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ORAZIO - LA VITA E LE OPERE, LE ODI

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ORAZIO


LA VITA E LE OPERE


Quinto Orazio Flacco nasce l'8 dicembre a.C. a Venosa, da famiglia di umili origini. Il padre, di condizioni più o meno agiate, preme perché il lio abbia una buona educazione a Roma da parte dei migliori maestri.

Tra il 45 e il 44 si reca ad Atene per migliorare la propria cultura. In seguito si arruola contro la tirannide, arrivando fino al grado di tribuno militare. Ne 42, a Filippi, dopo la sconfitta, Orazio fugge abbandonando le armi.

Inseguito all'amnistia tra il 41 e il 40 può fare ritorno a Roma; qui lavora come scriba quaestorius (contabile).

Conosce Virgilio e Vario e grazie ad essi nel 38 viene presentato a Mecenate e tra i due nasce una forte amicizia. Nel 37 Orazio viene inserito nel seguito di Mecenate per una missione diplomatica a Brindisi per conto di Ottaviano.

Negli anni successivi vive tra Roma e la villa sabina difendendo la propria indipendenza.

Dopo la morte di Vigilio gli viene affidato l'incarico di comporre, nel 17 a C., il CARMEN SAECULARE.



Orazio muore il 28 novembre dell'8 a.C. due mesi dopo Mecenate.

Il corpus delle opere di Orazio comprende:

Un libro di EPODI - composto dopo il 42 e pubblicato nel 30

Due libri di SATIRE - composti dopo la guerra, il primo pubblicato nel 35, il secondo nel

Quattro libri di ODI - tre composti prima del 30 e pubblicati nel 23, l'altro composto prima del 17 e pubblicato nel 14-l3

Il CARMEN SAECULARE - commissionato per i ludi del 17

Due libri di EPISTOLE - il primo composto prima del 23 e pubblicato nel 20, il secondo scritto fra il 19 e il 13

L'EPISTULA AD PISONES o ARS POETICA - posteriore al 20.


LE ODI


Orazio si dedica alla composizione delle Odi dopo il 30 a.C. nel 23 pubblica i primi 3 libri verso il 14-l3 il quarto. Le liriche sono organizzate secondo simmetrie e rispondenze ( odi di apertura e chiusura indirizzate a personaggi importanti;) la struttura si fonda sul criterio ellenistico della VARIATIO seguito sul piano formale e tematico.

L'organizzazione strutturale è ellenistica; mentre la scelta dei modelli è orientata al mondo classico: Epodi di ARCHILOCO, le Odi di ALCEO e PINDARO ( + spunti da Saffo). Da Alceo prese spunto soprattutto per i carmi di materia e stile tenue; da Pindaro per quelli di tono e contenuti più alti.

Di Alceo Orazio apprezza la molteplicità di temi e dell'ispirazione, ma rimangono tra i due differenze profonde: Alceo era un aristocratico > aveva partecipato direttamente alla vita politica della città; Orazio si limita a svolgere temi di carattere celebrativo; i versi di Alceo nascevano da precise occasioni sociali > esecuzione orale, uditorio circoscritto; la poesia di Orazio è posta all'interno di una società fondata sulla scrittura e sulla circolazione dei libri.

Orazio considera Pindaro inimitabile per la sua potenza fantastica ed espressiva. Si rifà a lui soprattutto nei momenti più alti e solenni della sua poesia. Pindaro rappresenta per Orazio un esempio di vates, poeta sacro ispirato da forze superiori. Da lui deriva anche il tema dell'immortalità della poesia.

Ø      segno profondo dei mutamenti della cultura e dell'arte nell'età Augustea: Orazio è poeta di formazione alessandrina e neoterica che si orienta verso tematiche più generali e di maggior impegno civile. Alla poesia viene affidato il compito di vincere il temo simboleggiando l'armonia e l'ordine di tutte le cose.

Il rapporto di Orazio con i modelli classici e ellenistici si sviluppa tramite procediementi allusivi: l'imitazione si traduce in emulazione > modello esibito per far notare la novità e l'originalità.

