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STENDHAL, Il rosso e il nero



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STENDHAL, Il rosso e il nero, Biblioteca Economica Newton, Roma, 1994, pgg.315


Henri Beyle (stendhal è uno pseudonimo letterario assunto nel 18179) nacque a Grenoble nel 1783 da una famiglia borghese. Le sue opere più celebri sono Il rosso e il neo, pubblicato nel 1830 e la certosa di parma del 1839 (ma ambientato nel 1830) I protagonisti dei due romanzi, julien Sorel e Fabrizio del Dongo, incarnano nelle loro vicende la concezione esistenziale dello stesso autore: stendhal aspirava infatti ad un ideale romantico di vita intensa, tutta volta alla ricerca del piacere e della felicità, all'insegna di un individualismo gioioso e solare, come la sua amata patria adottiva: l' Italia.

E proprio julien sorel è un'iimagine fedele di tutti gli atteggiamenti intimi che henry beyle aveva avuto modo di studiare, di scoprire in se stesso e di vivere in prima persona. Julien è più giovane di lui: non ha potuto conoscere Napoleone di persona, ma è uno dei suoi più grandi ammiratori.

Egli purtroppo appartiene a una famiglia di umili origini, anche se animato da una forte ambizione di ascesa sociale non può intraprendere la carriera militare, poiché nel periodo della Restaurazione era vietata ai giovani poco abbienti e non nobili. Così, l'unica strada per riuscire ad affermarsi resta la carriera ecclesiastica. Grazie alla sua grande astuzia ed intelligenza ( sa a memoria tutta la Bibbia in latino), riesce a divenire precettore nella casa del sindaco di Verrièrs e ne seduca addirittura la moglie: Madame de Rénal. La giovane donna è tutta dedita ai li e in un primo momento le avance del ragazzo la sconvolgono, ma non può far altro che cedere alla passione mostrata da Julien, che si sente, oltre che innamorato, come un vincitore su quei ceti superiori che tanto lo umiliano. La tresca viene scoperta e il giovane si ritira nel seminario di Besançon; con l'aiuto dell'abate e direttore del plesso Pirard, che riconosce il suo genio, è assunto come segretario dal marchese de La Mole trasferendosi a Parigi. Lì conosce Matilde, la bella e ricercata lia del marchese, che si scopre innamorata di Julien per le forti affinità con il suo carattere: entrambi odiano il grigiore dei salotti borghesi e sognano un' esistenza libera ed intensa. Matilde, però, rimane incinta del ragazzo e per miracolo riesce a convincere il padre a permettere la nozze. Il marchese chiede informazioni riguardo al futuro genero a Madame de Renal, che, dopo un iniziale esitazione, confessa, attraverso una lettera, la vera indole meschina e di egoistica autorealizzazione.



Julien non può tollerare uno smacco del genere: spinto da una rabbia cieca, corre a Verrières e spara all' ex amante durante una funzione religiosa. Nonostante la donna resti solo ferita, il giovane, durante il processo, viene condannato a morte. Davanti ai giudici egli pronuncia una lunga denuncia contro le disparità sociali che non permettono ascese sociali agli umili; dopo questo discorso egli diventa un vero e proprio idolo ed eroe agli occhi della folla. Durante la permanenza in carcere, Julien viene confortato da Louise de Renal che si riscopre ancora pìù innamorata di prima, e lo stesso avviene per il suo aggressore; tutto questo mentre Matilde muore di gelosia. Dopo l'esecuzione Matilde sottrae la testa dell'amato e la seppellisce con le sue mani, imitando una sua celebre eroina del Decamerone di Boccaccio. Solo tre giorni più tardi muore di crepacuore Madame de Renal.

Il genere che usa St. è il romanzo di formazione, nel quale lo sviluppo dell'intreccio narrativo ruota intorno alla ura del giovane protagonista, l'attenzione è puntata agli effetti che gli eventi provocano sulla sua personalità, che segue un cammino di maturazione interiore. La realtà in cui il giovane vive è in continua trasformazione, e questo provoca uno stato di profonda incertezza e ricerca. Per meglio rappresentare l'ampio quadro sociale dell'opera e per dominarla L'autore adotta la modalità del narratore onnisciente che interviene spesso con giudizi i analisi psicologiche, per esempio:"Confesso che la debolezza di cui julien fa prova di questo mologo mi da una meschina opinione di lui" op cit.

