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CONSEGNA: Traccia il quadro storico e la poetica del Decadentismo, soffermandoti in particolare sulle poetiche di Pascoli e D'Annunzio, trovando analo

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CONSEGNA: Traccia il quadro storico e la poetica del Decadentismo, soffermandoti in particolare sulle poetiche di Pascoli e D'Annunzio, trovando analogie e differenze.



Tra l'Ottocento e il Novecento si diffonde una nuova corrente letteraria in tutta Europa: il Decadentismo. Il periodo in cui si diffonde è uno dei più favorevoli per l'Europa. Siamo in piena rivoluzione industriale, la seconda, in cui nascono nuove invenzioni: la macchina, l'aereo, le prime pellicole e quindi i primi cinema. Avviene il processo della Urbanizzazione, cioè i contadini si trasferiscono dalle camne alle città e nei paesi più industrializzati d'Europa e d'America. La borghesia mira soprattutto al potere, non come quando era a favore del popolo durante la Rivoluzione Francese. Dal 1870 in poi l'Europa conosce un lungo periodo di pace, fino al 1914 quando scoppia la Prima Guerra Mondiale.

Come ogni corrente letteraria, anche il Decadentismo ha la sua poetica. Infatti i poeti decadenti non credono nella ragione e affermano che i misteri e i problemi della vita si possono risolvere con l'intuizione. Vogliono evadere dalla realtà, cioè rimpiangono la vita primitiva e vorrebbero ritornare fanciulli. Un'altra caratteristica è quello dell'individualismo, cioè esaltano il proprio io e rifiutano i normali schemi della metrica con versi liberi e accostano parole dialettali a parole italiane.



Gli autori decadenti sono molti tra cui Paul Verlaine, Giovanni Pascoli, Gabriele D'Annunzio, Luigi Pirandello e Italo Svevo. Troviamo anche il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche che elabora l'idea del Superuomo (a cui faranno riferimento Gabriele D'Annunzio e Adolf Hitler per gli ideali nazisti) e il medico austriaco Sigmund Freud che fonda la psicoanalisi moderna.

Un autore molto importante del Decadentismo è stato Giovanni Pascoli. Esso nasce a San Mauro dove vive un'infanzia tormentata dalla morte del padre (a cui poi dedicherà una poesia chiamata "X Agosto") e dalla morte, in seguito, della madre e di tre fratelli. Dopo aver vissuto delle difficoltà riesce ad avere una borsa di studio diventa allievo di Carducci a cui poi succede alla cattedra di insegnante di lettere all'università di Bologna. Muore a Bologna. Le sue opere più importanti sono "Canti di Castelvecchio", "Il Fanciullino" e "La grande proletaria si è mossa". La poetica del Pascoli è visibilmente decadente. Infatti esalta il proprio io fanciullo che può capire il significato delle "Piccole Cose": gli alberi, i fiori, la casa, gli affetti familiari. Per questo Pascoli viene soprannominato "il poeta delle Piccole Cose".

Un altro importante autore decadente fu Gabriele D'Annunzio. La sua vita è stata caratterizzata da incontri mondani, da amori e da moltissimi debiti. Per questo scappa da molte città. Alla fine si stabilisce a Gardone Riviera, dove si occupa di trasformare la sua villa nel museo della sua vita, che lascia in dono allo Stato dopo la sua morte, avvenuta nel 1938. Le sue opere sono state tante, tra cui "Alcyone", "La lia di Lorio" e "La pioggia nel pineto". La poetica del D'Annunzio è pervasa  dall'individualismo. Esalta l'idea del superomismo, cioè di un uomo che si deve differenziare dagli altri e fare differenza tra razze superiori e razze inferiori. Le analogie tra i due autori sono molte, ma una fra tutte è quella individualista. Pascoli esalta l'io fanciullo e D'Annunzio l'io superuomo. L'unica differenza, oltre alle tematiche che adottano, è la vita che hanno condotto. Pascoli ha condotto una vita normale, mentre D'Annunzio ha condotto una vita frenetica e mondana. A me tra, i due, è piaciuto di più Pascoli, per questa sua idea del fanciullino: dentro ognuno di noi c'è e ci sarà per sempre un animo fanciullesco.
















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