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L'Orlando Innamorato - Analisi del Proemio



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L'Orlando Innamorato

Analisi del Proemio


Sommariamente il testo può essere diviso in quattro sequenze:

l'inizio con il destinatario e l'espediente del manoscritto, la descrizione della sontuosa corte reale, aperta a tutti, l'entrata in scena di Angelica e la reazione che provoca l'arrivo di questa sugli invitati, soprattutto sui paladini.

La novità che inserisce il Boiardo è quella di aver composto un'opera creando un miscuglio di elementi appartenenti al ciclo bretone ed a quello carolingio, per questo l'autore parla di cose "nove".

Rispetto a quanto accadeva nel passato il Boiardo ha voluto dare una grande importanza all'amore facendolo addirittura diventare tema portante dell'opera, infatti il fatto che Orlando si innamori è così innovativo e degno di nota che l'autore cita proprio questo inaspettato cambiamento agli spettatori, con i quali vi è un rapporto molto diretto che si può notare in alcuni dei versi iniziali.

Altra cosa degna di nota è l'introduzione dell'artificio del manoscritto, metodo usato molti anni dopo dal Manzoni per il componimento de " I Promessi Sposi"; in questo modo si fa risalire l'origine dell'opera all'arcivescovo di Reims Turpino, il quale avrebbe scritto questa storia e poi l'avrebbe nascosta con il pretesto che quelle cose sarebbero dispiaciute allo stesso Orlando.



Il vero e proprio proemio si conclude con la descrizione di Gradasso, un emiro assai potente e ricco, il quale vuole conquistare la spada di Orlando, Durindana, e per far ciò decide di partire alla volta della Francia con un esercito di quindicimila cavalieri.

Il personaggio divenne poi così "caratteristico" che nel passare del tempo il suo nome divenne simbolo di una persona sbruffona.

La scena passa poi nella corte di Carlo Magno, nella quale sono presenti tutti i paladini provenienti da ogni parte del mondo e, per il fatto che quella è un'occasione speciale, vi sono addirittura i Saraceni.

Dalla descrizione del banchetto e degli invitati possono essere ritrovati tutti i valori cavallereschi ma allo stesso tempo vediamo l'entrata in scena di valori nuovi, più legati al mondo della ragione e dello studio, che tendono ad elevare l'uomo spiritualmente. Meritoria è anche la descrizione del banchetto attraverso la quale possiamo avere una fedele riproduzione delle vere pietanze che venivano servite in quel tempo.

Finita questa descrizione è il momento di Angelica che entra fra quattro giganti nella sala e la bellezza che sprigiona viene subito paragonata a quella di una stella la cui luce riesce ad abbagliare  ed a soverchiare le altre seppur belle dame.

Il ritorno all'ideale classico di bellezza è chiaro ed è ricorrente anche il fatto che ella, con un solo sguardo, riesca a fare innamorare anche i più duri di cuore.

L'apparenza però a volte inganna, infatti non appena Angelica rivolge la parola ad Orlando riusciamo a capire il vero intento della ragazza: indebolire le forze cristiane per far sì che Gradasso abbia via libera per poter raggiungere il suo scopo. Naturalmente la visione di Angelica turba profondamente i paladini presenti i quali, attirati dalla proposta che gli viene fatta (otterranno Angelica se batteranno suo fratello Argalia), sono ancora più attratti da così immensa bellezza.



Tutti cedono alla tentazione, persino Orlando, il quale capisce che innamorarsi non è una cosa adatta ad un tipo come lui che deve invece spendere tutta la sua vita a combattere per Dio, per il re e per la patria. Tuttavia neanche il paladino francese riesce a resistere; l'unica persona che capisce il vero intento di Angelica è Malagigi; un mago cristiano che legge nel cuore della dama e vede quali sono le sue mire.

Rileggendo il testo possono essere colti degli elementi che il Boiardo ha messo all'interno dell'opera per dare un tono più fiabesco al racconto; troviamo ad esempio il mago buono Malagigi, Argalia, il fratello di Angelica che porta con sé delle armi incantate ed i giganti che accomnano ed attorniano la dama mentre fa la sua entrata nella corte.

Tutti questi personaggi sono parte integrante delle fiabe del tempo e rendono più piacevole la lettura adattandola ad un pubblico più vasto della norma.

Il Boiardo ha inoltre pensato di rendere più attuale l'opera usando alcuni elementi provenienti dall'ambiente toscano ed altri che risalgono al mondo ano.

La godibilità del testo è dovuta anche da altri fattori tra i quali ricordiamo le ure retoriche quali l'iperbole o ancora l'ironia con la quale è trattata l'intera vicenda.






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