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Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani



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Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani


Vita 

Giorgio Bassani nacque a Bologna il 4 marzo 1916 da una famiglia borghese di origine ebraica, ma il suo nucleo esistenziale e letterario fu Ferrara, dove trascorse l'infanzia e la giovinezza.

A Ferrara Bassani studiò fino alla maturità classica, per laurearsi poi a Bologna in Lettere nel 1939. In questi anni frequentò la comunità israelitica della città e sperimentò la persecuzione fascista e nazista. Nel 1938, infatti, le leggi razziali bloccarono i possibili sviluppi dell'attività di Bassani e finirono per incidere sul suo mondo affettivo. Lo testimonia il primo libro, "Una città di pianura", stampato privatamente nel 1940, che egli dovette firmare con il nome di Giacomo Marchi.
Durante gli anni della guerra Bassani militava nelle file dell'antifascismo clandestino e proprio a causa della sua netta opposizione alla dittatura fu incarcerato nel 1943, poco prima della caduta di Mussolini.



Dopo la scarcerazione, l'autore partecipò alla Resistenza e, nell'autunno di quello stesso anno, si trasferì definitivamente a Roma, dove tentò la via del cinema: come sceneggiatore, e persino come attore.

Qui esercitò molte altre attività: insegnante all'Accademia d'arte drammatica, direttore della rivista 'Botteghe oscure', redattore di 'Paragone', collaboratore di quotidiani e altri periodici come 'La Fiera Letteraria', 'Nuovi Argomenti' e 'Il Mondo'.

Autore soprattutto in prosa (meno note sono le raccolte di versi), Bassani esordì nella narrativa con "Cinque storie ferraresi", libro pubblicato presso Einaudi nel 1956.

Nel 1958 fu la volta del lungo racconto "Gli occhiali d'oro", storia di una 'doppia diversità', nel quale si analizzano in parallelo, sul piano sociale e personale, due destini di 'isolamento', quello di un giovane ebreo e quello di un omosessuale (che da tale destino sarà infine spinto al suicidio).
L'opera più nota di Bassani resta comunque "Il giardino dei Finzi-Contini" (1962), vincitore del Premio Viareggio nello stesso anno (e che Vittorio De Sica porterà sullo schermo nel 1970), al quale si sono succeduti "Dietro la porta" (1964), "L'airone" (1968) e "L'odore del fieno" (1972). Tutti questi romanzi sono stati poi ripubblicati nel 1973, insieme a "Dentro le mura", nel "Romanzo di Ferrara".

Dopo un lungo periodo di malattia, segnato anche da dolorosi contrasti all'interno della sua famiglia, Bassani muore nel 1999.



Prime edizioni


Il giardino dei Finzi-Contini, Einaudi, Torino 1962 (qualche lieve variante nelle edizioni successive).





La trama

Il giardino dei Finzi-Contini è un romanzo autobiografico.

La decisione di raccontare la storia dei Finzi-Contini viene presa dal narratore una domenica di aprile, durante una gita di fine settimana. La narrazione inizia nella necropoli di Cerveteri, a nord di Roma. Le antiche tombe degli etruschi gli ricordano la cappella funebre dei Finzi-Contini nel cimitero di Ferrara. Dopo avere ricordato le vicende architettoniche della cappella e gli eventi del casato Finzi-Contini, la storia ha inizio.

La vicenda si svolge a Ferrara alla fine degli anni trenta.
La famiglia dei Finzi-Contini conduce una vita aristocraticamente appartata in una grande villa al centro di un immenso parco: il 'giardino' cui fa riferimento il titolo.

Il narratore, disperato per un brutto voto agli esami di licenza ginnasiale, viene consolato dalla coetanea Micòl, appartenente alla ricca famiglia ebrea dei Finzi-Contini.

L'amore sboccia all'istante, ma da quando la famiglia Finzi-Contini cambia sinagoga i due ragazzi non si vedono più.

Passano gli anni, e, alla promulgazione delle leggi razziali, il protagonista viene allontanato dal club del tennis; ma Micòl, sparita per quasi dieci anni, lo invita a giocare a tennis a casa sua. Infatti, i Finzi-Contini aprono i cancelli del loro giardino e del campo di tennis a un gruppo di ragazzi, ebrei e non ebrei, in parte coetanei di Alberto e Micòl.

Si forma così un gruppo di amici ventenni, costituito dal narratore, Micòl e il fratello Alberto, e l'amico operaio Giampiero Malnate.

