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La Scapigliatura - Fortuna critica della Scapigliatura



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La Scapigliatura


Caratterizza la seconda metà dell'Ottocento. Si sentiva da parte dei poeti una situazione di chiusura, di staticità sul piano culturale e sociale che i poeti cercano di superare, cercano in se stessi qualcosa di nuovo che si opponga in qualche modo a quei canoni vecchi della tarda letteratura romantica. In Italia tale situazione è più pesante: il Romanticismo italiano (a parte Foscolo, Manzoni, Leopardi) si caratterizzava come letteratura e poesia del Risorgimento, cioè i poeti vedono nella creazione poetica un modo per proandare gli ideali risorgimentali. Da un altro lato il sentimentalismo, l'interiorità che caratterizza la poesia romantica finisce per stemperarsi, in quei poeti meno dotati, in un sentimentalismo eccessivo, lacrimoso, i cui rappresentanti sono Prati e Aleardi.

È una poesia idilliaca, sentimentale, dai contenuti esausti, distruttivi. Questa cristallizzazione del Romanticismo in modi e forme ormai passate suscita reazioni molto forti da parte delle giovani generazioni. In particolare questo movimento della Scapigliatura si sviluppa a Milano, e più estesamente in Lombardia. È un fenomeno con caratteristiche geograficamente limitate perché proprio a Milano c'è un'aperta cultura dove ogni reazione può manifestarsi apertamente.



Il De Sanctis scriveva che ormai dopo questi grandi epigoni di Manzoni e Leopardi, la letteratura aveva bisogno di qualcosa di nuovo. I poeti dovevano ricercare nuove forme e contenuti e li avrebbero probabilmente trovati in una poesia che finalmente aderisse al vero e al reale, abbandonando la poesia sentimentale. De Sanctis aveva già intravisto le prime nuove manifestazioni della letteratura italiana; dall'altra fu profeta, in quanto la letteratura si spostò effettivamente verso il realismo. Il primo movimento che risponde al pensiero di De Sanctis è la Scapigliatura, che si sviluppa in Lombardia (1860-70). Croce lo definì: "un momento della letteratura italiana"; momento perché ebbe vita breve poiché non propose nulla di nuovo, non ebbe valore artistico, ma ebbe importanza storica come momento di rottura con la tradizione e come nodo culturale che unì il primo Romanticismo al terzo Romanticismo, che fu caratterizzato dal fenomeno del Positivismo.

Il termine Scapigliatura fu preso dal titolo di un romanzo di uno di questi letterati, Clepto Arrighi, "La scapigliatura e il 6 febbraio". Questo è una sorta di programma letterario dove sono espresse le esigenze fondamentale di questi nuovi poeti. Sono esigenze di rottura che si manifestano contro la politica. Ci si rende conto della distanza tra Nord e Sud, la destra storica e la sinistra; si caratterizza dalla nascita di nuovi problemi. Tutto ciò provoca un disagio esistenziale nelle nuove generazioni che rifiutano drasticamente tutto ciò che è passato: rifiutano il sentimentalismo, i temi patriottici, criticano aspramente la società in cui vivevano, in particolare la borghesia, e, poiché l'unico modo per dimostrare la loro opposizione è fare il contrario di quello fatto fino a quel momento. Ecco che la prima esigenza sul piano politico è la nuova adesione sul piano reale, non come avverrà con verga e Zola, non la realtà com'è, ma è la realtà brutta, orribile, disgustosa; aderiscono al vero in quelle manifestazioni in cui la realtà non è considerata in letteratura o poesia. Si vuole provocare prendendo in considerazione aspetti della realtà che per vergogna, pudore o buon gusto si cerca di nascondere. È un atteggiamento violento e di voluto scandalo. È una reazione contro il manzonismo, le sue tendenze di cattolicesimo liberale. Il Risorgimento è finito perché l'unità d'Italia è compiuta. In quanto tentativo di rivoluzione, la Scapigliatura porta contraddizioni e provvisorietà proprie di un momento rivoluzionario perché quando si cambia completamente, la tradizione dà un senso di sicurezza, e la rivoluzione non dà certezze subitanee: è una situazione di instabilità. Come tutti i giovani rivoluzionai che scalzano certezze ma non vogliono fornirne altre. La loro poetica non è ben definita, e un insieme di tematiche, di avanguardia ante litteram, è una rivoluzione contro la letteratura ufficiale (Manzoni), ribellione allo spirito francese. Da un lato critica aspra, dall'altro incapacità a proporre qualcosa di nuovo che sostituisca il vecchio.

Il portabandiera degli scapigliati è Baudelaire, diventa in particolare il testo programmatico "Hymne à la beauté" (trad. Inno alla bellezza) e la frase "est-tu ange ou demon?" (trad. Sei un angelo o un demone?) è il motto degli scapigliati i quali sono demoni, i romantici gli angeli perché portavano ideali positivi. Baudelaire dirà: "sprofondare nell'abisso per trovarvi del nuovo". Sono generazioni che cercano qualcosa di nuovo ma non si sa cos'è. Bisogna trovare nuovi mezzi. Ecco perché la ricerca del reale orribile. La Scapigliatura richiama lo spirito del primo Romanticismo, quello del Foscolo, dove c'è identificazione di arte  e vita.




Fortuna critica della Scapigliatura


Sono considerazioni nel tempo. Dai contemporanei non fu ben considerata. De Sanctis l'aveva duramente criticata: non apprezzava il modo in cui gli scapigliati aderivano al reale. Inoltre, appartenendo alla borghesia ed essendo un critico letterario, fu accusato dagli scapigliati.

Carducci li accusò di non avere ideali da proporre e di distruggere quelli che c'erano e li accusò di rifiutare qualsiasi forma di classicismo.

La Scapigliatura oggi è tornata ad essere interessante per la critica perché ci sono e continuano ad esserci due fatti culturalmente importanti:

Un faticosissimo, lento ma graduale superamento della critica crociana;

Il progressivo superamento di quel terrore che la parola fascismo provocava nelle coscienze.

Ora c'è una forte rivalutazione del futurismo; riscoprirlo significa recuperare quei movimenti di reazione sul piano sociale che al futurismo in qualche modo assomigliavano. Ci sono sempre punti di contatto tra Scapigliatura e futurismo. Croce non apprezzò la Scapigliatura: era autore del neo - idealismo; aveva affermato il concetto arte pura, fine a se stessa, dell'arte per l'arte; quindi è bella poesia o bella letteratura quella poesia o letteratura che non si propone di cambiare il mondo o propugnare ideali  o non si propone scopi ben precisi; quindi gli scapigliati, che avevano la funzione di ribaltare quello che c'era e, dal punto di vista formale, rifiutavano ciò che era considerato tradizionalmente bello, erano mal visti da Croce.

La letteratura fino all'Ottocento non è mai stata fine a se stessa. Il recupero della Scapigliatura è dovuto anche all'impostazione critica crociana. Si recupera la Scapigliatura con Walter Binni perché è alla base del decadentismo; il Sapegno considera la Scapigliatura come una tipica realizzazione, espressione del realismo e ne apprezza l'interesse per il vero anche se è manifestazione di cose poco ortodosse.








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