Le odi, 103, svolgono temi e motivi molto vari.

AUREA MEDIOCRITAS gli interessi filosofici di Orazio prevalgono nelle tematiche delle odi: la ricerca dell'autosufficienza interiore e della tranquillità dell'anima, perseguibili attraverso la moderazione = aurea mediocritas. + concetto aequa mens = animo che non muta nella sventura e nella felicità.

SENTIMENTO DEL TEMPO > Animo imperturbabile, equilibrio e misura definiscono un ideale di saggezza che per il poeta è sempre insidiato: il disagio esistenziale, il sentimento del tempo, il pensiero della morte costituiscono un blocco argomentativi più malinconico delle odi. Tematiche filosofiche di stampo epicureo.

La conoscenza del limite e la fuga del tempo determinano l'esigenza di cogliere l'attimo fuggente: sottrarsi alle ansie del tempo significa salvarsi dal domani, scacciare il pensiero del futuro.

PAESAGGI > La ricerca di un tale genere di vita richiede un luogo protetto, appartato che ha spesso i tratti di un paesaggio della camna italiana. In molte liriche: sfondo naturale suggestivo, dove il paesaggio assume un valore simbolico. Paesaggio prediletto = locus amoenus ellenistico.

IL CONVIVIO > Questo luogo protetto per il poeta è il luogo deputato alle gioie del convito. Questo è allietato dal vino che scaccia gli affanni, è fonte di vitalità , e dall'amicizia ospitale. > situazione topica che si rifà a modelli letterari che derivano dalla lirica greca.

Orazio ricrea questi motivi, divenuti ormai solo letterari, connettendoli alla propria visione del mondo e della vita = luoghi privilegiati per la meditazione esistenziale.

Motivo epicureo per eccellenza è l'amicizia. > maggior parte delle odi > maggior parte delle odi = forma dialogica: il poeta si rivolge sempre a qualcuno, creando un'atmosfera di intimità e confidenza.

EROS > i carmina erotici rimangono marginali. L'amore si conura sempre come un'esperienza piacevole e razionalmente controllata. Le situazioni si esauriscono nel breve giro di pochi versi della singola poesia.

RELIGIOSITA' > molti sono i carmi di carattere religioso, soprattutto inni e preghiere agli dei. Il poeta si rifà a uno dei più importanti filoni della lirica greca, assumendone le convenzioni e gli schemi seppure con libertà creativa. Tema,a non particolarmente sentito da Orazio. > riferimenti al mito e alle divinità infere = valore simbolico e letterario.

Continuo riferimento agli dei e alla loro protezione rientra nel progetto di una poesia di intonazione sacrale. Per tradizione il termine vates, presupponeva un'investitura divina : affermazione dell'immortalità della poesia.

Il tema religioso si lega così a quello civile e agli argomenti centrali della proanda augustea: ritorno alle virtù degli avi, elogio del princeps e della sua attività pubblica, esaltazione della potenza romana.

Educato sui testi della cultura neoterica e alessandrina Orazio si mantiene sempre fedele all'operazione del labor limae: accuratezza formale, gusto delle rispondenze e delle simmetrie, scelta del vocabolo più appropriato. Si volge però verso un gusto più sobrio e misurato di espressione.

Il vocabolario è semplice ed essenziale. L'attenzione è maggiormente indirizzata alla collocazione delle parole. > varietà di soluzioni.

Il disegno sintattico è generalmente limpido e composto. L'ideale stilistico corrisponde perfettamente ai motivi fondamentali della sua ricerca etica : equilibrio, moderazione e armonia interiore.

Ampia varietà di registi : tenue per i carmi d'amore; più sostenuto per i carmi di intonazione sentenziosa; alto per i carmi di argomento civile e romano.

Concisione ed essenzialità, cura estrema nella disposizione dei vocaboli, perfetta aderenza tra suono e immagine = caratteristiche delle liriche oraziane.


