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Morti improvvise



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Morti improvvise

Nonnulli scriptores narrant repente multis mortem attulisse gaudium ingens atque isperatum, cum anima non ferat vim magni novique motus.

Aristoteles philosophus refert Polycritam, nobilem feminam, in naxo insula, repentina morte obisse, cognito, repente, insperato gaudio.

Philippides quoque, comoediarum poeta haud ignobilis, aetate iam edita, cum in certamine poetarum praeter spem palma ei delata esset et laetissime gauderet, inter illud gaudium repente mortuu est.

In nostris annalibus scriptum legimus tempestate qua apud Cannas exercitus populi Romani caesus est, anum matrem, nunzio de morte filii allato, luctu atque maereore affestam esse; sedi s nuntius verus non fuit, atque in adulescens non diu postea ex ea pugna in urbem rediit: anus repente, filio viso, inopinato gaudio oppressa periit.



(da Gellio)

Traduzione

Alcuni scrittori narrano che una grande e inattesa gioia causò improvvisamente la morte di molti, non sopportando l'anima la forza e una nuova grande emozione.

Il filosofo Aristotele riferisce che Policrita, nobildonna, nell'isola di Nasso andò incontro ad una morte improvvisa, conosciuta, una gioia inaspettata.

Anche Filippide autore di commedie non sconosciuto essendogli stata assegnata la vittoria in una gara di poeti, oltre la speranza, e godendo molto lietamente tra quella gioia improvvisamente morì.

Nei nostri annali leggiamo uno scritto in quel tempo in cui presso Canne l'esercito del popolo romano fu sconfitto, che una vecchia madre, portato l'annuncio della morte del lio, aveva provato lutto e dolore ma quella notizia non fu vera e così quel giovane non molto tempo dopo ritornò nella città da quella battaglia: la vecchia improvvisamente, visto il lio, perì oppressa dall'inattesa gioia.






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