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RELAZIONE SULLA MANDRAGOLA - Niccolò Machiavelli

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RELAZIONE SULLA MANDRAGOLA


Titolo: Mandragola

Tipologia commedia

Autore Niccolò Machiavelli

Periodo di stesura




NICCOLO' MACHIAVELLI: nasce il 3 Marzo a Firenze; viene eletto segretario della Repubblica e poco dopo sposa Marietta di Luigi Corsini, dalla quale avrà sei li. Nel 1512 con il ritorno dei Medici a Firenze viene allontanato dai suoi incarichi e imprigionato e torturato, con l'accusa di aver partecipato alla congiura antimedica. Nello stesso periodo scrive il Principe,, seguono la Mandragola e La vita di Castruccio Castracani. Vine poi incaricato di scrivere la storia di Firenze e riceve 100 fiorini l'anno. Nel 1527 col sacco di Roma, e la restaurazione della Repubblica riacquista il ruolo da cui era stato estromesso (1512) e muore a Firenze il 21 Giugno.


TRAMA: Un giovane di nome Callimaco Guadagno, andato a vivere a Parigi, ma Italiano, si trovò un giorno in disputa con fiorentino di nome Camillo Calfucci. L'argomento della discussione era quali fossero le donne più belle tra le francesi e le italiane; quest'ultimo accanito sostenitore delle italiane, pose come esempio una sua parente, la moglie di messer Nicia Calfucci, di nome Lucrezia. Queste parole fecero innamorare immediatamente il giovane e generarono in lui una tale curiosità di vedere la donna, che partì da Parigi e tornò a Firenze. Qui si mise subito a lavoro, pensando ad un modo per poter dichiarare il proprio amore alla donna. Per compiere ciò, si fece aiutare da un tale di nome Ligurio, il quale era spesso invitato ai suoi pranzi e del suo servo Siro. Ligurio con molta astuzia riuscì a trarre in inganno messer Nicia, utilizzando il problema di quest'ultimo che non riusciva ad avere un lio, facendo assumere a Callimaco la ura di un grande medico, molto colto, che aveva studiato anche a Parigi, il quale lo avrebbe potuto aiutare a risolvere il suo problema. Ligurio inoltre, si servì anche della madre della donna Sostrata, poiché ella era molto diffidente di tutti, essendosi trovata in difficili situazioni proprio per risolvere il medesimo problema. Tramite uno stratagemma inventato da Ligurio e l'ennesimo aiuto da egli trovato in padre Timoteo, Callimaco riuscì ad entrare in contatto con Lucrezia e a dichiararle il proprio amore. Lucrezia a questo punto lo accettò come amante, preferendo un giovane vigoroso, ad un uomo di una certa età quale messer Nicia, che sicuramente non era adatto ad una giovane donna.


CALLIMACO: il personaggio di Callimaco rappresenta una novità rispetto all'innamorato della produzione comica precedente. Mentre quello è un innamorato che travolto dalla passione non riesce ad agire, è impotente, in Callimaco, come ci è presentato all'inizio del testo, è presente un desiderio di azione, ha un profilo nettamente più attivistico. Durante lo svolgimento della vicenda però Callimaco cambia, poiché diventa sempre più passivo, finendo per essere "manovrato" da Ligurio.


NICIA: il personaggio di Nicia rappresenta la ura dello "sciocco"; ura che già rientrava nella tradizione della commedia (famosi esempi nel Decameron), e nelle opere più recenti del Bibbiena, al quale Machiavelli guardava. Ma a questo topos M. introduce una novità: Nicia, infatti durante il corso del racconto, diventerà espressione di una classe e dei suoi valori, in un preciso contesto storico. Questo conferisce alla Mandragola la fisionomia di testo "politico", ossia di meditazione sulla crisi di una società. Il fatto di esser chiuso in piccoli orizzonti provinciali, senza averne coscienza e addirittura pensando di aver vissuto una giovinezza "randagia" e il fatto di essere ricco e di avere il problema di doversi assicurare un erede , contribuiscono comunque a delinearne la ura di maledicente.


LUCREZIA: la descrizione del personaggio di Lucrezia, emerge dai discorsi degli altri, ma assume una grande consistenza. Il suo personaggio segue un iter simile a quello di Callimaco, ma al contrario;

Ella da personaggio passivo, strumentalizzato dagli altri, diventa attivo, entrando in contatto con la Fortuna. Quest'ultima che in un primo momento era stata da ella rifiutata, viene dunque accettata come forza troppo superiore alla quale non ci si può imporre.


FRATE TIMOTEO: frate Timoteo è un frate che non fa discorsi religiosi, ma in ogni momento discorsi economici. Fin dall'inizio la sua ura è completamente descritta, egli è completamente corrotto. Proprio per questo la ura di frate Timoteo può essere considerata una finestra sulla corruzione del clero dell'Italia del 500. Nei suoi discorsi non c'è mai un espressione che sveli in lui la sua nessuna fede, la sua ura, anche se pacifica, di cattivo ministro di Dio. Egli riesce  tramite molta astuzia, a modificare i contenuti della morale cristiana senza farlo risaltare.


LIGURIO: Ligurio è il regista di tutto, è colui che guarda più lontano di tutti; tutela Callimaco prevedendo il suo futuro e preparandolo (nei termini del comportamneto). La sua ura è quella dell'eroe machiavellico: egli rappresenta la mente, l'artefice dell'inganno. Principali caratteristiche del personaggio sono l'estrema ingegnosità e piena sicurezza, che lo guidano a trovare sempre una soluzione per tutto.


SOSTRATA E SIRO: entrambi i personaggi hanno un ruolo rilevante; sono ambedue risorse che Ligurio usa per portare avanti il suo stratagemma. Sostrata deve convincere Lucrezia ad andare da frate Timoteo, e Siro partecipa attivamente agli ordini di Ligurio e Callimaco.


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