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Luigi pirandello - La Vita, I Temi Pirandelliani

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Luigi pirandello


La Vita

Nel 1913 Pirandello riscrisse I vecchi e i giovani, che venne pubblicato in volume da Treves. Nel 1912 pubblico' la raccolta di novelle Terzetti. La trappola, altra raccolta di novelle, usci' nel 1915, sempre per le edizioni Treves. In questi tre anni scrisse una cinquantina di novelle, tre cui Berecche e la guerra, in parte pubblicate in rivista , le piu' raccolte in volume. Nel Luglio del 1916 Angelo Musco porto' al successo Pensaci, Giacomino! Pirandello, stimolato dall' esito della commedia, scrisse altre opere teatrali: Il berretto a sonagli e Liola', entrambe presentate da Musco. Nel 1917 scrisse le commedie Cosi' e' (se vi pare), La giara e Il piacere dell' onesta', che vengono presentate lo stesso anno. Queste opere segnarono il passaggio dal verismo all' arte propriamente pirandelliana. Nel 1915 gli muore la madre, e si aggrava la malattia psichica della moglie iniziata nel periodo del disastro della zolfatara. Inoltre il lio Stefano venne inviato al fronte e cadde prigioniero. La guerra di Libia (1911-l912) termino' con la vittoria italiana sulla Turchia. L' introduzione del suffragio universale e il ritiro dell' appoggio da parte dei socialisti porto' Giolitti ad accostarsi ai cattolici. Le elezioni del 1913 videro la vittoria del blocco clerico-moderato, che da' al governo un' impronta conservatrice. Nel 1914 avvennero in Italia gravi disordini sociali, mentre era scoppiata la prima guerra mondiale a cui l'Italia intervenne il 24 Maggio 1915. Nel 1917 l' esercito italiano subi' a Caporetto una terribile sconfitta e contemporaneamente in Russia trionfa la rivoluzione bolscevica. In quegli anni morirono Pascoli e Capuana, amico di Pirandello che gli aveva aperto anni prima le porte alla mondo letterario romano e che gli permise di lavorare per il Marzocco e per La nuova Antologia. Intanto poeti come Ungaretti, Saba segnarono una nuova fioritura letteraria. Nel 1918 Pirandello scrisse Il giuoco delle parti e Ma non e' cosa seria, portati in scena rispettivamente da Ruggero Ruggeri e da Emma Gramatica sul finire del medesimo anno. Presso l' editore Treves usci' Un cavallo nella luna, ma nel 1920 lascio' questa casa editrice per diventare autore di Bemporad. Il 10 Maggio 1921 Dario Niccodemi rappresento' Sei personaggi in cerca d' autore, che provoco' contrasti nel pubblico e nella critica. Nel 1921 la lia Lietta si sposo' e si trasferi' nel Cile. Il 24 Febbraio 1922 venne messo in scena l' Enrico IV, mentre altre sue opere entrarono nel repertorio di molte comnie italiane. Nello stesso anno scrisse Vestire gli ignudi, mentre a Londra a a New York vennero rappresentati i Sei personaggi in cerca d' autore. Sempre nel 1922, Adriano Tilgher, amico e ammiratore di Pirandello, pubblico' Studi sul teatro contemporaneo, opera che pose le basi della critica pirandelliana. Conclusa vittoriosamente la prima guerra mondiale l' Italia entro' in uno dei periodi piu' tormentati della sua storia. Il ritorno di Giolitti al governo non ristabili' l' equilibrio politico. Mentre gran parte dell' Europa era scossa dalla lotta tra forze rivoluzionarie e forze conservatrici o reazionarie, nel nostro paese le agitazioni presero caratteri di violenza particolarmente aspri e prolungati. Nacquero il Partito Popolare e il Partito Comunista. L' impresa dannunziana a Fiume e i timori della piccola e media borghesia favorirono le correnti nazionalistiche. Mussolini guido' il movimento fascista che giunse al potere nel 1922. In Germania la lotta politico-sociale mise gia' in pericolo la repubblica di Weimar che raccoglieva l' eredita' del disciolto impero germanico. La Societa' delle Nazioni, fondata nel 1920, si mostro' incapace di ristabilire un equilibrio mondiale.



Superata la crisi per l' assassinio di Matteotti, che sembrava aver segnato la condanna definitiva per il governo fascista, Mussolini rafforza il suo potere. Nel 1925 venne soppressa ogni libertà e negli anni seguenti tutte le organizzazioni democratiche furono sciolte. Nel 1928 morì Svevo. Vennero pubblicati Ossi di seppia di Montale (1925). Nel resto dell' Europa nacquero nuove correnti letterarie tra cui i surrealisti, si affermarono autori quali Hemingway, Fitzgerald ed ebbe origine il cinema come nuovo mezzo espressivo. L' unico paese che non diede spazio alle nuove ideologie e alla creatività fu la Russia a causa dello stalinismo. Tra il 1931 e il 1936 Pirandello visse gli anni migliori della sua vita perchè, grazie al successo mondiale del suo teatro, fu costretto a viaggiare moltissimo. Il 9 Novembre 1934 ricevette a Stoccolma il premio Nobel per la letteratura. Scrisse i drammi Trovarsi (1932), La favola del lio cambiato (1933), Quando si e' qualcuno (1933), Non si sa come (1934), e I giganti della montagna. Quest' ultimo rimase incompiuto e andò in scena più tardi, a Boboli il 5 Giugno 1937. Scrisse inoltre un soggetto cinematografiche un libretto d' opera. Mori' il 10 Dicembre 1936.

