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MANIERISMO

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MANIERISMO

Questo termine deriva da una parola piuttosto recente(1500): maniera che stava ad indicare uno stile artificioso.

Nella creazione di questa nuova corrente la chiesa gioca , con lo strumento controriformistico, un ruolo fondamentale. Sul piano sociale ristabilisce un dogmatismo assoluto, utilizzando principalmente due metodi: la netta separazione del normale dal diverso (e quindi del lecito dall'illecito) a cui segue la normalizzazione dell'insolito o la sua esclusione; d'altra parte la chiesa cerca di omologare la cultura delle masse popolari, con la sua presenza massiccia all'interno delle varie tappe della vita dell'uomo. Inoltre si occupa della formazione del ceto dirigente per mezzo dei Gesuiti, che soffocarono la cultura (inquisizione, indice dei libri proibiti).

Se l'artista del rinascimento cantava l'uomo in equilibrio con la natura, adesso da un'immagine di disagio nei confronti dello spazio. L'intellettuale è un emarginato: non esiste più l'intellettuale a tutto tondo come Dante o di corte come Ariosto, vive nelle accademie, luoghi chiusi legati a una visione municipalistica, in cui si sente al sicuro, protetto dall'inquisizione: grande terrore del tempo. L'altra fondamentale inquietudine del tempo fu la scoperta copernicana, che potenzialmente avrebbe potuto aprire le porte del pensiero umano ma in realtà stravolse le convinzioni della maggior parte degli intellettuali costringendoli ad una visione relativistica della realtà e ad un ripiegamento sul proprio particolare.

Si parla di manierismo oltre che per l'arte anche per la letteratura del secondo '500, fino al sorgere delle prime manifestazioni della cultura barocca, ciò che conta non è ormai più l'invenzione di temi nuovi, ma la scoperta di nuovi sentimenti. Il problema del poeta è di dire le cose vecchie in modo nuovo attraverso una variazione particolarmente abile dello stile, dei modi e delle forme già note. Il segreto consiste nel riprendere i modelli insuperabili dei classici intrecciando variamente le situazioni e le vicende in modo da trasformare i discorso e farlo apparire diverso. Sorgono nuovi generi letterari che rappresentano non altro che la mescolanza dei generi antichi, secondo il principio dell'accumulazione: la favola pastorale è un esempio di questo ( l'Aminta tassiana). L'unico principio teorico che regola il principio dell'accumulazione è quello del decoro: l'ampliamento delle proporzioni, l'imitazione, che devono essere sottoposti al controllo della misura, che vieta ogni concessione al mostruoso, all'irregolare, al bizzarro e impone così una rigorosa attenzione allo stile.



Tasso: dissidio interiore: con Tasso è venuto meno l'ideale rinascimentale, per cui lo scrittore si sentiva interprete del suo tempo, invece egli si richiude in se stesso e pone in primo piano la propria vicenda di vita e di sentimento e la poesia tende ad essere confessione della propria intimità. Corte: Tasso ha una concezione ambigua della corte, sentita non più come nell'Ariosto, centro ideale di una vita di sereno equilibrio, ma come la possibilità di una vita lontana dalle preoccupazioni, tutta rivolta agli amori e alla poesia. Verosimiglianza: l'argomento del poema eroico doveva essere storico, ma ricco di meraviglioso e verosimile; è questo un accoppiamento difficile in apparenza contradditorio, ma Tasso è riuscito a congiungere i due caratteri evitando la monotonia di una narrazione tutta fondata sulla storia.






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