Lettera
a Tirone, Epistola ad familiares
Cicerone
Il 26 Novembre a Brindisi (5 giorni prima
delle calende di dicembre) il servo di Gneo cio finalmente mi consegnò una desideratissima lettera da parte tua, spedita alle idi di
Novembre, la quale mi allevia molto dall'ansia; magari la lettera mi avesse
completamente liberato! Ma tuttavia il medico Asclapone
chiaramente conferma che ben presto sarai in buona salute. Ora mi chiedo a cosa
dovrei esortarti, a usare ogni cura possibile per ristabilirti?
Conosco la tua prudenza, la temperanza,
l'amore verso di me, so che farai tutto affinché tu possa essere al più
presto con noi, tuttavia vorrei che tu non ti affrettassi di qualcosa, vorrei
che tu avessi evitato il concerto da Lisone, per non
fare una ricaduta nella quarta settimana.Ti ho
lasciato a Brindisi un cavallo ed un mulo che ti permetteranno un rapido
ritorno. Temo che a Roma dalle calende di Gennaio ci siano grandi tumulti: noi
faremo tutto con la dovuta moderazione. Rimane da pregarti di questo e chiederti
di non navigare sconsideratamente. I marinai sogliono affrettare la navigazione
per proprio lucro, sii cauto mio Tirone: il mare ti
resiste grande e pericoloso, se potrai, naviga con Mescinio,
se non fosse possibile naviga con un uomo onesto sotto la cui autorità
si muove l'imbarcazione. Ancora e ancora salute, nostro Tirone.