Amore
di Agostino per la filosofia
Tra questi durante l'età ancora malferma
studiavo i libri di eloquenza, in cui desideravo emergere col fine deplorevole
e fatuo attraverso le gioie della vanità umana. E già secondo il
consueto percorso dello studio ero giunto ad un libro di un certo Cicerone, la
cui lingua quasi tutti ammirano, non di certo la spiritualità. In
verità quel suo libro contiene un'esortazione alla filosofia ed è
intitolato Ortensio. Quel libro per di più ha mutato la mia disposizione
d'animo, ha cambiato le mie preghiere verso te stesso, signore, e ha reso
diversi le mie aspirazioni e i miei desideri. Mi si svilì d'un tratto
ogni vana speranza e desideravo con un incredibile ardore del cuore
l'immortalità della sapienza e avevo cominciato ad alzarmi per tornare
da te. Infatti, non per affinare il mio linguaggio, cosa che sembrava assi
con le rendite materne, poiché avevo diciotto anni e già (mio) padre era
morto due anni prima, non usavo dunque quel libro per affinare il linguaggio,
né mi aveva persuaso l'espressione, ma ciò di cui parlava.