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PREROMANTICISMO, NEOCLASSICISMO

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PREROMANTICISMO

Non esiste una poetica preromantica (come invece esistono la poetica romantica e decadente); è più corretto parlare di "sensibilità, o gusto, preromantica". Essa si distingue dal razionalismo imperante nel '700, derivato dall'Illuminismo. Queste tendenze antirazionalistiche si possono riscontrare nei numerosi fenomeni culturali del tardo '700: dal mito del "buon selvaggio" di Rousseau, al gusto per la poesia sepolcrale notturna, al gusto per la poesia "ossianesca", allo "Sturm und Drag" ("tempesta e assalto"), fino al Neoclassicismo.

Il tema del "buon selvaggio" ha goduto di larga fortuna anche nell' '800 (v. Leopardi) ma ha la sua radice nell' "Emilio" (romanzo pedagogico di Rousseau), in cui lo scrittore invita i giovani ad abbandonare la corrotta Parigi e i miasmi della civiltà razionalistica, per ritornare nel grembo vergine della natura. In pratica è un invito a lasciare le complicazioni del mondo civilizzato per rientrare nella dimensione di una vita istintuale e innocente nell'abbraccio con la natura che è buona (altre tracce si riscontrano in Ungaretti, nel quale la natura viene vista come mitico Eden sottrattoci).

Quanto alla poesia sepolcrale notturna, essa ha goduto di larga fortuna in Gran Bretagna, dove il successo arrise a opere come "Elegia sopra un cimitero di camna" di T. Gray e "Le notti " di Young in cui si fa strada un sentimento dolente e pauroso del vivere che contrasta con l'ottimismo imperante della cultura illuministica.



Dal canto suo, il poeta scozzese Macpherson riscosse grande successo con il suo poema "I canti di Ossian" da lui attribuiti a un mitico poeta scozzese medievale, per l'appunto Ossian (tradotti in tutta Europa con enorme successo. In Italia furono tradotti da Melchiorre Cesarotti, linguista filosofo, che ricevette grandi elogi per questo). I canti di Ossian sono ambientati in un Medioevo selvaggio, misterioso, dominato dalle lotte, dalle gesta eroiche, e in cui traspare anche una cupa visione della vita unita alla consapevolezza dello scorrere del tempo e della distruzione che a poco a poco si impadronisce di ogni cosa.

Quanto allo " Strum und Drag" ("tempesta e assalto"), si tratta di un movimento sorto in Germania nel 1770 sostenuto da letterati che poi sarebbero diventati delle grandissime personalità della letteratura tedesca (es. Goethe e Schiller). Questo movimento si scaglia con impeto contro tutte le pretese egualitarie dell'Illuminismo, nel nome del genio del singolo, che è assai differente tra soggetto e soggetto e che deve manifestarsi in assoluta libertà, senza vincoli, senza regole precostituite, senza imposizioni politico-sociali. Lo "Strum und Drag" si muove in una duplice direzione: da un lato sul piano letterario (postulando l'assoluta libertà delle regole / l'artista deve essere libero di mostrare il suo genio), dall'altro sul piano sociale (rifiuto di ogni dittatura politica / i principi tedeschi avevano infatti dei profondi sospetti verso questo movimento).

E' in questo humus che nasce quel "mito del ribelle" che trova la sua massima esemplificazione nei "Masnadieri" di Schiller e che poi proseguirà con la cultura romantica: il ribelle è colui che non accetta le regole sociali, è un anticonformista e accetta in pieno l'estremo sacrificio pur di gridare i suoi ideali e le sue idee

[Richiami a "Saul" di Alfieri (proprio la sconfitta è il marchio della grandezza dell'eroe).]

[Richiami a "Re Lear" di Shakespeare (la sventura dà fascino all'eroe).]


NEOCLASSICISMO.

La critica moderna è concorde nel riconoscere al Neoclassicismo una radice neoromantica, in quanto esso esprime, nel suo profondo, un desiderio di evasione dal presente verso un passato remoto che può essere recuperato solo sul filo della nostalgia, del sogno. L'artista neoclassico avverte profondamente le disarmonie del presente e aspira a recuperare una remota armonia fondata su una bellezza perfetta che lenisce le ansie dell'uomo.

