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Il dovere cambia a seconda delle circostanze - Cicerone



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Il dovere cambia a seconda delle circostanze - Cicerone



Una sorta di buon senso deve guidare l'uomo nelle sue azioni, per cui diventa giustificabile anche una promessa non mantenuta, se questa è destinata a provocare danni a qualcuno.

Incidunt saepe tempora, cum ea, quae maxime videntur digna esse iusto homine, eoque quem virum bonum dicimus, commutantur fiuntque contraria, ut reddere depositum - etiamne furioso? -, facere promissum, quaeque pertinent ad veritatem et ad fidem, ea migrare interdum et non servare fit iustum. Potest enim accidere promissum aliquod et conventum, ut id effici sit inutile vel ei cui promissum sit, vel ei qui promiserit. Nam si, ut in fabulis est, Neptunus, quod Theseo promiserat, non fecisset, Theseus Hippolyto filio non esset orbatus: ex tribus enim optatis, ut scribitur, hoc erat tertium, quod de Hippolyti interitu iratus optavit; quo impetrato in maximos luctus incidit. Nec promissa igitur servanda sunt ea quae sint iis, quibus promiseris, inutilia, nec si plus tibi ea noceant, quam illi prosint cui promiseris, contra officium est maius anteponi minori, ut, si constitueris cuipiam te advocatum in rem praesentem esse venturum atque interim graviter aegrotare filius coeperit, non sit contra officium non facere quod dixeris, magisque ille, cui promissum sit, ab officio discedat, si se destitutum queratur.

Capitano spesso delle circostanze in cui quelle azioni che sembrano essere più degne di un uomo giusto, di quello appunto che chiamiamo uomo buono, cambiano nel loro contrario1, come (per esempio) il restituire un deposito - anche a un pazzo furioso? - (o) il mantenere una promessa, e diventa cosa giusta il trasgredire talvolta e il non osservare quelle leggi che riguardano la sincerità e la lealtà. Può infatti accadere che qualche promessa o convenzione non sia utile che venga realizzata, a colui a cui sia stata fatta o a colui che l'abbia fatta. Infatti se, come è (scritto) nelle tragedie, Nettuno non avesse mantenuto ciò che aveva promesso a Teseo, Teseo non sarebbe stato privato del lio Ippolito: infatti, dei tre desideri (promessigli), il terzo era quello che espresse nell'ira chiedendo la morte di Ippolito2; ma, dopo aver ottenuto ciò, piombò in un gravissimo lutto3. E pertanto non si devono mantenere quelle promesse che siano dannose a coloro a cui siano state fatte; e se quelle (promesse) dovessero nuocere a te più di quanto giovino a colui a cui (tu) hai promesso, non sarebbe contro il dovere anteporre il bene maggiore al minore4, come (ad esempio) nel caso in cui (tu) abbia promesso a qualcuno il tuo intervento come avvocato in una causa5 e nel frattempo (tuo) lio sia caduto gravemente ammalato6, non sarebbe contro il dovere non fare ciò che hai detto, e piuttosto si allontanerebbe dal (suo) dovere colui al quale sia stata fatta la promessa, se si lamentasse di essere stato abbandonato




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