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CUORE, Edmondo De Amicis - Scheda di lettura

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CUORE

Edmondo De Amicis



Scheda di lettura



Autore, Titolo, Casa Editrice, Anno di edizione.

Autore: Edmondo De Amicis

Titolo: Cuore

Casa Editrice: Fratelli Treves, editori

Anno di edizione: 1915



Brevi notizie biografiche sull'autore.



Nato ad Oneglia, Imperia, nel 1846, e dopo aver studiato a Cuneo e a Torino Edmondo De Amicis entrò a sedici anni nella scuola militare di Modena nella quale divenne ufficiale. Nel 1866 prese parte alla battaglia di Custoza (terza guerra di indipendenza), nel 1868 fu in Sicilia dove era scoppiata una tremenda epidemia di colera e nel 1870 fu tra gli autori della Breccia di Porta Pia. Intanto iniziava l'attività di scrittore pubblicando i bozzetti sulla vita in caserma, nel 1868, dal titolo Vita militare , scritti con lo scopo di provare che la caserma è una vera scuola di educazione nazionale. I bozzetti di impronta pre-verista gli diedero subito una larga notorietà. Dimessosi dall'esercito, divenne giornalista; viaggiò molto e scrisse una fortunata serie di reportage sui vari paesi visitati: la Sna, nel 1873, l'Olanda, nel 1874, il Marocco, nel 1876, e Costantinopoli, nel 1878. Dopo essere divenuto lo scrittore più letto in Italia, in seguito allo straordinario successo del libro Cuore (1886), De Amicis aderì al nascente Partito socialista, nel 1891. Si trattò di una partecipazione sincera e tutt'altro che superficiale, tanto è vero che essa si spinse fino ad una sorta di autocritica implicita delle idee nazionaliste di Cuore e non mancò di misurarsi anche con il pensiero dei fondatori del marxismo. L'interesse per problemi sociali, seppure visti con uno spirito umanitario intriso di paternalismo, trova traccia nelle opere successive: Sull'Oceano, un libro sugli emigrati, Il romanzo di un maestro, La maestrina degli operai, Lotte civili, La carrozza di tutti (e un Primo Maggio scoperto di recente). Gli ultimi anni di De Amicis furono segnati dalla morte della madre amatissima e dal suicidio del lio Furio, oltre che dall'aspro dissidio con la moglie. Morì, infine, a Bordighera nel 1908.



Breve trama.

Come scrive nella breve prefazione, l'autore finge che un ragazzo di terza elementare, Enrico Bottini, di facoltosa famiglia borghese di Torino, abbia raccolto in un suo quaderno le impressioni, le vicende, la storia dell'anno scolastico 1881-82 e che poi le note siano state rivedute dal ragazzo stesso in età più matura, e dal padre che però avrebbe cercato, fin dov'era possibile, di non alterare il testo originale.

Il libro (diviso in undici mesi, da ottobre a luglio) si compone di una successione di aneddoti e bozzetti di vita scolastica, da cui risulta soprattutto una serie di ritratti di comni, appartenenti a diverse classi sociali, e dai caratteri più vari. Si snoda così la vicenda di un anno scolastico tipo e, attraverso di esso, un quadro della società torinese dell'età umbertina. Alle ine del diario del ragazzo si alternano i racconti mensili edificanti che il maestro propone agli scolari e ammonimenti, consigli e qualche volta rimproveri che padre, madre e sorella lasciano sul diario di Enrico.