Durante gli ultimi anni della sua vita la situazione mondiale peggioro' nuovamente perche' la Germania si apprestava a scatenare un attacco contro le potenze democratiche e contro l' Unione sovietica. In Italia venivano intanto pubblicate le opere di Saba, Ungaretti e Quasimodo. In Italia venivano intanto pubblicate le raccolte di poesie di Ungaretti, mentre a livello mondiale furono pubblicate alcune opere fondamentali di Freud. Tra il 1922 e il 1923 Pirandello scrisse gli atti unici All' uscita, L' imbecille, L' uomo dal fiore in bocca e L' altro lio e la commedia in tre atti La vita che ti diedi. Nel 1924 scrisse per il teatro Ciascuno a modo suo, nel 1927 Diana e la Tuda, nel 1929 Lazzaro, nel 1930 Come tu mi vuoi e Questa sera si recita a soggetto. Contemporaneamente riprese a scrivere novelle e romanzi: nel 1926 pubblico' Uno, nessuno e centomila. Stefano Pirandello , Orio Vergani, Massimo Bontempelli e altri fondarono a Roma un Teatro d'Arte: la direzione artistica fu assunta da Pirandello. In questa comnia debutto' Marta Abba, la giovanissima interprete che divenne in seguito l' ispiratrice dell' opera di Luigi Pirandello degli ultimi anni. Nel 1928, scioltasi la comnia pirandelliana, Marta Abba formo' una propria comnia che avrebbe portato ovunque il teatro di Luigi Pirandello.


I Temi Pirandelliani


Pirandello e' uno scrittore complesso, talvolta cervellotico nell'immaginare le situazioni in cui colloca i suoi personaggi, ma sempre ricco di inventiva e capace di sollecitare la partecipazione del lettore o dello spettatore.

I temi su cui egli ha maggiormente insistito nei suoi lavori letterari sono quello della solitudine dell'uomo e quello dell' illusorietà e dell' instabilità dei rapporti interpersonali. Per Pirandello, ogni individuo presenta agli altri una fisionomia molteplice e cangiante, inafferrabile proprio per la sua continua mutevolezza. E' come se ciascuno di noi avesse una, ma molte personalità, tutte diverse. A tizio appariamo in un certo modo, a Caio in un altro, a seconda dei nostri umori; ma anche a seconda del loro umore, che contribuisce a farci risultare in una luce sempre diversa.

Persino a noi stessi il nostro io manifesta, secondo i momenti, un volto differente: siamo capaci di bontà e di cattiveria, di generosità e di viltà, di affetto e di invidia. Come si vede, Pirandello avverte acutamente una certa crisi d'identità che il soggetto prova nei confronti di un mondo caotico e in continua trasformazione di una società (quella industriale) che ha distrutto la stessa possibilità di un'autentica intesa tra le persone.

Egli avverte, anche, una forte crisi di fiducia nell'oggettività delle cose e delle idee. Tutto ciò che rientra nel raggio della nostra esperienza non e' che un'apparenza illusoria; non ci sono certezze (tanto meno certezze scientifiche), ma solo dubbi, e una costante e convulsa ricerca di qualcosa che possa apare il nostro desiderio di felicità. E si pensi che egli scriveva in un'epoca caratterizzata da grandi entusiasmi per le possibilità nuove offerte dalla scienza: ma a cosa servono le conoscenze scientifiche, se l'uomo stesso è così fragile ed inafferrabile? Quasi a reagire a questo perenne senso di incertezza, i personaggi teatrali di Pirandello dialogano fittamente tra di loro. Essi vivono interamente in questo loro dialogo, che e' tutto intessuto di amare confessioni, di angosciose richieste, di finte indifferenze che celano in realtà il desiderio di sollecitare l'interessamento degli altri per i propri casi. Ma e' un dialogare tra sordi, tra gente che non si comprende: il vero volto di ciascuno sembra continuamente sfuggirci e quello che prima ci appariva uno strano burlone, magari un po' folle, di colpo ci appare come un uomo disperato, che porta dentro di sé una tragica esperienza.

La narrativa di Pirandello si ispirava, agli inizi del novecento, ai canoni del verismo. Inoltre apprese presto le regole del verismo seguendo la scia di Luigi Capuana, il quale rappresentava obiettivamente e descriveva attentamente ogni minimo particolare. Una delle leggi fondamentali era il principio dell'impersonalità. La realtà veniva ricostruita secondo una sua meccanica interna, attraverso la concatenazione rigorosa di causa ed effetti. Alla sua base si trovava una tendenza di natura vagamente sociale, un interesse per gli ambienti e le ure della piccola borghesia e del popolino, una spiccata predilezione per la casistica sentimentale e passionale al livello piu' comune, pur senza esclusione di situazioni tese e di colpi di scena spesso melodrammatici.






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