PROPERZIO- Elegiae I, 17
E meritatamente,
poiché ho potuto fuggire la mia fanciulla, ora io parlo ai solitari alcioni, e Cassiope non vedrà come al solito la mia carena e
tutti i desideri cadono nell'ingrata spiaggia. Anzi, anche se lontana, i venti
ti sono favorevoli, oh Cinzia: guarda, quali minacce terribili l'aria fa
risuonare. Non verrà alcuna Fortuna a placare le tempeste? Forse questa
piccola spiaggia coprirà il mio cadavere? Tu tuttavia converti in meglio
le tue dure lamentele: la notte e i pericolosi bassifondi siano per te una pena
sufficiente. O forse potrai seppellire la mia ombra con occhi asciutti,e non
tenere al tuo seno le mie ossa? Muoia chiunque per primo costruì navi e
vele e fece un viaggio nelle onde che non lo volevano! Non sarebbe stato
più facile vincere il carattere della mia signora -anche se dura,
tuttavia fu una rara fanciulla- che vedere spiagge circondate da boschi
sconosciuti e cercare i desiderati Tindaridi? Se
qualche destino avesse seppellito là il mio dolore, e la pietra tombale
si ergesse sull'amore sepolto, ella avrebbe donato i cari capelli al mio
funerale, e dolcemente avrebbe posto le mie ossa in tenere rose; ella avrebbe
chiamato il mio nome sull'ultima cenere, (pregando) che la terra non mi fosse
di alcun peso. E voi, lie marine della bella Doride, sciogliete le candide
vele con una danza propiziatoria: se mai Amore scendendo toccasse le vostre
onde, risparmiate un comno con spiagge tranquille.