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SCHEDA LIBRO - L'ISOLA DI ARTURO, ELSA MORANTE

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SCHEDA LIBRO


TITOLO: L'ISOLA DI ARTURO

AUTORE: ELSA MORANTE

ANNO E LUOGO DI PUBBLICAZIONE: 1957 TORINO

CASA EDITRICE: EINAUDI


BREVI NOTIZIE SULL'AUTORE: Elsa Morante nasce a Roma il 18 agosto del 1912: lia di Irma Poggibonsi, maestra elementare ebrea, e di Francesco Lo Monaco. Cresce tuttavia in casa del padre anagrafico Augusto Morante, istitutore in un riformatorio per minorenni. Alla fine degli studi liceali, lascia la famiglia e va a vivere per conto proprio; ma la mancanza di mezzi economici la costringe ad abbandonare la facoltà di Lettere. Negli anni Trenta vive da sola, mantenendosi con la redazione di tesi di laurea, dando lezioni private di italiano e latino, e in seguito collaborando a riviste e a giornali, tra cui il «Corriere dei Piccoli». Tra il 1939 e il 1941, inoltre, lavorerà assiduamente per il settimanale «Oggi». Nel 1936 conosce Alberto Moravia che sposerà nel 1941. Nel '41 viene pubblicato anche il suo primo libro, Il gioco segreto, in cui è raccolta una piccola parte della vasta produzione narrativa destinata ai giornali; mentre l'anno successivo appare il libro di fiabe Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, illustrato della stessa Morante. Le sue personali e familiari inquietudini, il suo appassionato gusto della finzione emergono già nel Diario, redatto dal 19 gennaio al 30 luglio 1938, ma pubblicato solamente nel 1990.Con Moravia vive prima ad Anacapri e poi a Roma, in un piccolo appartamento in via Sgambati, dove nel 1943 inizia a scrivere il suo primo romanzo Menzogna e sortilegio, interrompendone tuttavia la stesura per seguire il marito, indiziato di antifascismo, sulle montagne di Fondi, in Ciociaria. Nell'estate del '44 ritorna a Roma, ma intanto il suo complicato e difficile rapporto con Moravia alterna momenti di comunicazione intensa ad altri di distacco e malessere. In Elsa Morante, infatti, il bisogno di autonomia contrasta con una forte esigenza di protezione e di affetto. Allo stesso modo desidera e rifiuta la maternità, a cui rinuncia, ma di cui rimpiange, al tempo stesso, la possibilità perduta.Nel 1948, dopo un primo viaggio in Francia e in Inghilterra, esce Menzogna e sortilegio, con cui vince il premio Viareggio. Moravia e la Morante, con il migliorare della loro situazione economica, si trasferiscono in un attico in via dell'Oca, che ben presto diverrà uno dei più frequentati ritrovi del mondo intellettuale romano. Nei primi anni Cinquanta la Morante tiene un nuovo diario, che presto interrompe. Collabora con la Rai, viaggia, scrive il racconto Lo scialle andaluso e lavora alla redazione del suo secondo romanzo L'isola di Arturo. Subito dopo visita con una delegazione culturale L'Unione Sovietica e la Cina. Nel 1959, durante un viaggio negli Stati Uniti, conosce il giovane pittore newyorkese Bill Morrow, con cui instaura un'intensa amicizia. Nel 1960, pur non abbandonando la residenza coniugale e il proprio studio ai Parioli, si trasferisce in un appartamento tutto per sé in via del Babuino. Viaggia con Moravia in Brasile e l'anno successivo, insieme anche a Pasolini si reca in India. Nel 1962 si separa definitivamente dal marito e vive la tragica esperienza della morte dell'amico Bill Morrow, precipitato nel vuoto da un grattacielo. Gli anni successivi sono assai drammatici per la Morante, che pur continuando a viaggiare (in Andalusia, in Messico, nel Galles), appare tormentata dall'ossessione della morte del suo giovane amico e dalla minaccia della vecchiaia. Non solo, ma nella conferenza del 1965 Pro e contro la bomba atomica e nelle poesie de Il mondo salvato dai ragazzini (1968), si rileva anche una nuova forte inquietudine per i pericoli che minacciano l'umanità insieme ad un nuovo desiderio di intervento sul mondo. Nel 1974 esce, ottenendo un immenso successo popolare, ma suscitando diverse polemiche e riserve, il suo terzo romanzo La Storia.Nel 1976 inizia la stesura del suo ultimo romanzo Aracoeli, che porterà a termine e pubblicherà solamente nel 1982, essendosi fratturata nel 1980 un femore. Dopo aver subito un intervento chirurgico, trascorre gli ultimi anni di vita a letto, non potendo più camminare. Nell'aprile del 1983 tenta il suicidio aprendo i rubinetti del gas, ma viene salvata da una domestica. Dopo un nuovo intervento chirurgico rimane in clinica, a Roma, dove muore d'infarto il 25 novembre del 1985.



