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Cicerone - LA QUARTA FILIPPICA

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Cicerone


LA QUARTA FILIPPICA



Vita di Cicerone

Marco Tullio Cicerone nasce nel 106 a.C. ad Arpino [Frosinone] da una ricca famiglia imparentata con Gaio Mario. Nel 81 a.C. esordisce come oratore difendendo Quinzio in una causa di diritto privato mentre l'anno seguente, in una causa di diritto pubblico fa assolvere Sesto Roscio Amerino accusato da un potente liberto del dittatore Silla. Terminato nel 77 a.C. il viaggio ad Atene e Rodi, durato due anni, Cicerone inizia la carriera politica. Nel 70 a.C. intenta causa contro il governatore siciliano Verre, difeso da Ortensio Ortalo, suo avversario in molte cause. Le prove presentata da Cicerone sono così ben circostanziate che Verre parte in esilio volontario. Il 63 a.C. è un anno molto importante per Cicerone: egli viene nominato console e sventa la congiura di Catilina; questi fugge in Etruria dove verrà poi sconfitto mentre Cicerone fa condannare a morte i congiurati rimasti a Roma. Nel 58 a.C. il tribuno Clodio Pulcro, nemico personale di Cicerone, promulga, su suggerimento di Cesare, una legge democratica che condanna all'esilio coloro che, come Cicerone, hanno condannato a morte cittadini romani senza permettere a questi di appellarsi al popolo. Cicerone è dunque costretto a partirsene in esilio prima a Tessalonica, poi a Durazzo ma già nel 57 a.C. fa ritorno a Roma dove, cinque anni dopo, difende senza successo l'aristocratico Milone, accusato dell'omicidio di Clodio. Tra il 51 e il 49 a.C. Cicerone si trova in Cilicia come proconsole; quattro anni dopo muore l'amata lia Tullia. Nel 44 a.C., in seguito all'uccisione di Cesare, fa ritorno a Roma per difendere la Repubblica dalle brame di Antonio, sostenendo il nipote di Cesare, Ottaviano. L'anno seguente lo stesso Ottaviano si fa eleggere console e stringe il secondo triumvirato con Antonio e Lepido; i Cesaricidi vengono dichiarati nemici della patria e nelle proscrizione trova la morte lo stesso Cicerone: Antonio sfoga tutto il suo odio verso il suo antagonista inchiodandone mani e testa ai rostri.




Periodo storico

Cicerone vive nel I secolo a.C., travagliato da 3 guerre civili:

La guerra tra Mario e Silla con la conseguente dittatura di quest'ultimo.

La guerra tra Pompeo e Cesare conclusasi con la vittoria di quest'ultimo.

La guerra tra Antonio e Ottaviano seguita all'assassinio di Cesare.


Scritti

Epistolario: lettere ai famigliari, ad Attico, al fratello Quinto, a Marco Bruto.

Opere filosofiche: de finibus bonorum et malorun, de amicitia, de natura deorum, de officiis, Tusculanae disputationes, de senectute.

Orazioni : Verrine, Catilinarie, Filipicche e la Miloniana.

Opere retoriche: Orator, Brutus, de oratore.

Opere poetiche: de consulatu meo.


Filippiche

Sono 14 orazioni scritte contro Antonio tra il 2 settembre del 44 a.C. e il 21 Aprile del 43 a.C.; di esse la 2a fu soltanto scritta, la 4a e la 6a furono pronunciate davanti al popolo, le altre in Senato. Appartengono al genere deliberativo tranne la 9a che è un elogio funebre in memoria del giureconsulto Servio Sulpicio Rufo. Il nome "Filippiche" richiama i "filippicoi logoi" pronunciati dall'oratore ateniese Demostene contro il re macedone Filippo II.

La 4a filippica

Essa appartiene al genere deliberativo ma in senso lato: non contiene, infatti, una proposta da sottoporre al popolo ma riassume il contenuto della 3a filippica, pronunciato lo stesso 20 dicembre 44 a.C. davanti al Senato. Il popolo viene informato del fatto il Senato non solo ha deliberato che sia concesso ai consoli un presidio armato, ma anche approva l'operato di Decimo Bruto, di Ottaviano, delle legioni che hanno abbandonato Antonio che, dunque, è dichiarato nei fatti, se non di nome, nemico della Patria,


I generi delle orazioni

Genere giudiziale: l'orazione mira a far assolvere o condannare l'imputato in un processo.

Genere deliberativo: l'orazione mira a far approvare dal popolo una determinata mozione.

Genere dimostrativo: l'orazione mira a tessere le lodi di persone sia morte si vive.


Divisione di un discorso

Exordium [captatio benevolentiae]: l'oratore mira a conquistarsi la benevolenza degli ascoltatori.

Narratio: il narratore espone i fatti accaduti.

Demonstratio o argumentatio: l'oratore cerca di portare la persuasione negli uditori.

Peroratio: l'oratore riassume i momenti più salienti del discorso, cercando di influenzare gli animi degli ascoltatori.


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