ODE I LIBRO I

L'ode funge da proemio alla raccolta dedicata a mecenate. Il poeta passa in rassegna , secondo una tradizione che risale alla lirica e alla filosofia greche, le vide, comprese di impieghi e attività, e la condizione di alcuni tipi umani, descrivendoli con una certa ironia. Nulla sembra infatti più dolce per Orazio che la poesia e l'alloro poetico. Di ogni situazione però Orazio valorizza l'attesa esaudita o la condizione rasserenante ( verbo iuvare). Il tema è quello etico-filosofico del miglior stile di vita. Alla fine del poema Orazio dichiara inoltre di voler essere considerato il tramite tra poesia lirica greca e latina; se Mecenate gli riconoscerà la funzione di poeta vate ciò sancirà sia la fortuna del suo libro sia l'innalzamento del poeta tra gli dei.

TRADUZIONE:

Ode I, 1

Mecenate, disceso da una stirpe regale,o mia protezione e dolce motivo d'onore, ci sono persone a cui piace aver sollevato col cocchio la polvere di Olimpia e la meta sfiorata con le ruote infuocate e la palma che rende famosi innalzano i signori della terra, fino agli dei. A questo ( piace ) se la folla dei volubili Quiriti gareggia nell'innalzare (il candidato) alle triplici magistrature; a quell'altro ( piace ) se ha ammassato nel proprio granaio tutto ciò che si spazza sulle aie della Libia. Non riusciresti mai a distogliere neppure con le ricchezze

di un re Chi prova piacere a sarchiare i campi del padre cosi' da solcare il mare Myrtoo, in qualità di

timoroso navigante, con una nave di Cipro. Il mercante, che teme l'Africo che imperversa con i flutti Icarii,

elogia la calma ed i campi della propria città; ma subito dopo fa riparare le navi sfasciate, insofferente di sopportare una vita modesta. C'è chi non disprezza i bicchieri di Massico invecchiato

di spendere una parte delle ore del giorno destinate agli affari, ora sdraiato con le membra distese sotto un verde corbezzolo, ora presso una mormorante fonte di acqua sacra.

A molti piace la vita militare ed il suono del corno misto a quello della tromba e le guerre invise alle madri.

Si apposta di notte sotto un gelido cielo il cacciatore, dimentico della tenera moglie,

sia che la cerva sia stata avvistata dai cani fedeli, sia che il cinghiale marsico abbia rottole maglie intorte delle reti. L'edera, premio delle teste istruite, mi mescola agli dei superni, e mi separano dal volgo un fresco bosco

ate e la palma che rende e i cori armoniosi delle Ninfe con i Satiri, se Euterpe non fa tacere i flauti e Polymnia non disdegni di tendere le corde della lira (barbitos) di Lesbo. E se tu, dunque, mi porrai fra i poeti lirici, toccherò le stelle con il capo elevato in alto.

Edo , is, didi, ditum, ere

Colligo 1a

Iuvo, as, iuvi, iuctum, are

Eveho, is, vexi, vectum, ere

tollo,is sustuli, sublatum, ere

condo, is, didi, ditum, ere

verro (vorro), is, versum (vorsum), ere

findo, is, fidi, fissum, ere

secedi, is, cessi, cessum, ere

luctatem

Metuo, is, ui, utum, ere

Reficio, is, feci, fectum, ere

Patior, eris, passus sum, pati

Demo, is, dempsi, deptum, ere

Sterno, is, stravi, stratum, ere

Maneo, es, mansi, mansum, ere

Videor, eris, visus sum, eri

Rumpo, is, rupi, ruptum, ere

Misceo, es, miscui, mixtum, ere

Secerno, is, creci, cretum, ere

Cohibeo, es, ui, itum, er

Refugio, is, fugi, ere

Tendo, is, tetendi, tentum/tensum, ere

Ferio,is, ire ?

Insero, is, setrui, sertum, ere

METRO: sistema asclepiadeo ripreso dai poeti alessandrini e indirettamente dai lirici greci arcaici.


