CICERONE ESORTA CATILINA E I SUOI COMPAGNI AD ALONTANARSI DA
ROMA
Quando
tu,o Catilina,hai attentato a me,quale Console
designato,mi sono difeso non con le forze pubbliche,ma con la mia privata accortezza.Quando,nell'approssimarsi dei comizi
consolari,tu decidesti di uccidere me e tutti i tuoi avversari,respinsi i tuoi
nefandi tentativi con le forze e con gli uomini degli amici,senza sollevare
alcun tumulto pubblico;infine,ogni qualvolta mi aggredivi,mi ti sono opposto da
me solo,benchè ritenessi che la mia rovina si
accomnava alla grande sventura della Repubblica.
Ma ormai
attacchi apertamente tutto lo Stato; vuoi portare alla totale distruzione i
templi degli dèi immortali, gli edifici di Roma, la vita di tutti i
cittadini, l'Italia intera. Perciò, dal momento che non oso ancora fare
quel che sarebbe urgente e rientrerebbe nei poteri della mia carica e nella
tradizione degli antenati, prenderò un provvedimento meno severo, ma
più utile alla sicurezza comune. Se infatti ti condannerò a
morte, rimarrà nello Stato il gruppo dei congiurati. Ma se tu, come ti
esorto da tempo, te ne andrai, la città si libererà dei tuoi
numerosi e infami complici, fogna dello Stato