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Il Campo Marzio

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Il Campo Marzio

Versione 2 ina 307


In casa di Marco furono preparati cibi squisiti per Filippo. Durante il pranzo Marco ammonisce l'amico: «Domani ci alzeremo dal letto all'alba e andremo al Campo Marzio». E così la mattina seguente gli amici escono da casa e si dirigono verso il Tevere. Mentre passeggiano lungo le rive dei fiumi, Marco narra brevemente all'amico Greco della natura dei luoghi. «Nei tempi antichi spesso l'ingente furia del Tevere inondava i campi e quasi tutti i luoghi erano palustri, ma le acque furono incanalate con il lungo lavoro degli uomini e con le assidue preoccupazioni e i campi furono prosciugati. Un tempo sul campo Marzio i pastori portavano al pascolo gli armenti e i greggi; i vispi giovani romani si esercitavano nella corsa e nell'impiego delle armi, la cavalleria e la fanteria erano passati in rassegna dai magistrati, venivano tenuti i comizi centuriati. Dopo furono edificati molti e stupendi edifici: Pompeo per primo edificò un teatro di pietra; Agrippa, genero di Augusto, edificò uno splendido tempio, che si chiama «Panteon», poiché fu consacrato a tutti gli dèi; lo stesso Augusto edificò qui uno straordinario sepolcro per sé e per i suoi: all'entrata dell'edificio vi sono delle tavole marmoree sulle quali furono scolpite le imprese di Augusto; sulla sommità del sepolcro fu collocata una grande statua dell'imperatore». La grandezza e la magnificenza di tutti gli edifici e la piacevolezza dei luoghi muovono molto l'ammirazione di Filippo.






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