ODE 9 LIBRO I

La poesia inizia con la descrizione di un raggelato paesaggio invernale al quale il poeta oppone l'atmosfera intima di una scena di interno domestico allietata da fuoco e vino: la situazione è ripresa da Alceo ma resa familiare e concreta da Orazio con l'inserimento del monte Soratte innevato e l'accenno al vino Sabino. Nell'ultima parte dell'ode ci spostiamo invece dalla camna alla città e dall'inverno alla primavera, i giovani fioriscono ed escono all'aperto: è descritto un episodio amoroso nella piazza. Le diverse stagioni dell'anno e della vita sono accostate liberamente. Tali stagioni sono brevi per l'uomo che deve viverle pienamente, come bisogna fare con la vita che è una sola e non deve essere sprecata. Le tre strofe centrali svolgono infatti temi morali caratteristici di Orazio, che riprendono il pensiero epicureo: la brevità della vita, l'esortazione a godere del presente (carpe diem), prendendo atto del fatto che tutto il resto è in mano agli dei.

TRADUZIONE:

Tu vedi come il Soratte si innalzi candido per l'alta neve e come ormai i boschi appesantiti non sopportino piu' il peso della neve ed i fiumi si siano congelati per il gelo pungente.

Scaccia il freddo ponendo generosamente legna sul focolare e con maggior generosità versa, o Taliarco, vino puro di quattro anni dall'anfora sabina: tutto il resto lascialo agli dei.

Infatti non appena costoro hanno fatto cessare i venti che combattono sul mare in burrasca, i cipressi i frassini secolari si agitano più. Che cosa ti riservi il futuro, rinuncia a indagare e ognuno dei giorni che ti darà la sorte, tu mettilo fra i tuoi guadagni, e non disprezzare, ragazzo, i dolci amori e le danze, finchè è lontana la vecchiaia lamentosa dalla tua età fiorente. Nella stagione in cui ti trovi il Campo Marzio e le piazze, i leggeri sussurri al calar della notte siano ricercati, ora (si cerchino) dal fondo di un angolo

la risata gradita che tradisce una fanciulla nascosta e il pegno strappato dalle braccia

o dal dito che finge di resistere.

ODE I,9

Video, es, vidi, visum, ere

Sto, stas, steti, statum, are

Sustineo, es, tinui, tentum, ere

Consisto, is, stiti, ere ?

Dissolvo, is, solvi, solutum, ere

Depromo, is pressi, pressum, ere

Sterno, is stravi, stratum, ere

Deproelio, ari

Agito 1a

Sum es fui esse

Fuge

Quaero, is, quaesivi/quaesi, quaesitum, ere

Absum, afui, afuturus, abesse

Prodo, is, didi, ditum, ere

Lateo, es, ui, ere

Deripio, is, ripui, reptum, ere

Pertinaci?

METRO: sistema alcaico


ODE 11 LIBRO I

L'ode sembra ambientata in un convivio, dove Orazio, per rispondere a delle domande rivoltegli da una ragazza, Leuconoe, tratta il tema a lui più caro ovvero quello dello scorrere inesorabile del tempo. Orazio detta qui alcune semplice regole di vita: alla precarietà, fugacità della vita, all'impossibilità di conoscere il domani, corrisponde l'esortazione a godere del tempo presente, a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Il messaggio filosofico è quello di Epicureo.Ooccorre vivere con intensità l'attimo presente, senza temere le disgrazie del futuro e senza aspettarsi troppa felicità. Usa un linguaggio sobrio ed essenziale, che tocca la conversazione e il parlato. I pensieri sono tradotti in immagini simboliche che richiamano la vita comune: le onde rappresentano la vita umana, sempre in balia di eventi imprevedibili; il vino è simbolo di vivacità e di pienezza esistenziale.

