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Il Gattopardo - Il Gattopardo - PERSONAGGI



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Autore

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Titolo

il Gattopardo

Casa editrice

Feltrinelli



Anno di edizione

1971, pp 187, L 600

Genere :

romanzo storico - sociale

Riassunto

la vicenda si svolge in Sicilia nel 1860, all'epoca del tramonto borbonico. È di scena una famiglia della più alta aristocrazia siciliana, colta nel delicato momento del trapasso del regime.

Il romanzo è centrato sul principe Don Fabrizio Salina della prestigiosa casata del Gattopardo che si trova ad affrontare i pesanti cambiamenti della società di allora.

Il romanzo si apre a villa Salina con la descrizione del principe e della partenza di suo nipote Tancredi che, sebbene aristocratico, si unisce a Garibaldi .

La narrazione, attraverso un'ellissi, passa all'agosto di quello stesso 1860 e alla permanenza dei Salina nella loro villa estiva, presso Donnafugata. Lì il principe apprende della ascesa economica del borghese Don Calogero Sedàra e dell'infatuazione di Tancredi per sua lia Concetta. La vita di quest'ultimo, cambia quella sera stessa e non certo per la felicità della cugina innamorata.

Quel giorno, al palazzo, viene organizzata una cena alla quale sono invitati anche alcuni paesani, tra cui Don Calogero e sua lia Angelica. Quest'ultima si rivela essere una bellissima ragazza diciassettenne che, oltre ad essere attraente, è anche piuttosto colta e raffinata.

Lascia tutti i presenti senza parole, tutti compreso Tancredi che se ne innamora perdutamente.

Passati pochi mesi, Don Fabrizio riceve dal nipote, che era ripartito, una lettera. In essa il giovane confessa il suo grande amore per Angelica e prega lo zio di chiedere al padre la sua mano. La ragazza acconsente, non tanto per amore, ma perché vede in lui la possibilità di entrare a far parte della nobiltà siciliana.

Dopo il plebiscito, nel quale vota sì anche Don Fabrizio (che riteneva che l'unico modo per non cambiare le cose fosse quello di modificarle), si stabilisce che la Sicilia sarebbe stata annessa al Regno di Sardegna.

Qualche tempo dopo fa il suo rientro a casa anche Tancredi, accomnato da due amici conosciuti nell'esercito del Regno di Sardegna, del quale fanno parte.

Durante quel periodo Angelica e Tancredi passano molto tempo insieme nelle stanze più sconosciute del palazzo di Donnafugata; mentre uno degli amici del ragazzo tenta di sedurre Concetta, che però non ricambia i sentimenti dell'innamorato.

Dopo la permanenza di padre Pirrone al suo paese natale, per celebrare l'anniversario di morte del padre, la famiglia si reca al completo al grande ballo dato dai Ponteleone. Lì Don Fabrizio sente il suo prossimo declino: probabilmente l'ultimo momento di apparente felicità è rappresentato dal ballo concessogli da Angelica, in cui, per l'ultima volta, si sente parte della giovinezza.

Inizia dunque la parabola discendente del romanzo : il Principe, dopo delle brevi considerazioni sulla sua vita, in cui afferma di averne vissuta veramente poca, spira acciaccato dai malanni ma circondato dai parenti.

Nell'ultima parte del romanzo sono ritratte le tre lie di Don Fabrizio: Concetta, Carolina e Caterina, rimaste zitelle. Concetta rimpiange il suo passato rendendosi conto che la sua vita era stata uno sbaglio, e la causa di ciò era soltanto lei e non gli altri, come aveva sempre pensato.


PERSONAGGI


Principe Salina


Il Principe Salina viene presentato come un uomo grande e forte; nel testo l'autore dice di lui che poteva tranquillamente stritolare le monete con le sue stesse mani, che però potevano anche essere delicatissime per maneggiare i suoi delicatissimi telescopi.



Nel Principe si nota l'origine Tedesca della madre dalla sua carnagione chiara e dal colore biondo dei suoi capelli. È sposato con Maria Stella dalla quale ha avuto sette li (quattro maschi e tre femmine) e che ha frequentemente tradito con donne più giovani, dalle quali otteneva la carnalità che la moglie non era in grado di offrirgli, perché troppo legata alla religione.

La vita sua e quella della sua numerosa famiglia scorre monotona e tranquilla : per i familiari il Principe prova persino un lieve sentimento di disprezzo per la loro piattezza morale , con la sola eccezione di Tancredi, il nipote, preferito allo stesso primogenito Paolo per vivacità, imprevedibilità e prontezza di spirito : un vero, giovane Gattopardo, così com'era stato lui in passato


Tancredi


Tancredi, il nipote pupillo del principe Salina è un giovane baldanzoso e anche abbastanza indisciplinato, tanto da arrivare ad unirsi alle forze partigiane che in quel momento stavano combattendo contro le forze reali, nonostante egli stesso appartenesse all'aristocrazia.

Egli ha molta stima dello zio e lo considera come un padre poiché, morti i suoi genitori quando era piccolo, Don Fabrizio lo aveva subito accolto nella sua famiglia ed era stato suo tutore.


