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Articolo di giornale LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni (1707-1793)

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Articolo di giornale


Rivista: Famiglia Cristiana


Collocazione: Cultura / La biblioteca di famiglia


Informazioni sul libro:


LA LOCANDIERA




di Carlo Goldoni (1707-l793), edizione Einaudi, g. 99, £. 6.000;


Carlo Goldoni, commediografo e scrittore italiano, nel 1734 cominciò a scrivere per il teatro; dopo pochi anni si dedicò completamente alla commedia; dal 1762 divenne direttore del Teatro Italiano a Parigi. Goldoni sostituì alla farsa della 'commedia dell'arte' quella di carattere e di costumi, nella quale l'interesse drammatico era sostenuto dalla ricchezza dell'invenzione scenica e dalla vivacità del dialogo e dello stile.

Scrisse 150 commedie, in prosa e in versi martelliani, in dialetto veneziano, in italiano e in francese. Le più belle e celebri: La vedova scaltra, La bottega del caffè, Il bugiardo, I rusteghi, La casa nova, Il campiello, Le baruffe chiozzotte, Il ventaglio, La serva amorosa, ecc. Scrisse anche in francese le sue Memorie. Fra tutte le commedie da lui composte, egli ritiene che "La locandiera", rappresentata per la prima volta a Venezia nel carnevale del 1753, sia la più morale, la più utile e la più istruttiva.

L'intera commedia è centrata sul personaggio di Mirandolina, una locandiera molto affascinante, che è corteggiata da due nobili, il conte d'Albafiorita e il marchese di Forlipopoli. Il primo sempre impegnato a farle costosi regali e il secondo appartenente a quella parte di nobiltà decaduta e ormai senza mezzi, tenta di conquistarla con promesse di protezione. Anche Fabrizio, cameriere della locanda, che le era stato suggerito come marito dal padre prima che morisse, è innamorato di lei.

Nella locanda viene ospitato anche il cavaliere di Ripafratta, un convinto misogino che si vanta di essere immune al fascino femminile ed anzi sostiene di essere "nemico delle donne".

Approfittando dell' arrivo di due commedianti, Ortensia e Dejanira, che attraggono gli interessi dei due nobili, Mirandolina decide di voler conquistare per ripicca il cuore del cavaliere a lei ostile e punire la sua superbia misogina.

Mirandolina, grazie al suo fascino seduttivo, gioca equivocamente con i suoi corteggiatori, e senza troppe difficoltà riesce a far innamorare il cavaliere, causando gelosie e liti tra i tre pretendenti. Riuscita nell'intento di far modulare il cavaliere, ella però ne rifiuta l'amore così come prima aveva rifiutato la corte dei due nobili e concede la propria mano al cameriere della locanda Fabrizio.

Tematiche di questa commedia sono la differenza sociale evidenziata dall'opposizione tra il "denaro" del Conte e la "protezione" del Marchese e la differenza tra i sessi evidenziata dalla misoginia del Cavaliere di Ripafratta.

In questa commedia l'autore presenta la vicenda del Cavaliere come un esempio di "superba presunzione" cioè un caso di comportamento asociale e irrazionale che, come tale, deve essere punito. Mentre attraverso il personaggio di Mirandolina ha voluto mostrare la "crudeltà" con cui certe donne si burlano di poveri uomini, affinché siano avvertiti dei pericoli che corrono.

Il personaggio di Mirandolina è l'incarnazione della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne. Essa è una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere, desidera prendersi una sana rivincita in nome del sesso femminile che acquisterà un significato esemplare e un valore di emancipazione.

Dal suo carattere emergono varie componenti che caratterizzano l'ambiguità di questo personaggio: il bisogno di affermazione, la rivalsa sociale e di sesso, lo sfrenato narcisismo e il desiderio di conquista e di dominio sugli uomini.

Mirandolina è una donna d'affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel 700 che a conti, marchesi e cavalieri, preferisce una prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda.

Goldoni , con la ura di Mirandolina, a parer mio, vuol far notare ai lettori come la ura della donna sia cambiata nel corso dei secoli. La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell'uomo per costruirsi una vita, contrariamente a quanto succedeva prima del 700 quando le donne avevano sempre bisogno di una ura maschile: il padre e il marito. Così l'autore fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere "schiava" dell'uomo.




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