TRADUZIONE: Tu, non indagare, non è lecito sapere, o Leuconoe, quale termine a me e quale a te gli dei ci abbiano riservato, e non tentare i calcoli babilonesi. Come è meglio accettare tutto cio' che sarà, sia che Giove ci abbia concesso molti inverni ancora, sia che questo inverno sia l'ultimo,

che ora affatica il mar Tirreno contro la barriera delle scogliere: sii saggia,filtra il vino e in tempo breve, tronca ogni lunga attesa. Mentre facciamo queste considerazioni, sarà fuggita la nostra età invidiabile: cogli l'attimopresente, fiduciosa il meno possibile nel domani.

ODE I, 11

Scio, scis, scivi/scii, scire

Tribuo, is, tribui, tributum, ere

Liqueo, es, liuci/liqui, ere

Reseco, as, secui, sectum, are

Loquor, eris, locutus/loquutus sum, loqui

Tupo 1a

Carpo, is, carpsi, carptum, ere

Credo, uis, didi, ditum, ere

METRO: sistema asclepiadeo


ODE 38 LIBRO I

Funge da congedo. Tema del convito. Le due strofi sono semplici e dirette, il linguaggio e il carattere dell'ode sono colloquiali. Orazio definisce ciò che non vuole essere indirettamente: il lusso e lo sfarzo non sono indispensabili nella vita. L'esigenza della misura è una forma superiore di eleganza che si adatta alla norma epicurea della mediocritas. Orazio combina le motivazioni filosofiche con quello che è il suo proprio stile di vita. ½ è espressa implicitamente una dichiarazione di poetica > semplicità come scelta morale ma anche stilistica ed estetica. Il vino e il mirto assumono un significato simbolico = la poesia conviviale e la poesia amorosa.

TRADUZIONE: Odio, o ragazzo, gli allestimenti persiani e mi infastidiscono le corone intrecciate con filo di tiglio; smetti di cercare dove indugia una rosa tardiva. Non voglio che tu ti affanni, con troppa premura, ad aggiungere altro al semplice mirto: non è sconveniente ne' per te che servi a tavola, né per me che bevo sotto il folto pergolato.

Odi, odisti, odisse (p.fut.osurus)

Displiceo, es, plicui, plicitum, ere

Mitto, is, misi, missum, ere

Sector, aris atus sum, ari

Morior, moreris, mortuus sum, mori

Dedecet, decuit, ere

METRO: sistema saffico minore

il resto è in mano agli dei.ecata. coninserimento del monte Soratte innevato e l' da fuoco e vino: la situazione è ripresa da Alceo ma resa familiare e concreta da Or

ODE 8 LIBRO II

Una delle più brillanti di Orazio. Piena di mondanità, descrive i salotti della società elegante romana, dove le dame misurano la propria fortuna in base alla quantità di corteggiatori. Barine è una delle etere più corteggiate e riconosce le sue strategie femminili. L'ode si divide in due parti: primi 12 > chiedono conto degli spergiuri, i secondi rappresentano, con parodia, il divertimento garantito dalle sventure amorose dei molti che le vanno dietro. Orazio sceglie di osservare la scena dal fuori, godendo del privilegio di esserne impassibile.

Se una sola pena per il giuramento violato ti avesse mai colpito, o Barine, se tu diventassi più brutta per und ente nero o per una sola unghia, ti crederei.

Ma tu, non appena hai impegnato il tuo capo traditore con promesse, risplendi ancora più bella e incedi, comune affanno dei giovani. Ti giova ingannare le ceneri di tua madre sepolta e le costellazioni della notte silenziosa con tutto il cielo e gli dei che sono privi della gelida morte. Sorride di questo, lo dico, la stessa Venere, sorridono le ingenue ninfe, e il feroce Cupido, sempre intento ad affilare sulla cote insanguinata le saette infiammate. Aggiungi che la gioventù cresce tutta per te, crescono nuovi schiavi, né i vecchi, pur avendolo tante volte minacciato, lasciano la casa della loro tiranna spietata. Te temono le madri per i loro li, te i vecchi padri avari e le infelici spose poco prima ragazze, che il tuo fascino faccia attardare i loro mariti.

