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NON CHIEDERCI LA PAROLA (Ossi di seppia)

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NON CHIEDERCI LA PAROLA  (Ossi di seppia)

Il poeta si rivolge all'umanità, abituata a farsi guidare dai poeti-vati, e la disinganna affermando di essere egli stesso uomo isolato, come tanti, e smarrito in un mondo incomprensibile e indecifrabile. La normalità della vita è deprecata, dal poeta: chi non si pone angosciosi interrogativi non vive appieno il suo essere uomo.Montale è consapevole che la poesia non può fornire certezze positive, non possiede formule miracolose capaci di comunicare i più profondi significati della vita, ma offrirci soltanto nostalgia e consapevolezza delle realtà negative dell'esistenza. L'autore stesso intende far presente che non è in grado di comunicare la verità; nemmeno lui ne è a conoscenza. 'Ho sempre bussato alle porte di quel meraviglioso e terribile enigma che è la vita. Sono stato giudicato pessimista, ma quale abisso di ignoranza e di basso egoismo si nasconde in chi pensa che l'uomo sia il dio di se stesso?'. Il poeta condanna l'orgogliosa sicurezza di chi confonde la propria condizione di limitatezza umana con la sublime grandezza degli dèi, e rappresenta la parte più oscura dell'uomo, che non si cura di ciò che è distruzione e che sta proprio fuori di sé.







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