Archimede
Versione 2 ina 442
Durante la seconda guerra punica Marcello,
comandante dei Romani, facilmente avrebbe espugnato Siracusa, se allora non ci
fosse stato in città Archimede, esperto delle arti matematiche, famoso
osservatore del cielo e delle stelle e straordinario inventore di macchine da
guerra. Contro l'arsenale ben provvisto dei Romani Archimede dispose molti e
vari strumenti di tortura tra le mura affinché gli assediati scagliassero
ingenti pietre contro le navi dei nemici che erano lontane e allontanassero quelle
che erano più vicine con fitte frecce. Perché i soldati dei Siracusani
scagliassero le frecce verso i nemici senza pericolo, aprì le mura della
città con molti ed angusti fori: e così, poiché le frecce erano
state lanciate per essi, i Romani erano segretamente colpiti. Le navi che
invece si avvicinavano alle mura, erano distrutte da un uncino di ferro ed
erano lanciate contro gli scogli con ingente spavento dei marinai. E
così i Siracusani elusero l'assalto dei Romani per tre anni. Avesse
voluto il cielo che Archimede avesse vissuto più a lungo! Ma quel famoso
uomo esperto, quando i Romani espugnarono Siracusa, trovò una morte
improvvisa. Infatti Marcello, che aveva conosciuto bene la fama dell'uomo,
ordinò ai soldati che lo risparmiassero, poiché voleva portarlo con sé a
Roma, ma Archimede venne ucciso da un soldato, che non lo aveva riconosciuto.