Peiero1a

Noceo, es, nocui, nocitum, ere

Fio, fis, factus sum, fieri

Turpo 1a

Eniteo, es, nitui, ere

Prodeo, is, ii, itum, ire

Expedio, is, ii/ivi, itum, ire

Operio, is, operui, opertum, ire

Fallo, is, fefelli, falsum,. Ere

Careo, es, carui, ere

Rideo, es, risi, risum, ere

Inquam, inquis, inquit, inquii (difett.)

Ardeo, es, arsi, arsurus, ere

Acuo, is, acuit, acutum, ere

Addo, is, didi, ditum, ere

Cresco, is, crevi, cretum, ere

Relinquo, id, liqui, lictum, ere

Minor, aris atus sum, ari

Metuo, is ui utum, ere

Retardo 1a

METRO: sistema saffico minore


ODE 10 LIBRO II

Aurea mediocritas = lezione di vita. Per vivere la vita al meglio occorre non guardarla superficialmente; nulla è gratuito, nulla è facile, non bisogna illudersi, come non bisogna scoraggiarsi nei momenti peggiori. Il materiale di riferimento appartiene alla tradizione letteraria, ma le idee e le immagini vengono riproposte con una sensibilità e in contesto nuovo ( dialogo tra poeti di diverse età). Anche in questo sta il classicismo di Orazio. Il destinatario è prob. Lucio Licinio Murena, uomo politico. Il tema può essere letto alla luce della situazione politico-civile. Il tema è in parte epicureo, in parte proprio di Orazio. Per attaccarsi all'aurea mediocritas occorre un individuo cautus, sobrius, fortis . e pamana: la pax augustdella situazione politico-civile romana: la pax augustea imponeva dei costi personali nsibilità

TRADUZIONE: Vivrai meglio o Licinio, non andando con troppa urgenza verso l'alto mare, né buttandoti con eccessivo impeto sulla costa pericolosa, quando, prudente, hai paura delle tempeste.

Chiunque ami la preziosa via di mezzo, egli, sicuro, rimane lontano dalla rovina di un tetto vecchio, rimane lontano, da persona moderata, da un palazzo degno di invidia.

Più spesso il pino grande è tormentato dal vento, e le torri altissime cadono giù con più grave rovina, e i fulmini colpiscono la sommità dei monti. Il cuore/ lo spirito ben preparato spera nelle situazioni difficili e nella prosperità teme una sorte contraria. Giove riconduce gli inverni squallidi e lui stesso li allontana. Se adesso va male non sarà così un altro giorno/ in futuro. Apollo di tanto in tanto sveglia la musa che tace con la cetra e non sempre tende il suo arco. Mostrati coraggioso e forte nelle difficoltà, allo stesso modo saggiamente ammainerai le vele gonfie per il vento troppo favorevole.

Vivo, is, vixi, victum, ere

Urgeo, es, ursi, ere

Horresco, is, horrui, ere

Premo, is pressi, pressum, ere

Diligo, is, lexi, lectum, ere

Careo, es carui, ere

Ferio, is, ire

Metuo, is, ui, utum, ere

Reduco, is duxi, ductum, ere

Submoveo, (summ-)es, movi, motum, ere

Tendo, is tetendi, tentum/tensum, tendere

Appareo, es, parui, pariturus, ere

Contraho, is, traxi, tractum, ere

METRO : sistema saffico minore.


ODE 14 LIBRO II

Svolge alcuni dei temi principali: la brevità della vita, angoscia che deriva dallo scorrere del tempo, l'inesorabilità della morte, l'invito a godere dei beni presenti. Prevalgono toni mesti pervasi da una tristezza meditativa. Luomo deve fare i conti con il tempo che lo conduce alla vita e alla morte.nasce la riflessione su come impiegare il tempo della vita ( autarkeia epicurea). Parte conclusiva > vuole persuadere l'amico Postumo ( nome fittizio e lugubre) a godere dei beni presenti.