Curiosa è la scelta del titolo, che però è rivelata all'interno dell'opera. Il rosso simboleggia il colore delle divise napoleoniche, quindi l'esercito, mentre il nero le vesti clericali, cioè la carriera ecclesiastica. I due colori potrebbero anche alludere al gioco d'azzardo per antonomasia, la roulette, metafora dell' animo di Julien sempre pronto al rischio e alla sfida.

Ed è appunto l'intricata personalità di julien il fulcro del racconto che si può ben intravedere da questo passo: " L'amore di j. Era ancora fatto di ambizione; era la gioia di possedere, lui povera creatura così sventurata e spregiata, una donna così bella. I suoi atti di adorazione, i suoi impeti alla vista dei vezzi dell'amica, finirono x rassicurare alquanto lei alla differenza d'età. Se avesse avuto un po' di quella disinvolta pratica che una donna di 30 anni possiede da lungo tempo nei paesi più inciviliti, avrebbe tremato per la durata d'un amore che non pareva vivere se non di sorpresa e di esaltazioni orgogliose" op cit, Egli è ambizioso, vuole ascendere a tutti i costi e la sua sicurezza lo rende insormontabile e odiabile, soprattutto dai suoi comni seminaristi che intravedevano in lui uno "spirito forte" :" Ai loro occhi egli era convinto di un vizio enorme: pensava, giudicava da sé, invece di seguire ciecamente l'autorità e l'esempio. ( . )Dal momento che j. Si fu avvisato della propria follia, non s'annoiò più. Volle conoscere tutta la portata del male, e a qsto scopo uscì alquanto dal silenzio altero e ostinato con quale respingeva i camerati. Allora si vendicarono di lui." Op cit. Questa sua alterigia, invece, viene ammirata e temuta dai più nobili, che riconoscono la sua grandezza per le umili origini. Matilde è forse l'unica ad accorgersi del conformismo del giovane e ritrova in lui la stessa sua insofferenza al clima nobiliare: " Julien è l'uomo pià notevole con cui siamo stati insieme questo inverno,. Che cosa importano i suoi difetti, i suoi lati ridicoli? Ha della grandezza, ed essi ne sono urtati( . ) certo, è povero e ha studiato per diventar prete. Loro son comandanti di uno squadrone, e non hanno avuto bisogno di studiare. È più comodo.( . ) Hanno paura dei suoi meriti è evidente. E quando quei signori esprimono un pensiero che credono acuto e originale, la loro prima occhiata non è forse x j.?( . ) Eppure sanno bene ch'egli non parla con loro se non è interrogato. Soltanto a me rivolge la parola, trova ke ne sono degna". Op cit., Inoltre Julien è un freddo calcolatore e stratega anche riguardo i suoi stessi sentimenti d'amore, che però non sempre riesce a controllare. Luise renal rappresenta l' "amore di cuore", mentre quello di Matilde e un'amore cerebrale. La prima è ingenua, riservata e scopre con julien il primo vero amore, che arriverà a difendere fino alla morte, non curandosi più del giudizio della gente e di Dio. Matilde è consapevole della sua bellezza, della sua nobiltà, intrecciando così un amore fatto di abbandoni, ricatti, e forti sentimenti, caratterizzato dalla reciproca passione, che arriverà a sconvolgere completamente la giovane: "Una gelosia furibonda e nell'impossibilità di sfogarsi, la continuità d'una infelicità senza speranza (perchè, anche supponendo julien salvato, coma riconquistare il suo cuore?), la vergogna e il dolore d'amare più ke mai quell'amante infedele, avevano gettetato M. in un mutismo doloroso" op cit. . 313. Julien Sorel, come la più celebre Madame Bovary, pur nelle loro differenze, sono i simboli, gli eroi del desiderio Romantico di ribellione. Sarà difficile amare un eroe che si stanca della sua stessa perfezione, quanto, d'altronde, sarà difficile non ammirarlo per la sua lotta sociale, per la sua goffaggine mascherata e soprattutto per i suoi sentimenti d'amore più puri e sinceri che mai. "Non si può amare senza uguaglianza..;(..)"l'amore crea le uguaglianze e non le cerca"". Op cit.






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