piroscafo, il Virginian, all'inizio del secolo e, soprattutto nel periodo storico compreso tra le due guerre. L'epoca è solo accennata e anche l'imbarcazione non è descritta ampiamente, ma è facilmente accomunabile alle altre navi che ad inizio novecento trasportavano tra Europa ed America persone di tutte le classi sociali: miliardari, emigranti e gente qualsiasi.



Il libro rievoca, tramite un flashback di Tim Tooney, la vita del pianista Danny Boodman T.D.Lemon Novecento: aveva pochi giorni, quando fu trovato da un marinaio nero di Philadelphia sul pianoforte della prima classe della nave, in una scatola di limoni che riportava la scritta' T.D. Lemon', da cui ebbe origine parte del suo nome. Ad otto anni dal ritrovamento rimase nuovamente orfano poiché Danny morì, colpito da una carrucola nel mezzo di una burrasca.

Il bambino, poiché non era mai sceso dalla nave, era sconosciuto al mondo, così il capitano, giunto a Southampton, chiamò le autorità portuali per registrarlo all'anagrafe.

Però, proprio quel giorno, Novecento sparì, per poi riire una sera, all'insaputa del capitano, nella sala da ballo a suonare stupende melodie tra la commozione dei passeggeri.

Nel 1927 salì sulla nave, come trombettista, Tim Tooney.Ritrovatosi in una burrasca, Tim, preso dalla paura, decise di uscire dalla sua cabina, ma non conoscendo la nave si perse; incontrò Novecento, che lo portò nella sala del pianoforte, a cui tolse i fermi, e iniziò a suonare, guidando lui stesso, con la sua musica, la direzione del piano, che si muoveva a causa della violenta burrasca. Tuttavia, alla fine della melodia, entrambi si trovarono dietro le quinte, ripresi dal capitano per il rumore e per aver messo sottosopra la sala.Da quella sera Tim e Novecento, che ormai aveva già 27 anni, diventarono grandi amici e il pianista confidò al suo interlocutore che nonostante non fosse mai sceso da quella nave, conosceva molte cose di varie città, poiché sapeva "leggere le persone" e cogliere le loro principali emozioni mentre descrivevano le proprie avventure.

Nel 1931 salì a bordo del Virginian Jelly Roll Morton, che si definiva l'inventore del jazz, per sfidare in un duello Novecento, la cui fama di grande pianista si era sparsa in tutti e due i continenti in cui si fermava la nave; mentre Roll dava il meglio di sè, Novecento dapprima suonò un brano per bambini, poi copiò quello dello sfidante, ma infine vinse poichè suonò talmente velocemente che il pubblico rimase stupefatto e zitto come in un incantesimo.A causa della sconfitta Morton rimase per tutto il viaggio nella sua cabina, senza vedere nessuno per la vergogna.

Qualche tempo dopo il pianista decise di scendere a New York per vedere il mare da un altro punto di vista, tuttavia, al momento di andare a terra per la prima volta, si fermò a metà della scaletta e tornò sulla nave, mentre Neil O'Connor lo derideva.

Nel 1933 Tooney, scaduto il suo contratto, scese dalla nave per sempre, ma prima suonò a lungo con Novecento, per dirsi tutto ciò che con le parole non si riesce ad esprimere.

Tim non seppe più nulla del Virginian, fino a quando ricevette una lettera da parte di O'Connor, che lo informava che la nave sarebbe stata fatta esplodere, ma che Novecento non era sceso, perché voleva morire li dove era nato: sulla nave; allora Tim prese il treno per Plymouth e quando arrivò trovò l'amico seduto su una cassa di dinamite e nonostante tentasse di fargli cambiare idea, Novecento rimase irremovibile e morì nell'esplosione.

Riepilogando Danny Boodman T.D.Lemon Novecento è una persona dalle qualità eccezionali: in alcune situazioni è di poche parole, timido, timoroso delle sfide, ma di solito deciso, generoso, attaccato ai suoi valori. Non scende mai dalla nave, ma per le sue capacità intuitive riesce a descrivere posti che non ha mai conosciuto, solo osservando i passeggeri del Virginian, e poi con la fantasia li visita mentre accarezza i tasti del pianoforte e suona melodie straordinarie.

L'autore ha usato per questo libro una sintassi semplice, facilmente comprensibile, facendo prevalere la paratassi ed un lessico colloquiale e moderno, non ampolloso, scegliendo aggettivi molto appropriati ed efficaci.

La narrazione è in terza persona e il punto di vista è a focalizzazione interna perché seguiamo i fatti attraverso il racconto di Tim Tooney, uno dei personaggi.

Secondo me è una delle ultime frasi da lui pronunciate quella che rappresenta la chiave di tutta la vicenda: 'un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. TU, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere.' Poi aggiunge ricordando quel giorno, quando tentò di abbandonare la nave e l'oceano per trasferirsi sulla terra ferma: 'Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi, che non finiscono mai è questa la verità, allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio".




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