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SENECA DE CLEMENTIA, LIBRO III

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SENECA

DE CLEMENTIA

LIBRO III


Ammettiamo pure che egli sia stato moderato e clemente, si certo! Dopo che il mare di Azio fu tinto di sangue romano; si certo! Dopo che le flotte, quelle sue e quelle degli altri, furono distrutte in Sicilia; si certo! Dopo che gli altari di Perugia e le proscrizioni, ma io non chiamo clemenza una crudeltà esausta; questa è, o (Cesare) Nerone, la vera clemenza, quella che dimostri tu, che non è iniziata dal pentimento per la crudeltà: (sott. la vera clemenza è) non avere nessuna macchia, non avere mai versato sangue dei cittadini; questa consiste nella più completa e sincera padronanza del proprio animo nel potere più grnade e nell'amore per il genre umano non provare concretamente, corrotto da qualche passione, o dalla sconsideratezza dell'animo o dagli esempi dei principi precedenti, quanto ti sia possibile fare contro i tuoi cittadini, ma piuttosto smussare la punta del proprio potere.



O Cesare, hai impedito che la città si macchiasse di sangue, e ciò di cui ti sei vantato pienamente di non aver versato mai neanche una goccia di sangue umano in tutto l'impero, per questo è più grande e più mirabile, poichè a nessuno è stata mai affidato il potere (lett. la spada) in così giovane età.


Pertanto la clemenza rende gli uomini più degni d'onore, ma anche più sicuri è (la clemenza è) l'ornamento del potere e anche salvezza sicura. Quale è il motivo per cui i re invecchino e abbiano lasciato i regni ai li e ai nipoti, mentre il potere dei tiranni è odioso e breve?



Quale è la differenza fra il tiranno ed un re? Infatti all'apparenza la loro condizione e la loro libertà di agire è uguale), se non che i tiranni infieriscono secondo il proprio piacere mentre i re se non a conseguenza delle necessità?


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