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UNGARETTI - LA FORMAZIONE CULTURALE, LA PROSA

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UNGARETTI

Nasce ad Alessandria d'Egitto. Qui entra in contatto con gli ambienti avanguardisti e viene richiamato in Italia per partecipare alla Prima Guerra Mondiale. Questo è un elemento fondamentale che influenza profondamente la sua produzione letteraria.

Tutta la sua prima raccolta ha, infatti, come tematica la Prima Guerra Mondiale e risente in particolare delle avanguardie europee e del futurismo.


Il suo testo di poesia che risulta essere il più sperimentale del novecento è "L'ALLEGRIA".

La sua produzione subisce un cambiamento radicale. Nel 1933 scrive "IL SENTIMENTO DEL TEMPO" e con questo si ha un ritorno all'ordine, un abbandono della sperimentazione della prima raccolta: c'è il recupero di una poesia più tradizionale a livello metrico e lessicale.

Ungaretti diventa il punto di riferimento dell'ermetismo.


L'ultima raccolta è "IL DOLORE" del 1947, dedicato alla morte del lio, morto nel 1939. Il poeta recupera tutte e tre le raccolte nel 1970 sotto il titolo "VITA DI UN UOMO".




LA FORMAZIONE CULTURALE

Conosce bene le avanguardie e in Italia egli pubblica su "LACERBA", rivista simpatizzante dei futuristi. In Ungaretti c'è una grande attenzione per la lirica italiana, soprattutto si interessa di Leopardi e di Petrarca.

In Ungaretti c'è una componente avanguardistica unita a una componente simbolista, legata alla tradizione precedente, che possiamo chiamare classicista.

-Nella prima fase della sua produzione prevale la componente avanguardistica; nella seconda fase prevale la componente classicista.

In realtà nella prima raccolta sono presenti entrambe le due componenti, anche se la parte classicista è più nascosta.

-Ciò che unisce la prima e la seconda fase è il culto della parola, che è sempre vista come qualcosa di magico, sacro, che in modi diversi viene messa al centro di tutto. Questo culto per la parola collega Ungaretti ai poeti simbolisti (in particolare a Mallarmè).


-Una raccolta è intitolata "L'ALI" ed è pubblicata nel 1931.

Il testo ha una storia complessa. Esce un primo gruppo di poesie con il titolo "PORTO SEPOLTO" nel 1916 che evoca la leggenda dell'antico porto di Alessandria d'Egitto, ove visse Ungaretti, che sarebbe stato sepolto dal mare, ma sarebbe ancora esistente.

Si ha una nuova edizione di questo gruppo di poesie nel 1923 con una prefazione di Mussolini. Questo perché dapprima Ungaretti era vicino al movimento fascista.


-Si ha una seconda edizione nel 1919. Esce un testo intitolato "ALLEGRIA DI NAUFRAGI". Il titolo rende evidente un'antitesi nelle tematiche della raccolta. Questo è dato dal fatto che in questa raccolta vi sono elementi negativi (i naufragi) che rappresentano sia il naufragio collettivo della Prima Guerra Mondiale, sia i singoli drammi dei partecipanti alla guerra.

Nonostante la componente prevalente sia di tipo negativo, c'è un momento positivo di attaccamento alla vita, di slancio vitalistico.


- L'ultima raccolta l'abbiamo nel 1931 ed è la definitiva: è "L'ALLEGRIA".

I punti fondamentali sono:

  la guerra;

  l'esperimento dello sradicamento del poeta in cerca di sé stesso (tanto che Ungaretti dice dell'allegria che è "la piena coscienza di sé");

  l'attaccamento e l'amore per la vita.


La forma in cui è scritta "L'allegria" è molto innovativa.

Mentre i futuristi avevano promosso cambiamenti formali, Ungaretti sui singoli testi fa un attento lavoro di scavo togliendo ed eliminando tutto ciò che offusca la parola.


LA PROSA

Ha davanti a sé due strade differenti:

  1. DISSOLUZIONE DELLA STRUTTURA DEL ROMANZO: privilegiare dei frammenti di tipo lirico quando si avvicinano alla poesia, di tipo espressionistico quando prendono alcuni elementi (lessico pieno di significati, la descrizione della realtà);
  2. Grandi romanzieri che praticando un romanzo apparentemente di tipo tradizionale in realtà lo rinnovano dall'interno dissolvendo le strutture.

In Italia praticano la prima strada gli scrittori vicini alla rivista "La Voce"; praticano la seconda strada i tre narratori maggiori del tempo che sono Italo Svevo, Luigi Pirandello, Federico Tozzi. Questi tre romanzieri praticano il romanzo tradizionale dissolvendolo (D'Annunzio: Il Notturno - Si avvicina alla prosa lirica).

Quello che determina il cambiamento della struttura del romanzo tradizionale sono alcuni fermenti del contesto culturale che vengono recepiti all'interno del romanzo e quindi lo rinnovano.




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