Il movimento neoclassico nasce con l'archeologo tedesco Winckelmann che dopo aver partecipato in Italia alle camne di scavo di Pompei e quindi dopo aver riportato alla luce tante testimonianze dell'età classica, pubblica nel 1764 la sua "Storia dell'arte dell'antichità" (dopo qualche anno tradotta anche in italiano), che diffuse in Europa il verbo neoclassico.

[Quest'opera influenzò, inoltre, l'ultima parte de "Il giorno" di Parini, in particolare il Vespro e la Notte.]

Secondo Winckelmann l'arte deve perseguire il supremo ideale della bellezza, che deve intendersi come armonia delle forme, ed è proprio l'arte antica (quella greca in particolare) che ha realizzato questo ideale di bellezza e armonia. Secondo Winckelmann la statuaria greca di Fidia, Policleto e Prassitele ha raggiunto l'apice dell'armonia, basti pensare al cosiddetto "chiasmo di Policleto" che esige una perfetta armonia di volumi. Inoltre la statuaria greca è connotata da una calma grandezza e da una serena armonia, nel senso che in essa non trovano spazio le passioni umane (che esistono, ma sono interiorizzate). Si pensi alla statua di Laocoonte, in cui il padre sventurato non grida il suo dolore (infatti la conformazione della bocca non lo consentirebbe), ma esprime piuttosto un sospiro pieno di strazio. ["Laocoonte" è anche il titolo di un grande saggio sul Neoclassicismo scritto dal filosofo e scrittore tedesco Lessing.] Un altro esempio è il "Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria" del Canova (il più grande scultore neoclassico europeo). Il sepolcro della giovane principessa è a forma di piramide (richiamo al Classicismo) e pieno di ure di diversa età che si dirigono verso l'ingresso, accettando con dolente dignità il loro destino. L'arte greca non conosce l'urlo, il grido esibito, ma il dolore composto e trattenuto, che si manifesta come una serena accettazione delle avversità. L'opera neoclassica deve essere esente da ribellioni e grida, deve essere serena e pacata, immune dalle passioni del momento presente. A proposito della serenità dell'opera neoclassica, Winckelmann afferma che essa deve essere " come il mare, che è calmo nei suoi abissi, anche quando la superficie è agitata dalle tempeste".

Da cosa si distingue il Neoclassicismo dai vari classicismi che hanno accomnato la storia europea (es. Cultura umanistico-rinascimentale e l'Arcadia)? I movimenti precedenti volevano recuperare solo gli stilemi e gli aspetti esteriori dell'antichità, mentre il Neoclassicismo va molto più a fondo, volendo recuperare l'anima, i valori spirituali e gli ideali di vita degli antichi (è quindi più profondo e autentico). E' ravvisabile, insomma, nel Neoclassicismo quella che i tedeschi chiamano " Sehnsucht" cioè una aspirazione nostalgica verso un lontano eden di armonia che si contrappone alle inquietudini del vivere presente.

Il Neoclassicismo, tuttavia, non si esaurisce nella dimensione sentimentale e nostalgica (verso i valori classici) appena tratteggiata, ma assume, in numerosi poeti, connotati superficiali in quanto la classicità, lungi dall'essere il luogo ideale dello spirito, è più semplicemente un serbatoio di belle immagini mitologiche con le quali abbellire i propri versi. Definiamo questo secondo modo di intendere il Neoclassicismo come scenografico o ornamentale. Esso ebbe il suo campione in Vincenzo Monti, così come il Neoclassicismo sentimentale è incarnato soprattutto dalla poesia di Foscolo (nei Sonetti e nelle Odi). Il confronto fra l'ode montiana "Al signor di Montgolfier" e l'ode foscoliana "All'amica risanata" chiarisce in modo esemplare la citata distinzione fra i due Neoclassicismi.



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