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A mio padre

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A mio padre


Padre, se anche tu non fossi mio

padre, se anche fossi un uomo estraneo,

per te stesso egualmente t'amerei.


Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno

che la prima viola sull'opposto

muro scopristi dalla tua finestra

e ce ne desti la novella allegro.

Poi la scala di legno tolta in spalla

di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.

Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo

che la sorella mia piccola ancora

per la casa inseguivi minacciando

(la caparbia aveva fatto non so che).

Ma raggiuntola che strillava forte

dalla paura ti mancava il cuore;

ché avevi visto te inseguir la tua

piccola lia, e tutta spaventata

tu vacillante l'attiravi al petto,

e con carezze dentro le tue braccia

l'avviluppavi come per difenderla



da quel cattivo ch'era il tu di prima.


Padre, se anche tu non fossi il mio

padre, se anche fossi un uomo estraneo,

fra tutti quanti gli uomini già tanto

pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

Camillo Sbarbaro.


Spiegazione in prosa della poesia.

Questa poesia, scritta da Camillo Sbarbaro, narra dell'amore verso suo padre che sembrava un ragazzo come lui e che se fosse stato un estraneo l'avrebbe amato ugualmente.

Si ricorda che un mattino d'inverno sul muro di fronte, gli diede un fiore che rappresentava la bellissima notizia (cioè che era iniziata la primavera).

Poi si ricordava che una volta suo padre aveva cercato di picchiare sua sorella più piccola (per un motivo che il poeta non ricorda) poi però vedendola piangere la strinse forte tra le sue braccia per rassicurarla e per difenderla da quella piccola persona cattiva che si trovava in lui.

Questo mi fa capire quanto è importante la ura di un padre per un bambino.




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