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VERGA

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VERGA


Il modello a cui il verismo italiano si ispira è quello di Zola, romanziere e scienziato scrittore in lotta contro le piaghe della società. Furono gli ambienti culturali milanesi di sinistra, repubblicani e socialisti,a diffondere ed esaltare la sua opera in Italia. Felice Cameroni, sostenitore di Zola,difese le sue opere dagli attacchi della critica e dell'opinione pubblica conservatrice ben pensante. Verga e Capuana condividevano l'ammirazione per Zola ma entrambi erano contrari e respingevano la scientificità delle sue opere e Verga lo dimostra attraverso i suoi scritti. La scientificità per Verga si manifesta solo nella forma artistica e ciò si riassume nel principio dell'impersonalità dell'opera d'arte che è il motivo centrale della poetica del verismo italiano. La rappresentazione artistica deve raccontare solo verità, solo fatti reali e l'autore deve eclissarsi, nascondersi dietro l'opera senza che all' interno vi sia soggettività. Questo  perché Verga ritiene che l'autore non abbia il diritto di giudicare i fatti che si svolgono, anche se, solo la fiducia nella possibilità di modificare il reale può essere una giustificazione. Ma se è impossibile modificare l'esistenza, ogni giudizio appare inutile e privo di senso. Il lettore deve essere introdotto negli avvenimenti senza sapere nulla. All' inizio sembrerà difficile capire la storia, ma man mano che la storia andrà avanti, la lettura apparirà più semplice. L'autore non deve ire, il lettore deve pensare che esso non ci sia. Nelle opere di Verga la voce che racconta è collocata all'interno della storia allo stesso livello dei personaggi. Questo non vuol dire che ve ne sia uno specifico a raccontare ma il narratore si mimetizza nei personaggi stessi adottando il loro modo di pensare, di sentire di esprimersi. Un esempio lampante, è presente nell'inizio di ROSSO MALPELO, quando l'autore lo descrive con un'affermazione che non è sicuramente propria a un intellettuale borghese, quale era Verga. Infatti è come se a raccontare fosse uno dei vari minatori con cui lavorava Malpelo. Racconta dei luoghi come se si rivolgesse a un pubblico appartenente a quello stesso ambiente. Il linguaggio è semplice dialettale ed elementare,non quello che sarebbe se a narrare fosse Verga. Per lui la società umana è dominata dal meccanismo della lotta per la vita, un meccanismo crudele, secondo il quale il più forte schiaccia necessariamente il più debole. Questa è una legge di natura, universale e come tale è immodificabile. Verga ha una visione del mondo pessimistica e conservatrice, vi è in lui infatti un rifiuto per il progresso. E' grazie al pessimismo però che Verga riesce a cogliere gli aspetti negativi della realtà. L'atteggiamento commiserativo nei confronti il popolo, che è tipico della seconda metà dell'800 non concorda con Verga nonostante le sue opere trattino delle vicende popolane. Verga nella prima fase del Verismo ritiene che il mondo rurale sia come un Eden autentico, mentre più avanti capirà che anche quel mondo è retto dalle stesse leggi della natura, quindi anch'esso negativo.






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