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Pasolini, Pier Paolo



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Pasolini, Pier Paolo


Costituisce una delle personalità più importanti e rappresentative della letteratura del dopoguerra. La sua infanzia e la sua prima giovinezza si svolsero principalmente fra il Friuli e Bologna, dove frequentò l'università e fu allievo del grande storico dell'arte Roberto Longhi. Esordì nel 1942 con la raccolta Poesie e Casarsa, in dialetto friulano. Nel 1955 pubblicò l'importante romanzo Ragazzi di vita, seguito nel 1959 da Una vita violenta e nel 1962 da Il sogno di una cosa, la prima delle sue opere narrative. Nel 1957 era frattanto apparsa la raccolta di versi Le ceneri di Gramsci, seguita l'anno dopo da L'usignolo della chiesa cattolica, composta da poesie del quindicennio precedente. Altri due volumi escono nel 1961 (La religione del mio tempo) e nel 1964 (Poesia in forma di rosa). La ura di P. assunse in questo periodo un rilievo pubblico che andava al di là dell'ambito letterario. Lo scrittore fu infatti vittima di un compiaciuto scandalismo reazionario che ebbe anche conseguenze giudiziarie ma contro il quale si schierò la difesa della migliore cultura italiana. L'attività artistica di P. si allargò, a cominciare da questo stesso periodo, anche al cinema.

Ne derivarono opere contenutisticamente significative e di alta qualità espressiva: Accattone, Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo , Uccellacci e uccellini . Il cinema divenne anzi l'interesse predominante di P., che in seguito trovò la sua espressione nella reinterpretazione di grandi classici narrativi: Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte. Nel 1972 apparve la sua ultima raccolta di versi, Trasumanar e organizzar e nel 1973 un dramma sul problema del potere, Calderon. Dobbiamo anche ricordare l'attività di studioso e critico, svolta principalmente sulle riviste Officina, Paragone e Nuovi Argomenti e parzialmente raccolta nei volumi Passione e ideologia ed Empirismo eretico. La polemicissima sua collaborazione al Corriere della Sera, imperniata su provocatori attacchi al 'Palazzo', è in buona parte reperibile negli Scritti corsari, apparsi in libreria nel 1975, l'anno stesso della tragica morte del poeta. Contemporaneamente usciva sugli schermi il discusso film Salò o le 120 giornate di Sodoma.



Gli elementi caratterizzanti l'opera letteraria di P. sono due: lo sperimentalismo linguistico e l'analisi del mondo popolare, considerato principalmente nella componente del sottoproletariato urbano romano. Il primo si svolge sotto il segno di una tensione naturalistica ed espressionistica, vista come soluzione del rapporto poesia-realtà, cioè dell'impegno civile della poesia rispetto a una realtà storica e sociale che da essa permane distinta.

Il secondo si svolge sotto il segno di una tensione individualistica e vitalistica, vista come soluzione del rapporto esistenza-realtà, cioè della situazione dell'artista in una realtà storica e sociale che permane con esso contraddittoria (Bologna 1922 - Roma 1975).







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