Angelica


Angelica è la lia Don Calogero Sedara e e la prima volta alla corte dei Salina creando uno stupore generale per la sua straordinaria bellezza, che colpisce in particolar modo Tancredi che subito se ne innamora. Ella in seguito ha il modo di esprimere anche la sua intelligenza, che aveva sviluppato in un collegio a Firenze dove aveva appreso una lingua pura, le maniere e gli atteggiamenti da usare in ambienti come la corte dei Salina.


Don Calogero Sedara


E' il padre di Angelica e il sindaco di Donnafugata. Nel libro lui rappresenta la classe borghese che sta prendendo il sopravvento e nel suo carattere e viene presentato come un uomo molto avaro e attaccato al denaro. Comunque, nonostante che sia un uomo molto ricco, non può nascondere le sue origini povere che si manifestano nei suoi atteggiamenti abbastanza rozzi e inadatti all'ambiente regale in cui viene posto nel romanzo


Concetta


E' lia di Don Fabrizio ed è innamorata di Tancredi. Rimarrà celibe a causa della sua timidezza e dei suoi modi riservati. Sarà protagonista nella parte terminale del romanzo in cui rimpiangerà le scelte compiute nel passato.


Padre Pirrone


Padre Pirrone è l'uomo di chiesa di Salina e il precettore dei li di Don Fabrizio. All'inizio sembra condurre una vita piuttosto sciatta, passata a concedere assoluzioni al Principe per le sue scappatelle notturne. E invece, a sorpresa, la sua ura è di molto rivalutata a S.Cono, quando grazie alla sua furbizia, riesce a dirimere un' intricata lite familiare fra popolani.



Rapporto Fabula- Intreccio


Nel romanzo prevale la fabula anche se a volte vi sono dei flash - back  soprattutto nella parte terminale del racconto. Negli ultimi moduli Don Fabrizio prima e Concetta poi ripensano alla loro giovinezza narrandone alcuni episodi.




Narratore e focalizzazione

Tomasi di Lampedusa è un narratore onnisciente (focalizzazione zero), che conosce in partenza il reale svolgimento dei fatti. Anche se egli a volte si limita a riportare semplicemente i fatti, spesso si trovano riferimenti ad avvenimenti futuri, come le anticipazioni su Angelica e Don Fabrizio.


Stile


Il romanzo è scritto in un registro medio - alto, che si adatta alle caratteristiche e alla posizione sociale dei personaggi. L'autore inoltre fa uso di digressioni, sommari ed ellissi infatti vi sono molti "salti temporali" anche di diversi anni. Da notare anche l'uso di numerose ure retoriche quali similitudini, metafore e personificazioni presenti soprattutto nelle descrizioni di Don Fabrizio e della Sicilia.


Sequenza


Una delle sequenze che mi ha colpito maggiormente è quella della cena a Donnafugata. Credo che sia una delle scene più importanti perché cambierà radicalmente il proseguimento della storia.

L'arrivo di Angelica è maestoso, il tempo sembra fermarsi e tutti gli sguardi della sala sono puntati su di lei. Tancredi viene come rapito dalla sua bellezza quasi divina: la carnagione lattea, gli occhi verdi e immoti, la bocca rosea, i capelli color notte . ella non aveva più niente a che fare con la tredicenne poco curata e bruttina di quattro anni prima e non pochi stentano a riconoscerla.

Lo sguardo trasognato di Tancredi distrugge in un solo istante il cuore di Concetta che vede i suoi sogni d'amore infranti dall'apparizione di Angelica.

Sempre in questa scena vi è l'incontro tra Don Fabrizio e Don Calogero. Essi sono i rappresentanti della nobiltà e della borghesia di Donnafugata e sono profondamente diversi tra loro: uno educato ed elegante, l'altro rozzo e camnolo (da notare la sua buffa apparizione con abiti ritenuti ridicoli dal principe).

Nasce un forte rivalità tra i due (che però si attenuerà col tempo) ma anche un grande rispetto reciproco.


Giudizio Personale


Dal punto di vista storico questo libro è un capolavoro poiché ci permette di definire un quadro preciso della situazione politica e sociale di un periodo pieno di cambiamenti che hanno portato alla formazione del primo regno d'Italia.

Esso si incentra su personaggi profondamente diversi sia per età che per classe sociale che per ideologia. Tancredi è l'esempio dell'uomo che si è formato dall'unione delle due classi sociali, egli infatti pur essendo aristocratico partecipa ai moti Garibaldini durante i quali viene anche ferito.

Tomasi di Lampedusa è molto bravo nel descrivere la psicologia di Don Fabrizio Salina analizzando i suoi pensieri a volte profondi a volte ironici.

I difetti dell'opera sono, secondo me, la mancanza di una vera e propria trama ricca di avvenimenti, che magari avrebbe potuto alleggerire un po' la narrazione, che in alcuni tratti diventa piuttosto pesante, quando si sofferma nelle lunghe descrizioni dei paesaggi e di tutti i loro minimi dettagli.








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