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La battaglia di Filippi

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La battaglia di Filippi

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Dopo che Cesare fu trafitto dal pugnale dei congiurati e tutta la popolazione fu invasa da un grande spavento e da enorme timore Bruto e Cassio, autori della congiura, invisi alla plebe, si allontanarono da Roma e si rifugiarono in Asia, dove cominciarono ad arruolare truppe e raccogliere denaro. Contro loro fecero guerra Marco Antonio, amico di Cesare e suo luogotenente in Gallia, e Ottaviano, ambizioso adolescente lio adottivo di Cesare. Lepido, loro alleato venne lasciato in difesa della città di Roma. Presso Filippi, città della Macedonia, si combatté a lungo ed aspramente. Nella prima battaglia l'accampamento di Cassio fu preso in assalto dalle truppe di Marco Antonio: Cassio, non avendo più speranza di vittoria, si suicidò e i suoi soldati in parte vennero uccisi, in parte vennero presi, ma Antonio, desideroso di vendetta, non risparmiò neppure i prigionieri. Nella seconda battaglia le truppe di Bruto vennero sconfitte da Ottaviano e venne ucciso un grande numero di senatori; Bruto, sconvolto dalla sconfitta, si trage con la sua spada. Dopo la cruenta vittoria i triumviri si divisero le province tra loro: ad Ottaviano vennero attribuite la Sna e la Gallia, Marco Antonio ottenne il Ponto e la Siria, a Lepido fu assegnata l'Africa. Infine Roma e tutta l'Italia vennero date ad Ottaviano, che entrò vittorioso a Roma.






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