SINTESI DEL CONTENUTO DEL LIBRO: 'L'isola di Arturo' narra le vicende di un ragazzo, Arturo, che vive sulll'isola di Procida. Egli è orfano di madre, ma da quando è bambino soffre la mancanza del padre, che trascorre la sua vita in viaggi con gli amici disinteressandosi del lio e lasciandolo alle cure di Silvestro, un giovane che fa da balia al piccolo Arturo.
In tutta la sua infanzia Arturo trascorre pochi momenti col padre, ciononostante quegli attimi sono I più belli per il bambino, che attende sempre il padre con ansia, lo ama, lo stima e lo considera un eroe delle saghe e aspetta di crescere per partire per un viaggio in sua comnia. Il padre un giorno gli annuncia l'arrivo della sua nuova moglie Nunziatella e Arturo in un primo momento dimostra gelosia nei riguardi del padre, poiché la donna lo allontana da lui. Ma durante l'assenza del padre a causa dei suoi viaggi, il ragazzo si rende conto di essersi innamorato della sua nuova madre. E così, in un atteggiamento fanciullesco, cerca in tutti i modi di mettersi in mostra di fronte alla amata, ma, non ricambiato, in seguito a un bacio rubato, spezza definitivamente tutti i rapporti con la matrigna. Dopo un litigio furioso con Nunz. Arturo ritrova sull'isola la sua balia Silvestro, che era partita anni prima per intraprendere la carriera militare e decide di arruolarsi con lui per la guerra che sta per scoppiare. All'età di sedici anni Arturo lascia per la prima volta l'isola, un distacco per lui doloroso ma tanto bramato e necessario.


FABULA E INTRECCIO: la narrazione viene condotta da Arturo che ripensa al passato e rievoca la sua storia dalla sua nascita fino ai sedici anni. Fabula e intreccio quindi non coincidono


GENERE LETTERARIO E CORRENTE LETTERARIA: Romanzo, Neorealismo.


CONTESTUALIZZAZIONE: Siamo nell'Italia del Sud, precisamente sull'isola di Procida nella prima metà del 1900 infatti Arturo si arruola per partecipare come volontario alla guerra, la terribile guerra mondiale.


TIPO DI NARRAZIONE: Arturo narra in prima persona I fatti e gli avvenimenti della sua vita, dalla sua nascita ai sedici anni. La narrazione è condotta quindi in prima persona.


RAPPORTO TRA IL TEMPO DEGLI AVVENIMENTI E IL TEMPO DELLA NARRAZIONE: Gli avvenimenti sono eventi passati, che un Arturo esterno, silenzioso, racconta il flash back. Ci sono numerose pause descrittive, anticipazioni, e il tempo degli avvenimenti che copre un arco di 16 anni, non coincide certo con quello della narrazione.


RIFERIMENTI AI LUOGHI: Arturo non si sposta mai dall'isola di Procida, ma il padre compie numerosi viaggi. Si cita la città di Napoli, da dove proviene la matrigna di Artù, Nunziatella, l'Isola di Ischia. Il sud Italia è patria di questi avvenimenti e dello svolgersi della nostra vicenda.


PERSONAGGI PRINCIPALI:

Arturo

Wilhelm

Nunziatella



SECONDARI:

Silvestro

Assuntina

Romeo L'Amalfitano

Immacolatella

Tonino Stella


CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI PRINCIPALI:

Arturo: è un giovane solo, abituato a non essere circondato da nessuno ma soltanto dalla natura, comna di giochi insieme alla sua cagna Immacolatella, unica presenza femminile nella vita di Arturo fino all'età di quattordici anni. E' un ragazzo autodidatta, legge e studia per conto proprio e piacere personale e ama le saghe degli eroi nobili e valorosi. L'unico affetto importante della sua vita è il padre, che lo degna delle sue visite sporadicamente e non trattenendosi mai per lungo tempo. Artuto adora il padre, che per lui è un esempio, un eroe, un modello da imitare e non vede l'ora di essere abbastanza grande da essere considerato da lui, almeno come comno di avventure. Tutta la vita di Arturo ruota intorno al padre e alla fotografia della madre, morta di parto. Quando giunge sull'isola Nunziatella, il ragazzo prima prova odio nei suoi confronti, credendo che ella volesse sostituire una madre mai conosciuta ma tanto adorata. In seguito la presenza di una prima persona con cui condividere momenti della giornata fa scoprire in Arturo il sentimento dell'amore nei confronti della matrigna, che però lo rifiuta.