TRADUZIONE: Aihmè gli anni, Postumo, Postumo, scorrono fugaci, e la devozione non apporterà una sosta alle righe ed alla vecchiaia incombente ed all'indomabile morte, non se plachi, con trecento tori quanto corrono i giorni, l'implacabile Plutone, che racchiude il tre volte ampio Gerione e Tizio con la triste onda, che certamente dovrà essere attraversata da tutti, quanti mangiamo il frutto della terra, sia che saremo re o poveri contadini. Invano cercheremo di stare lontani dal cruento Marte, dai flutti dell'Adriatico rauco che s'infrangono, invano a ogni autunno temeremo l'Austro nocivo alla salute. Dovremo vedere il tetro Cocito che scorre con languido corso l'infame stirpe di Danao e Sisifo Eolide dannato per la lunga fatica. Dovremo lasciare la terra, la casa e la piacente moglie, e nessuno di quegli alberi che coltivi seguirà te breve padrone, a parte gli odiosi cipressi. Un erede piu' degno consumerà fino in fondo il vino Cecubo conservato sotto cento chiavi e bagnerà il pavimento col superbo vino, migliore di quello delle cene dei pontefici.

Labor, eris, lapsus sum, labi

Adfero, Fers, tuli latum ferre

Placeo, es, placui, placitum, ere

Compesco, is, pescui, ere

Scilicet

Vescor, eris, vesci

Enavigo, as, avi, atum, are

Careo

Metuo

Video, es, vidi, visum, ere

Damno, as, avi, atum, are

Liquo, is, liqui lictum), ere

Placeo, es, placui, placitum, ere

Colo, is, clui, cultum, ere

Invideo, es, vidi, visum, ere

Sequor, eris, secutus (sequutus)sum, sequi

Absum, abes, abfui, abesse

Tingo, is, tinxi, tinctum, ere

METRO: sistema alcaico


ODE 13 LIBRO III

Tema inserito nel contesto della festa italica delle fonti. Anche Orazio vi parteciperà in onore di una fonte che sgorgava nei pressi della sua villa sabina. Dati realistici della vita quotidiana sono incanalati nelle forme di una tradizione letteraria: il locus amoenus,la fresca fonte dove animali e uomini si dissetano, la promessa di sacrificio di un capretto rientrano nella tradizione bucolica. La fonte diventa simbolo di una vita semplice e pura, condotta nella quite della camna. Da questo quadro Orazio trae un potivo di poetica: la sua poesia è come l'acqua della fonte, cristallina, e grazie ad essa questa fonte diventerà un luogo famoso.la costruzione è armonica> cura stilistica, equilibri tra le parti ( modello = Callimaco). Il gusto è sottile e raffinato.

TRADUZIONE: O fonte di Bandusia piu' trasparente del cristallo degna di dolce vino puro, non senza fiori, domani ti sarà dato un capretto, a cui la fronte gonfia delle prime corna promette sia amore che battaglie invano: infatti ti sporcherà i gelidi ruscelli di sangue rosso rampollo del gregge vivace. Il tempo soffocante dell'agosto bruciante non puo' toccarti, tu offri un piacevole fresco ai tori stanchi per l'aratro e al bestiame errante. Diventerai anche tu una delle fonti famose, poiché io canto i lecci sovrastanti la grotta, dove le tue acque mormoranti saltellano giu.

Dono, as, avi, atum, are

Destino, as, avi, atum, are

Inficio, is, feci, fectum, ere

Nescio, is, ivi/ii, itum, ire

Tango, is, tetigi, tactum, ere

Praebeo, es, bui, bitum, ere

Fio, fis, factus sum, fieri

Dico, is, dixi, dictum, ere

Desilio, is, silui, sultum, ire

METRO: sistema asclepiadeo terzo


ODE 30 LIBRO III

Tema dominante , l'immortalità del canto che vince il tempo e la morte, insieme all'orgoglio del poeta per la grande opera compiuta. Orazio rivendica il primato di essere stato il fondatore di un genere nuovo, di aver trasferito per primo nella lingua latina i modi della lirica greca classica. La gioia di essere ricordato nel paese natale è un elemento tipico del commiato > contrasto con le umili origini e la grande gloria conseguita. Immortalità della poesia associata all'immortalità di Roma. Qui Orazio assume il ruolo di poeta vates. + emulatio nei confronti di Simonie e di Pindaro.

