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Oscar Wilde - "Il ritratto di Dorian Gray", Estetismo

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Oscar Wilde

Studia al Trinity College di Dublino (città dove era nato nel 1854), riuscendo poi a vincere una borsa di studio per Oxford. Qui, la sua brillante intelligenza è stimolata dalle lezioni del critico d'arte John Ruskin e da Walter Pater, il cui studio sul Rinascimento, dove si trova teorizzata una vita di intense emozioni estetiche, diviene una sorta di vangelo dell'estetismo. Si laurea a pini voti nel 1878, abbandona Oxford e si stabilisce a Londra, dove entra in contatto con i circoli artistici e i salotti mondani più in vista della città. Eccentrico e ammirato conversatore, atteggia pose stravaganti, pubblica una raccolta di Poesie (1881) e diventa ben presto, soprattutto in virtù di una vera e propria camna di autopromozione, uno dei personaggi più discussi della capitale e del paese. Amato, odiato, respinto, cercato, Wilde è il simbolo del nuovo movimento estetico e, al tempo stesso, il bersaglio polemico per eccellenza di quanti ad esso restano estranei. Per questo nel 1882, in occasione della rappresentazione di un'opera che ridicolizza l'estetismo, viene chiamato negli Stati Uniti per un ciclo di conferenze, con lo scopo di presentare il soggetto vivente della parodia. Ma Wilde non si lascia imbrigliare e, nonostante l'ostilità del pubblico, insiste, recuperando soprattutto l'insegnamento di Ruskin, sull'importanza del bello come antidoto agli orrori della società industriale. L'anno dopo è a Parigi, poi ritorna a Londra; qui si sposa e inizia un'intensa attività giornalistica.

Negli otto anni compresi tra il 1888 e il 1895 si concentra la maggior parte della sua produzione. Escono, infatti, le fiabe del "Principe felice" e di "Una casa di melograni"; i racconti del "Delitto di Lord Arthur Savile"; le riflessioni estetiche di "Invenzioni" e quelle politiche dell' "Anima dell'uomo sotto il socialismo", in cui lo scrittore ostenta un anarchismo idealizzante; il celebre romanzo "Il ritratto di Dorian Gray", manifesto dell'estetismo e del Decadentismo; le brillanti commedie "Il ventaglio di Lady Windermere", "Una donna senza importanza", "Un marito ideale" un vero e proprio capolavoro, "L'importanza di chiamarsi Ernesto". Ma la sua opera teatrale più famosa resta "Salomé", sensibile ritrascrizione, per l'attrice Sarah Bernhardt, di un classico mito decadente. Scritta in francese nel 1891 e colpita dalla censura britannica, questa "tragedia in un atto" viene rappresentata solo nel 1896, a Parigi, e non ottiene un gran successo, né di pubblico né di critica. Pesa forse su quest'incomprensione anche la dura condanna (due anni di lavori forzati) subita da Wilde nel 1895 per omosessualità, a causa della relazione con il giovane lord Alfred Douglas.



La vicenda segna a fondo lo scrittore e ne decreta pressoché la fine. Wilde è solo, abbandonato da tutti, eccezion fatta per pochi fedeli amici, come, ad esempio, quel Robert Ross che sarà suo esecutore testamentario e che nel 1901, a un anno dalla morte, dà alle stampe gli "Aforismi", l'ultima splendida testimonianza della profonda riflessione sottesa all'apparente frivolezza e al fine, illusionistico gioco di una scrittura che è invece estremamente efficace, nella sua limpida e, a tratti, feroce critica nei confronti della società inglese fin de siècle. Dell'esperienza della reclusione resta "La ballata del carcere di Reading", certamente la più nota delle poesie. In prigione scrive anche parte del "De Profundis", che è una lunga epistola indirizzata ad Alfred Douglas, in cui lo scrittore accusa l'amico di essere stato la causa della sua rovina. Muore nel 1900 a Parigi, dove si era trasferito subito dopo aver scontato la pena.

"Il ritratto di Dorian Gray"

Dorian Gray, un giovane bellissimo di cui Basil Hallward sta eseguendo il ritratto, desta l'attenzione di Lord Henry Wotton, che gli rivela il senso della bellezza, bene straordinario ma transitorio, degno quindi di essere intensamente vissuto. Lasciatosi sedurre da queste teorie, Dorian si abbandona, in comnia di Lord Wotton, alla ricerca dei più sfrenati e capricciosi piaceri; tuttavia, per un sortilegio, ha ottenuto di poter conservare intatto l'aspetto fisico, mentre si deturpa e invecchia, al posto suo, il ritratto. Rimproverato duramente da Basil Hallward, lo uccide; il ritratto assume fattezze sempre più oscene e Dorian, per far tacere l'atto di accusa della coscienza, lo squarcia con un coltello. A questo punto muore, trasformandosi nel cadavere di un vecchio disgustoso, mentre il ritratto riprende il suo antico splendore, conservando intatta la bellezza di Dorian. Il significato allegorico della parabola esalta il valore assoluto e imperituro dell'arte, che trionfa su tutte le brutture e bassezze della vita.

Estetismo

Atteggiamento culturale che conferisce la priorità ai valori estetici, e come tale ritiene l'arte, astratta dalle ingerenze con la vita storica e pratica, la più alta espressione dell'uomo, e a essa subordina tutta la sfera della vita umana. Ricerca del bello.






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