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INTERROGATIVE

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INTERROGATIVE

Si dividono in dirette ed indirette.


Dirette

Presentano il verbo all'indicativo, al congiuntivo se hanno valore dubitativo o potenziale. Si dividono in semplici e disgiuntive (o doppie).


Quelle semplici sono introdotte da aggettivi/pronomi o avverbi interrogativi (qui/quae/quod?, uter/utra/utrum?, cur?, ubi?) oppure da particelle interrogative:


  1. - ne (enclitica): introduce una domanda reale dalla risposta affermativa o negativa;
  2. num: introduce una domanda retorica che prevede risposta negativa;
  3. nonne: introduce una domanda retorica che prevede risposta affermativa.



Quelle disgiuntive sono introdotte dalle particelle interrogative: utrum . /an . , -ne . /an . , an .


Indirette

Presentano il verbo al congiuntivo e sono introdotte dagli stessi aggettivi/pronomi e avverbi visti per le dirette; anch'esse possono essere introdotte dalle particelle interrogative, con una sfumatura di significato: -ne o num se si prevede risposta incerta, nonne se si prevede risposta affermativa, num se si prevede risposta negativa (raro).


Quelle disgiuntive sono introdotte dalle particelle interrogative: utrum . /an . , -ne . /an . , an .




FINALE

E' introdotta da ut o uti (affermativa) o ne (negativa) col verbo al congiuntivo presente o imperfetto secondo le regole della consecutio temporum.


Se la finale contiene un ativo, è generalmente introdotta da quo.


La coordinazione negativa si ha con nec o neque dopo una finale positiva, neve o neu dopo una finale negativa.


Altri modi per esprimere la finale:


  1. frasi relative improprie al congiuntivo (vedi relative);
  2. participio futuro, talvolta presente;
  3. causa o gratia preceduti dal genitivo del gerundio o del gerundivo;
  4. supino attivo con verbi di movimento;
  5. ad + accusativo del gerundio o del gerundivo


CONSECUTIVA

E' introdotta da ut (affermativa) o ut non (negativa). Presenta il verbo al congiuntivo ma sfugge alle regole della consecutio temporum. Troviamo il presente per una conseguenza che sussiste nel presente, il perfetto o l'imperfetto per una conseguenza passata a seconda della sua durata momentanea o protratta nel tempo.



CAUSALI

Si dividono in oggettive (o reali) e soggettive (o oblique).

Sono introdotte da congiunzioni quali quia, quod, quoniam, quandoquidem, siquidem, propterea quod, quando.


Oggettive (o reali)

Riportano il pensiero di chi scrive e presentano il verbo all'indicativo.


Soggettive (o oblique)

Riportano il pensiero non di chi scrive, ma di un altro;  presentano il verbo al congiuntivo.

Nella resa italiana è opportuna inserire espressioni come "secondo lui", " a suo dire", ecc.


La causale può essere espressa anche dal cum + congiuntivo.



RELATIVE

Si dividono in proprie ( anche dette aggettive, attributive o appositive) e improprie.


Proprie

Presentano l'indicativo:


  1. quando esprimono un fatto certo;
  2. quando hanno valore incidentale;
  3. quando costituiscono locuzioni rese in italiano con un sostantivo;
  4. quando sono introdotte da avverbi raddoppiati (quisquis, quotquot, ecc.) oppure uscenti in -cumque (quicumque, ubicumque, ecc.)

Presentano il congiuntivo:


  1. quando esprimono non il pensiero dello scrittore ma di un altro (relative oblique)
  2. hanno valore eventuale
  3. quando subiscono l'attrazione modale di un verbo al congiuntivo presente nella reggente, in quanto la relativa è necessaria (oppure accessoria) per completarne un'informazione

Improprie

Presentano il verbo al congiuntivo e possono assumere di volta in volta valore finale, causale, consecutivo.



INFINITIVE

Traducono le oggettive e le soggettive italiane. Presentano il verbo all'infinito e il soggetto sempre espresso in accusativo. Il soggetto non è mai sottointeso, e nel caso mancasse è dato dall'accusativo di se oppure di is, ea, id o ille, illa, illud.




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