Il personaggio di Arturo è quello di un ragazzo solo, privato degli affetti necessari e immancabili nella vita di un giovane, desideroso di affetto (mai ricevuto) e tanta comnia. Fa tenerezza, impietosisce questo ragazzo, che si vuole mostrare forte e invincibile ma che è tanto debole.

Wilhelm è il padre di Arturo, uomo scontroso e burbero che abbandona per lunghi periodi il lio sull' isola per intraprendere dei viaggi in comnia di amici misteriosi. Arturo lo considera meraviglioso,l'incarnazione della bellezza,con quei suoi capelli biondi tipici della stirpe ariana,un eroe.In realtà questa è solo un' idea infantile del piccolo: Arturo si renderà conto che il padre è solo una "parodia",un traditore degli amici,un poveraccio.

Nunziatella è la matrigna di Arturo, ben poco più grande di lui, di soli due anni. Una povera giovane di Napoli, data in sposa dalla madre a un uomo che non ama, ma ricco. Costretta a una vita miserabile, abbandonata dal marito, trova pace e comnia solo col lioletto Carminiello che le nasce di lì a poco. Donna acerba, ancora immatura e non pronta alla vita da sposa, avrà con Arturo una serie di scontri dettati dai sentimenti del liastro.

Silvestro: è il giovane che ha cresciuto Arturo sin da quando era in fasce con latte di capra Dopo la partenza di Silvestro per il servizio di leva due non hanno mai perso i contatti,anzi sarà proprio con lui che il protagonista lascerà Procida.


OSSERVAZIONI LINGUISTICHE e STILE: L'espressione è curata e la forma elegante, in un italiano impreziosito da alcuni vocaboli del dialetto del sud: guappo, guagliò, mammana, tipiche parole popolane. Lo stile è curato e molto elegante.


SINTASSI: la sintassi è curata, elegante. Le descrizioni accurate, con periodi lunghi e articolati. Ovviamente non mancano I dialoghi, che vengono riportati fedelmente dal narratore.


INTERTESTUALITA' Come premessa ai moduli, quasi a conferire importanza e solennità al testo, la Morante cita dei versi, tratti da poesie, arie, canzoni, testi di altri autori quali Saba, Penna, aro di Mozart, Cherubino. Inoltre Arturo è attento e acuto lettore: legge le saghe degli eroi, dall'Iliade e l'Odissea all'Orlando delle chansons e a Alessandro Magno. E' sognatore e tali letture lo fanno volare con la fantasia.


EXTRATESTO:


DIBATTITO CRITICO: L'eccentrica e ambigua scrittura della Morante, aderendo, seppure non meccanicamente, alla letteratura neorealistica del dopoguerra, racconta cose reali, non fiabe. L'isola di Procida, il mare, le case, le botteghe del porto, la «Casa dei guaglioni», il penitenziario e tutti i personaggi di questo romanzo sono pertanto oggettivamente e minuziosamente descritti e rappresentati. Ma tutto al tempo stesso sfuma nella favola e nell'allegoria: tutto è poeticamente trasurato.

La nostalgica e ironica fantasia di Arturo, la voce narrante in cui la Morante si identifica, non «saprà mai concepire» la ristrettezza della morte; quindi lascia che, a «confronto di questa infima misura», diventino «signorie sconfinate non dico l'esistenza di un misero prigioniero dentro una cella, ma perfino quella di un riccio attaccato allo scoglio, perfino quella di una tignola!». E così, al ritmo di una musica sinfonica, trasformando l'umile, storica e quotidiana realtà nel mondo atemporale e magico del mito, Arturo, il fanciullo-eroe dal nome di stella, rievoca la propria infanzia e la propria adolescenza.

In modo del tutto singolare rispetto alla letteratura memorialistica della prima metà del Novecento, la mitica iniziazione di Arturo alla vita non viene tanto raccontata, quanto piuttosto, con precisione spassionata, indagata e illustrata, al fine di esemplificare le tappe fondamentali di quel difficile percorso che conduce dalla «malefica e meravigliosa» isola dell'infanzia alla coscienza di sé e al mistero della vita adulta.


GIUDIZIO PERSONALE: L'isola di Arturo è senza dubbio un testo affascinante e con un potere suggestivo immenso. Ti culla, ti trasporta con la suggestione delle parole e ti lascia immaginare nelle mente le scene e gli avvenimenti come se si stesse partecipando in prima persona agli aventi della vita di Arturo, e fa sì che il lettore si identifichi con Arturo, viva al posto suo, provi le stesse emozioni. La lettura di questo libro mi ha affascinata notevolmente, amo molto iromanzi e questo mi è piaciuto moltissimo.




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