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'Strage di civili a Kadam, povero villaggio afghano bombardato < per errore >. Diplomatici statunitensi tentano di impedire alle troupe televisi



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"Strage di civili a Kadam, povero villaggio afghano bombardato < per errore >. Diplomatici statunitensi tentano di impedire alle troupe televisive occidentali di raggiungere e filmare il luogo del massacro. ( Il Messaggero 15-l0-2001 )

Perchè avviene questo?

Perché si cerca di impedire il circolare di informazioni che riguardano il mondo intero?

Oggi, su tutti i quotidiani, si leggeva almeno un articolo riguardante la strage a Kabul (200 vittime circa ), e sono quasi certo che fra due o tre giorni non ne sentiremo più parlare.

Questo è il minimo che potrà accadere, ovvero " archivio dell'informazione ";Non saranno più riportate testimonianze "vere", come quella di Abdul Rasool, 40 anni: una delle bombe ha distrutto la sua casa e sterminato la sua famiglia mentre stava rientrando dalla Moschea.

Dicevo, questo è il minimo, poiché ci sarà quasi sicuramente una sorta di "falsa" informazione, una manipolazione segreta e perfetta che obietterà non solo sul numero delle vittime ( sono arrivati a dire che i civili rimasti uccisi non superano il numero di sei persone ),ma, arriverà a farci credere e pensare che la guerra è giusta, e che non esistono alternative all'attacco.



Il terrorismo va eliminato, sono d'accordo, ma in modi diversi.

E' impensabile che una cosa come la guerra sia giusta e possa risolvere il problema.

Ebbene, dall'11 settembre siamo stati "bombardati" da un'immagine agghiacciante, il crollo delle torri, un'azione terroristica che ha portato all'angoscia il mondo occidentale, il mondo ricco e sprecone e che ha risvegliato ed alimentato il nazionalismo americano., inducendo gli stessi a farsi giustizia ( nel modo sbagliato, a mia opinione ).

Ogni giorno abbiamo impressa quell'immagine, ma , se esistesse una "vera" informazione i media dovrebbero allarmarci o tantomeno informarci della tragica situazione che sta vivendo e subendo il popolo afghano, reo di essere governato da un regime ( Talebani ) intollerante e fanatico che nasconde e difende il terrorista numero uno: Osama Bin Laden.

Non dimentichiamoci però, che la politica estera statunitense, anni fa, ha appoggiato ed aiutato l'ascesa del regime dei talebani, fino alla loro presa di potere.

L'orientamento dell'opinione pubblica è evidente, la marcia della pace avvenuta ieri a Perugia lo dimostra: una grossa fetta dell'Italia è contro la guerra ma a rappresentarli, nel mondo intero, ci sono delle persone che la pensano diversamente; Il Parlamento italiano ha appoggiato ed approvato in piena maggioranza l'attacco statunitense.

La televisione, i giornali ed ogni sorta di informazione mediatica, non fanno altro che alimentare le paure e le angosce dei cittadini inducendo, in qualche modo, gli stessi a trarre delle conclusioni affrettate, che magari, in un futuro prossimo si potranno rivelare errate.



Come si può evitare questo?

Certo, ritengo sia più "spettacolare" vedere in TV il " crollo delle torri " piuttosto che un "errato" bersaglio dei missili intelligenti.

Personalmente mi è capitato di cambiare canale alla visione di un bambino vittima della fame e della guerra, malato, solo, o meglio, circondato solo da mosche ed animali parassiti.

Mi ritengo abbastanza sensibile e solidale di fronte alle orrende vicende che accadono nel terzo mondo ed attualmente in Afghanistan, ma , un senso di responsabilità verso colui che soffre e nello stesso tempo una reale impotenza mi spingono a contribuire nella diminuzione dell'ODIENCE televisivo.

C'è anche un altro fattore: il luogo.

Se a crollare fossero stati due identici grattacieli situati, ad esempio, in Etiopia, ed a morire fosse stato lo stesso numero di persone, l'avvento mediatico sarebbe stato sicuramente meno frequente, non straordinaria e di minor importanza.

Perché accade questo?

Probabilmente perché ognuno di noi ha un po' d'America all'interno dell'animo, nei pensieri.

America, per molti, sinonimo di ricchezza, benessere, spettacolo e lussuria; Considerazioni che ovviamente non abbiamo per l'Etiopia in cui non andremmo ad abitare neanche se ci regalassero casa.

Quindi, concludendo, non meravigliamoci troppo se, l'immagine del "crollo delle torri" ci accomnerà a lungo.









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