Le giornate trascorrono spensierate nella quiete del giardino; Micòl e il protagonista passano lunghi momenti da soli passeggiando e parlando all'ombra degli alberi.

Ma nel momento in cui la loro relazione diventa complicata, Micòl parte, e va a laurearsi a Venezia. Il protagonista così comincia a trascorrere le giornate a casa di Alberto, in comnia di Malnate.

Ma quando Micòl ritorna e lui d'impulso la bacia, il loro legame comincia a incrinarsi, fino a quando, dopo mesi di vani tentativi, Micòl gli intima di lasciarla in pace, e di farsi vedere il meno possibile a casa sua.

E così il narratore comincia a frequentare Malnate, grazie al quale abbandona lentamente il mondo del giardino dei Finzi-Contini.

Dopo aver parlato con il padre, una notte il protagonista entra di nascosto nel giardino di casa Finzi-Contini e decide di abbandonare definitivamente Micòl e la sua famiglia.

Il romanzo termina in un breve epilogo di due ine in cui è narrata la fine di tutti i membri della famiglia Finzi-Contini: Alberto muore di un linfogranuloma maligno, gli altri vengono deportati nei campi di concentramento.

Malnate, invece, muore in guerra sul fronte russo.



I personaggi

I personaggi principali sono:


Il protagonista-narratore: non rivela in nessun punto del romanzo la sua vera identità; non ha un nome né un cognome, non ha una fisionomia (se non per vaghi tratti). È un amico dei Finzi-Contini: ebreo come loro, anche se di estrazione sociale meno alta e meno aristocratica, frequenta la comunità israelitica ferrarese ma, fortunatamente, non subisce lo stesso destino.



Micòl è una ragazza bionda, snella e nel complesso carina, di buona cultura, di notevole agilità fisica e in parte ribelle alle regole della casa, che non le permettevano di uscire dalle mura del giardino.


Alberto: fratello di Micòl, è un tipo alto e magro, sempre indeciso, tanto da non aver mai terminato neanche l'università; nella seconda parte del romanzo sembra avere una 'adorazione' per il Malnate.


Giampiero Malnate: non è di Ferrara, proviene da Milano e lavora con l'incarico di chimico in una fabbrica della zona industriale della città.



I personaggi che, pur intervenendo direttamente nella vicenda, non assumono un ruolo decisivo sono:


Il professor Ermanno

Il gruppo di amici che frequentano casa Finzi-Contini

I comni di scuola al liceo del protagonista.



I personaggi che assumono un ruolo indiretto nella vicenda sono:


I nonni di Alberto e Micòl

Gli zii di Alberto e Micòl.



I luoghi e il tempo


La vicenda si ambienta a Ferrara, in particolare nella villa dei Finzi-Contini.
Il protagonista ci fornisce inoltre minuziosi, accurati e intriganti scorci di diversi angoli di Ferrara e delle case private, in particolare la descrizione della sinagoga, della camera di Micòl e di Alberto, oppure le piazze di Ferrara.

La vicenda si snoda in un periodo che parte dal 1929 e che si conclude dopo circa 15 anni. Scarsi sono i riferimenti ad eventi storici. In particolare si fa riferimento al varo delle leggi razziali avvenuto tra il 1938 e il 1939.

La stessa vicenda può essere suddivisa, sia per quanto riguarda l'aspetto temporale, sia per quanto riguarda l'aspetto spaziale, in due parti: la prima parte è ambientata nel presente, nei dintorni di Roma, la seconda è ambientata in un tempo passato, quello del ricordo, nella città di Ferrara.



Tematiche e intenzioni dell'autore
La storia è incentrata sul rapporto del protagonista-narratore con la giovane Micòl Finzi-Contini. Fin dall'inizio Bassani pone l'accento sull'importanza fondamentale nella vicenda della giovane, al punto che, quando si chiude la vicenda di lei, s'interrompe anche quella del protagonista. Il linguaggio dell'intero libro è formale, solo quando interviene Malnate questo divento meno alto e attuale.

Commento


Il libro è stato molto interessante in tutte le sue sfumature. Mi sembra di conoscere Ferrara da sempre anche se non l' ho mai visitata.

Bassani in questo romanzo tratta temi duri e drammatici come le persecuzioni ebraiche in maniera piacevole, grazie all'intreccio tra la storia d'amore e l'emanazione di leggi razziali. Forse l'autore rende il libro un po' troppo pesante all'inizio, nella descrizione accurata della tomba di famiglia dei Finzi-Contini.








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