Di particolare importanza sono appunto le lettere scritte dai familiari di Enrico ed i racconti mensili (che il maestro ha dettato) che sono sempre narrazioni di atti eroici compiuti da fanciulli: il piccolo patriota padovano che rifiuta il denaro datogli da chi sparla del nostro paese; la piccola vedetta lombarda, un fanciullo che in guerra dall'alto di un albero, spia le mosse del nemico finché una pallottola lo fulmina; il piccolo scrivano fiorentino che si affatica la notte a copiar sectiune per il padre, il quale ignora il sacrificio del bambino e lo rimprovera duramente; il tamburino sardo, un ragazzo che reca un messaggio di guerra in posizione pericolosissima finché un proiettile non gli spezza una gamba; l'infermiere di Tata, un giovinetto che assiste lungamente e amorosamente un malato credendo che sia il proprio papà; sangue romagnolo, un ragazzo traviato ma non cattivo che muore per salvare la nonna; valor civile, il racconto di un ragazzo che salva il comno in pericolo di annegare; dagli Appennini alle Ande, storia di un piccolo genovese, che attraverso ogni difficoltà, riesce a trovare la madre; naufragio, l'atto eroico di un ragazzo che cede il posto sulla scialuppa a una bambina e muore travolto dalle onde.



Tempi.

Non essendo esplicito il periodo d'ambientazione del racconto, posso dedurre da altri elementi che la vicenda si svolga alla fine dell'Ottocento, contemporaneamente alla stesura del testo. Si può notare, inoltre, che all'inizio di ogni modulo, è segnato il giorno e il mese del racconto, come se fosse un diario.

Secondo me, il tempo della storia e il tempo del racconto coincidono, perché ogni modulo ha un giorno preciso e alla fine tutto il libro segna un anno scolastico di Enrico.



Luoghi.

Il racconto è ambientato nell'appena nato Regno d'Italia.



Personaggi principali.

Enrico Bottini

Ragazzo di terza elementare, di famiglia borghese.

Maestro Perboni

Uomo alto, senza barba, con i capelli grigi, lunghi, con una ruga dritta nella fronte e una voce grossa.

Maestra di prima superiore

Donna piccola, con qualche capello bianco, un sorriso allegro e malinconico, è premurosa, indulgente, buona e amorosa.

Direttore

Uomo alto, calvo, con un paio di occhiali d'oro, barba grigia fino al petto.

Calabrese

Comno di classe di Enrico, dal viso scuro, capelli neri, occhi grandi e neri, con sopracciglia folte e unite.

Derossi

Comno di classe di Enrico e primo della classe. Ha 12 anni, ha una buona memoria, è grande, bello, dai riccioli biondi ed è il lio di un negoziante.

Garrone

Comno di classe di Enrico ed ha 14 anni. È grande ma buono, ha la testa grossa e le spalle larghe.

Nelli

Comno di classe di Enrico, povero, buono, gracile, col viso magro e respira a fatica.

Garoffi

Comno di classe di Enrico, alto, magro, con il naso a becco di civetta, occhi piccoli e furbi ed è lio di un droghiere.

Nobis

Comno di classe di Enrico, superbo, lio di un ricco negoziante, dal sorriso sprezzante e guarda tutti dall'alto in basso.

Franti

Comno di classe di Enrico, dalla fronte bassa, occhi torbidi, è dispettoso, furbo ed egoista.



Narratore e focalizzazione.

Il narratore è interno e la focalizzazione è interna e fissa.



Lingua e stile.

Il lessico, qualche volta, è antiquato ma compaiono spesso delle frasi in dialetto. La sintassi è elementare, come quella di un ragazzo di quell'epoca. La punteggiatura è rigorosa.

Nel corso della lettura ho trovato alcune similitudini (" . si imputavano come somarelli . ", " . ci guardava tutti fisso, l'un dopo l'altro, come per leggerci dentro.", " . faccia tonda come una mola . " e " . gli batte la mano sul collo come a un buon torello tranquillo") e una metafora (" . naso a becco di civetta . ").



Genere letterario dell'opera.

Il romanzo è realistico.



Commento.

Questo libro mi è piaciuto perché mi ha fatto capire come scorreva la vita anni fa quando si lavorava molto, cosa succedeva quando era inverno e c'era la neve, il rapporto tra poveri e ricchi, la mortalità (massimo 60 anni), l'educazione scolastica, estremamente vitale per quell'epoca, e i continui rimproveri al lio da parte dei genitori per una scarsa educazione.

Ritengo che questo libro faccia capire a noi giovani la vita d'anni fa, per questo mi ha interessato.





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