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Appunti, Tesina di, appunto latino

Versione "Finzia e Damòne"

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Versione "Finzia e Damòne"

n° 3 98 del Nuovo Comprendere e Tradurre

grammatica descrittiva e contrastiva della lingua latina

materiali di lavoro-volume due


Quando il tiranno di Siracusa era Dionigi, che era molto crudele e tormentava ogni giorno i cittadini in vari modi, Finzia, il seguace di Pitagora, volendo essere utile ai suoi concittadini, decise di ucciderlo. Ma, mentre Finzia stava per colpire il tiranno con un pugnale, le guardie di Dionigi lo catturarono e lo portarono dal tiranno, che lo condannò a morte.



Finzia accettò con animo sereno la sentenza ma chiese al tiranno tre giorni, per poter rivedere la madre per l'ultima volta, e diede come garante l'amico Damòne.

Dionigi, gettato in prigione Damòne, liberò Finzia. Finzia rivide la madre, ma il suo ritorno fu assai difficile poiché, a causa di una forte pioggia, non poteva attraversare il fiume profondo e vorticoso. Il giorno stabilito i soldati stavano per uccidere Damòne al posto di Finzia, quando repentinamente giunse l'amico. Dionigi, commosso da tanto grande esempio di lealtà, concesse la grazia a Finzia e lasciò andare entrambi gli amici incolumi.




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