TRADUZIONE: ho costruito un monumento più duraturo del bronzo e più alto della mole delle regali piramidi, che né la pioggia che corrode, né l'Aquilone sfrenato, possano abbattere o la sequela infinita degli anni o la fuga del tempo. Non morirò completamente, e molta parte di me eviterà Libitina: sempre io crescerò rinnovato nella gloria dei posteri, finché il pontefice sale ( salirà) sul Campidoglio con la vestale silenziosa. (io sarò detto) si dirà che io, là dove l'Ofanto violento rumoreggia e dove Dauno povero di acque regnò su popoli agresti, divenuto grande da umile ( da umili origini) per primo riprodussi la poesia eolica in ritmi latini. Attribuisciti l'orgoglio guadagnato con i tuoi meriti e cingimi, o Melpomene benigna, la chioma con l'alloro delfico.

METRO: sistema asclepiadeo primo


ODE 7 LIBRO IV

L'invito al piacere è qui smorzato da considerazioni più meditate. Riflessione finale = sconsolata. Sollecitazione che viene da un confronto: la natura si rinnova attraverso la stagioni con un andamento circolare, mentre il percorso dell'uomo è rettilineo e destinato ad una conclusione. Per l'uomo, anche per il migliore, non c'è ritorno: la gloria è un valore non bastevole. È giusto quindi imparare ad usare bene il tempo, che è il vero metro di misura della vita.

TRADUZIONE: La neve si è sciolta, ritorna ormai l'erba ai campi e il fogliame agli alberi, la terra cambia ciclicamente e i fiumi vanno al di là delle rive ( tornano nel loro letto) rimpicciolendosi; la grazia insieme con le ninfe e le sorelle gemelle osa guidare nuda le danze. Non sperare nelle cose immortali, ci ammonisce l'anno e l'ora che porta via il giorno datore di vita. I freddi si addolciscono con zefiro, l'estate consuma la primavera ma a sua volta morirà, l'autunno portatore di frutti avrà donato i suoi frutti e poi torna l'inverno inattivo.

Tuttavia le fasi della luna riparano rapidamente i danni del cielo: ma una volta che siamo caduti laggiù dove il padre Enea, dove il ricco Tullo e dove Anco ( sono caduti, noi siamo polvere ombra.

Chissà se gli dei superi aggiungono alla somma di oggi il tempo di domani, tutte le cose fuggiranno dalle mani dell'avido erede, le cose che avrai messo da parte per te ( al tuo animo amico). Una volta che sarai caduto e Minosse avrà dato il giudizio su di te, pure bello, o Torquato, non ti riporterà sulla terra la stirpe nobile, l'eloquenza o il sentimento religioso; infatti diana non libera il pudico Ippolito dalle tenebre degli inferi né Teseo è capace di spezzare le catene infernali del caro Pirito.

Diffugio, is, fugi, ere

REDEO, IS, II, ITUM, IRE

Muto, 1a

Descrescentia

Praetero, is, ii/ivi, itum, ire

Audeo, es, ausus sum, ere

Duco, is, duxi, ductum, ere

Spero 1a

Moneo, se, ui, itum, ere

Rapio, is, rapui, raptum, ere

Mitesco, is, ere

Protero, es, terrui,territum, ere

Intereo, is, ii/itum, ire

Effundo, is, fudi, fusum, ere

Recurri, is,curri, cursum, ere

Reparo 1a

Deciso, is, cidi, ree

Scio, is, scvi/ii, scitum, scire

Adicio, is, ieci, iectum, ere

Fugo 1a

Do, das, dedi, datum, dare

Occido, is, occidi, occasum, ere

Facio, is, feci, factum, facere

Restituo, is, stitui, stitum, ere

Libero 1a

Valeo, es, ui, valiturus, ere

Abrumpo, is, rupi,ruptum, ere

METRO: sistema archilocheo secondo.





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