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Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più. E' la storia de 'Il Barone rampante', il romanzo con cui, a mio parere, Calvino ha raggiunto l'acme. E' un libro che sfugge ad ogni definizione precisa, di sicuro è un'allegoria, quindi una metafora che sottintende un significato, ma quale possa essere questo significato non è chiaro.
La storia di Cosimo Piovasco di Rondò è facilmente accostabile alla favola di 'Peter Pan' o di 'Alice nel paese delle meraviglie', rappresenta quasi un libro scritto per gioco; ma è anche un libro che può essere trovato accostato in uno scaffale a il 'Don Chicotte' o al 'Gulliver'.
Il Barone Rampante è dunque un'avventura scritta per gioco, ma il gioco sembra ogni tanto complicarsi, trasformarsi; il fatto di svolgersi nel XVIII, dà al libro una certa aria di 'serietà', a volte tende anche ad essere un romanzo storico in cui attorno al protagonista si muovono uomini di grande importanza come Napoleone, Diderot, Voltaire. E non è neppure un romanzo storico. Questi personaggi illustri del Settecento non sono altro che uno sfondo alla storia di Cosimo.
La rievocazione nostalgica dei personaggi dell'infanzia, alcuni momenti felici dell'infanzia, forse fanno di questo libro un romanzo di memorie? Neppure questo. Persino l'autore non chiarisce i significati nascosti dell'allegoria:' L'uomo che vive sugli alberi . E' un'allegoria del poeta, del suo modo sospeso di essere nel mondo? E, più in particolare, è un'allegoria del disimpegno? Oppure al contrario dell'impegno? 'Con certezza possiamo affermare che la salita sugli alberi di Cosimo Piovasco di Rondò è un atto di ribellione all'autoritarismo paterno; che cosa vuole dunque intendere Calvino con questa ribellione e a chi realmente la rivolge l'autore? E' allegoria dell'allegoria. Il Barone non è altro, dunque, in senso lato che un approfondimento da parte dell'autore della sua scelta formale. Il rigore morale con cui tiene fede della sua scelta di non scendere a più a terra è il tentativo di Calvino di mantenere la sua scelta di forma. Ed ecco, quindi, il distacco necessario della realtà presente per continuare ad avere la possibilità di dire: 'no', di negare l'oggettivismo, il mondo in cui il soggetto non ha più la possibilità di esprimersi liberamente ma dove invece è costretto a fare compromessi. L'allegoria diventa dunque il luogo della negazione, della prospettiva storica: 'l'allegoria è l'espressione della dimensione storica della coscienza'.
Ma la vita sugli alberi di Cosimo viene fraintesa; la sua presenza lì in alto diventa per i terrestri un elemento paesaggistico, una stranezza in più in un secolo rivoluzionario quale era il Settecento o come lo è il Novecento. Ma il 'Progetto di Costituzione di uno Stato ideale fondato sugli alberi' scritto da Cosimo, rappresenta ben altro che un elemento pittoresco; è invece la prospettiva di Calvino di un mondo aperto al domani fatto però non solo di 'progresso' ma di idee e di rispetto delle idee. La vocazione di Calvino per la scelta formale dell'allegoria equivale al suo dire: 'no'. Come lo fa Cosimo quando decide di non mangiare le lumache. Quel 'no' però si affievolisce quando Cosimo muore volando, attaccato al filo di una mongolfiera, in cielo. La sua morte rappresenta la fine dell'opera, ma anche la consapevolezza dell'esilità dell'allegoria. Essa si è difesa dall'accusa di essere una forma di evasione, ma sente che la sua consistenza è volata in cielo insieme a Cosimo. 'Il soggetto sente che la negazione è ormai relegata alla sola ina scritta: un'insensata esercitazione di stile, una galoppata fantastica di segni in segni sulla carta bianca.
IL TITOLO: Il Barone rampante
L'AUTORE: Italo Calvino
IL GENERE: Romanzo storico-fantastico
LA STORIA: dopo l'ennesima monelleria, Cosimo viene costretto dal padre a mangiare un piatto di lumache, si rifiuta, scappa in giardino, sale su un albero e promette che non scenderà più. Vive così fino alla morte, senza mai toccare terra, guardando dall'alto la vita che scorre
I PERSONAGGI:Cosimo, primogenito della nobile famiglia Piovasco di Rondò, un tipo ribelle e stravagante. Ruotano intorno a lui il fratello, narratore interno alla vicenda, il padre, la madre, la sorella Battista, l'abate Fauchelafleur, il Cavalier Avvocato.
IL TEMPO: la vicenda inizia il 15 giugno 1767.
IL LUOGO: Ombrosa, villa e bosco circostante.
IL MESSAGGIO: ribellione e rifiuto convinto di una realtà che impone convenzioni e rapporti non sentiti, elogio dell'indipendenza di pensiero e satira di una classe sociale imbalsamata, bigotta, conformista.
IL LINGUAGGIO: semplice e chiaro, con alcuni termini della lingua snola. E' frequentemente usato il discorso diretto.
UNA RAGIONE PER LEGGERLO: è un libro divertente, originale, ricco di riferimenti indiretti alla realtà nella quale tutti noi viviamo.
PER CHI: tutti, veramente tutti, sia per chi vuole dedicarsi ad una lettura disimpegnata sia, al contrario, per chi vuole meditare sui grandi problemi dell'esistenza.
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