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PIRANDELLO - Umorismo, Contrasto forma - vita, Depersonalizzazione, Relativismo gnoseologico, Epifania

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PIRANDELLO


Umorismo (sentimento del contrario): Pirandello attraverso le sue novelle più che divertirci ci costringe a pensare, a metterci davanti allo specchio per guardare di fronte e dentro a noi stessi. Infatti egli affida un ruolo speciale e primario alla riflessione, che giudica, analizza e scompone il sentimento. Per distinguere la comicità, semplice avvertimento del contrario, dall'umorismo, frutto del sentimento del contrario, Pirandello ricorre al celebre esempio della vecchia signora " tutta goffamente imbellettata e parata di abiti giovanili", che a prima vista può suscitare il riso. Ma se attraverso la riflessione si comprende che ella si comporta così, soltanto per trattenere a sé l'amore del marito più giovane, allora da quel primo avvertimento del contrario si passa al sentimento del contrario. A differenza, dunque, dello scrittore comico, l'umorista non può veramente ridere, oppure ride di un riso amaro. Per Pirandello la vita è un inseparabile miscuglio di tragico e comico e l'arte, attraverso l'umorismo, ne coglie gli inganni e le illusioni. In " Ciaula scopre la luna" lo scrittore non s'accontenta della maschera grottesca e caricaturale di Zi' Scarda nell'atteggiamento della lacrima bevuta, ma approfondisce ulteriormente l'analisi del personaggio dal grottesco al tragico, quando racconta la tragedia della morte del lio. Secondo la tecnica dell'umorismo Pirandello si preoccupa di rendere le vicende paradossali, di portare all'eccesso certe situazioni, di rappresentare ure fisiche deformi, perché vuole rispecchiare l'assurdità dell'esistenza, dominata dalla sofferenza, incomprensione e solitudine. Nella volontaria utilizzazione della maschera di iettatore a lui imposta, Chiarchiaro nella " Patente" si rivela un personaggio umoristico e il commosso abbraccio del giudice esprime la pietà stessa di Pirandello nei confronti dell'amara vicenda.



Contrasto forma - vita (maschera): la vita è il succedersi degli impulsi più profondi del nostro io, invece la forma è il prodotto dei condizionamenti morali e comportamentali imposti dalla società e che impediscono il libero espandersi della vita. L'uomo di Pirandello, quindi, non è libero e sincero. Talvolta egli prende coscienza della propria condizione di solitudine, di alienazione e avverte il peso insopportabile dei rapporti sociali, allora prova ad evadere dalla forma nella quale si trova a vivere come fanno, ad esempio, Mattia Pascal, l'impiegato Belluca in "Il treno ha fischiato" o l'avvocato della " Carriola", ma ogni tentativo è inutile. Alla fine sono tutti costretti a ritornare nella propria forma, perché non si può vivere fuori di essa. Proprio questa impossibilità di liberarsi dai condizionamenti sociali, crea quel continuo conflitto uomo - società, i cui esiti sono la pazzia ( di Belluca), il suicidio ( di Mattia Pascal) o la dolorosa accettazione della realtà di Chiarchiaro. Proprio quest'ultimo caso è per me il più tragico di tutti, perché il protagonista della "Patente", intrappolato senza scampo nella rete dei pregiudizi, è costretto a recitare una parte non vera e a fingere, allora sceglie consapevolmente l'atteggiamento di maschera.

Depersonalizzazione ( guardarsi vivere): significa prendere le distanze dal vivere, per osservare se stessi come prodotti degli schemi sociali. Allora si osserva la propria forma dall'esterno e si scoprono le parti morte della vita: vedersi vivere è come vedersi morire. E' l'esperienza che varie volte capita di vivere a Mattia Pascal ed è quella del protagonista della novella "La carriola", che di fronte alla targa sulla porta di casa, con il suo nome e cognome e i relativi titoli professionali, vive una sensazione di estraneità da se stesso. Evidente è il contrasto tra la vita reale che il personaggio sta vivendo e la vita che avrebbe voluto vivere e che a tratti nel passato aveva realmente vissuto. Tale sdoppiamento porta il protagonista al rifiuto non solo dei ruoli sociali, ma anche di quelli familiari. Il protagonista conclude la sua riflessione di guardarsi dentro, prospettando l'atto segreto che egli compie, come una quotidiana vendetta contro la vita inautentica, che è costretto a vivere.

Relativismo gnoseologico (sfaccettarsi della verità): dal contrasto tra vita e forma, affiora in tutte le novelle un senso relativistico della realtà: non vi è niente di oggettivo, vi sono tante verità quanti sono gli individui. Ogni individuo, quindi, può avere della realtà un'idea che non coincide con quella degli altri. La nostra personalità non solo non corrisponde alla verità a causa dell'ambizione, dell'egoismo, dell'interesse e delle convenzioni sociali, ma è come una maschera che ci viene imposta dal di fuori e che noi siamo costretti a portare controvoglia. Questa molteplicità del reale porta al superamento di un principio essenziale del verismo: l'esistenza di una realtà oggettiva e la negazione del valore conoscitivo della ragione. "La signora Flora  e il signor Ponza" è una delle più famose novelle di Pirandello centrate su questa visione non più univoca del mondo; ne deriva una realtà inconoscibile e una verità individuale diversa che non combacia con quella degli altri.

Epifania ( rivelazione): i personaggi pirandelliani più tipici sono di solito colti dall'autore nel momento in cui accade loro di prendere coscienza, in seguito ad un'improvvisa rivelazione, della propria condizione alienata. Si pensi, ad esempio, al fischio del treno, che rivela inaspettatamente e in modo sconvolgente all'impiegato Belluca la tragica realtà della sua vita o ancora alla discesa nell'inconscio che il protagonista de " La carriola" vive dopo aver letto nella targa d'ottone, posta sulla porta di casa, l'inconsistenza della sua stessa identità. Non c'è mai un'evoluzione positiva del caso, ma addittura si arriva a scelte tragiche, paradossali, come un atto trasgressivo, che consente di sfuggire alle opprimenti responsabilità del ruolo di avvocato oppure l'evasione in una dimensione diversa dalla realtà ne "Il treno ha fischiato". Al contatto con la natura si legano spesso le "epifanie" vissute dai personaggi pirandelliani. La scoperta della luna che illumina la notte ha per Ciaula una funzione liberatoria e consolatoria.

Grottesco: il termine deriva dai graffiti preistorici presenti nelle grotte e rimanda a qualcosa di buffo, che, però non fa ridere e suscita piuttosto compassione ( "La patente" Chiarchiaro e giudice D'Andrea ; "La giara" Don Lollò e Zi Dima).



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