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SCHEDA DI ANALISI PER LA LETTURA DELL'ILIADE



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SCHEDA DI ANALISI PER LA LETTURA DELL'ILIADE




1)La dimensione del tempo nel racconto epico dell'Iliade

Il poema narra gli eventi di una cinquantina di giorni: si apre con l'ira di Achille e, il campione dell'esercito acheo che, in reazione a una prepotenza perpetrata nei suoi confronti dal capo della spedizione Agamennone, abbandona le battaglie e si ritira. Si innescano così una serie di rovesci e di sconfitte dell'esercito acheo, sia perché esso ha perso il suo più valido guerriero, sia perché Zeus, il re degli dei, ha stabilito di dare la vittoria ai Troiani fino a che Achille non avrà avuto soddisfazione. Segue poi la narrazione di una serie infinita di scontri e di duelli in uno dei quali Patroclo, l'amico più caro di Achille, viene ucciso da Ettore, il campione dei troiani. Spianto da desiderio di vendetta, Achille riprende le armi e, in un duello finale, uccide Ettore. La scena dei funerali di questo eroe è l'ultima narrata dal poema.


3) Il ruolo dei personaggi

Gli eroi sono i personaggi principali del poema: tra di loro il ruolo di protagonisti spetta indubbiamente a Achille ed Ettore.

Gli eroi sono forti, aitanti e temerari (Diomede), maestosi (Agamennone), leali e generosi (Patroclo), intrepidi e potenti (Aiace): essi incarnano la aretè, la virtù guerriera. La loro azione è finalizzata all'affermazione del proprio onore (timè) e al conseguimento della gloria che si ottiene con la dimostrazione del proprio valore in battaglia. Anche quando si affermano per la loro intelligenza e si impongono per la loro eloquenza, come Odisseo, sono sempre e prima di tutto guerrieri. Il sentimento che li caratterizza è l'ira focosa; la loro dote maggiore è la potenza omicida.



Accanto agli eroi vi sono gli anti-eroi, come per esempio Tersite, che Omero descrive con un corpo deforme e un animo meschino. Egli rappresenta la ura dell'anti-eroe, cioè del personaggio che ha caratteristiche opposte a quelle dei guerrieri che affollano l'Iliade. La kalokagathia costituisce un codice di rappresentazione fisica e un codice di rappresentazione del comportamento cui si sono uniformate molte immagini create dalla cultura e dalla letteratura greca antica. Tersite, che ha difetti e brutture fisiche, è caratterizzato anche da comportamenti presentati come deteriori: è vigliacco, sfrontato e meschino, petulante e, quando è sconfitto, piangnucolare. Ecco perché è proposto dal poeta come la caricatura fisica e morale del guerriero, l'antieroe per eccellenza.


5) I sentimenti presenti nel poema: dall'ira all'amicizia, dall'amore al rancore e all'odio.

IRA/RANCORE/ODIO = La contesa tra Achille e Agamennone ed il rancore che ne deriva sono il fulcro del Libro I. L'ira è il sentimento dominante negli eroi e ne spiega le reazioni: è irato Agamennone con Calcante che gli predice sempre sventure; è irato il re quando pretende di non essere l'unico "indonato" tra gli Achei; è irato Achille quando scopre che Agamennone non vuole recedere dalle sue pretese e quando, colpito dalle parole del re, vorrebbe mettere le mani alle armi per vendicarsi immediatamente. La sua decisione di ritirarsi dalla battaglia è dettata dallo stesso sentimento. Non si tratta, però, esclusivamente di un'alterazione del comportamento dovuto a un carattere forte e orgoglioso: il fatto che Criseide venga sottratta ad Agamennone e che questi a sua volta sottragga Briseide ad Achille costituisce un fatto grave. Per un eroe greco, infatti, il bottino è strettamente connesso all'onore: esso costituisce il riconoscimento del suo valore e lo testimonia davanti a tutti. Il fatto di vedersi sottratta la preda di guerra diventa quindi un oltraggio inaccettabile perché mette in discussione davanti a tutti (siamo nell'assemblea degli Achei) l'onore dell'eroe. Da qui l'ira che sconvolge gli animi.


7) La concezione teologica: il ruolo degli dei.

Gli dei svolgono un ruolo fondamentale nelle vicende narrate dai poemi omerici: essi infatti con le loro decisioni e i loro interventi diretti determinano ogni mutamento e sviluppo della storia e intervengono anche a promuovere comportamenti particolari di singoli eroi. In un certo senso, tutto ciò che appare inatteso o inspiegabile è opera degli dei. Per esempio, se l'irato Achille so autocontrolla nello scontro con Agamennone,  questo avviene per l'intervento diretto di Atena che gli consiglia moderazione e prudenza; se Odisseo interviene per arginare la fuga degli Achei verso le navi, è perché la stessa Atena glielo ha suggerito. Gli dei possono perfino rendere folli anche i più saggi o far diventare saggi gli stolti. L'insieme degli interventi degli dei omerici (cioè il cosiddetto apparato divino del poema) ha, secondo alcuni critici, una funzione puramente poetica e serve semplicemente per mettere in moto o spiegare l'azione. Secondo altri esso invece risponde anche a una precisa concezione religiosa che vede negli dei le cause prime di tutto ciò che avviene agli uomini e nel mondo.




8) Il linguaggio e lo stile

L'Iliade presenta, dal punto di vista formale ed espressivo, tutti i tratti che codificano il cosiddetto stile epico che è caratterizzato da un tono grandioso e solenne e dalla oggettività: il poeta-narratore non interviene a commento delle azioni, si limita a coordinare con brevi raccordi gli eventi, a stabilire nessi temporali, a conferire realismo attraverso le similitudini. Un altro tratto specifico dello stile è la presenza massiccia di epiteti fissi e la iterazione di formule e di interi blocchi di versi. Accanto alla formularità relativa alle strutture linguistiche, l'Iliade si caratterizza per la presenza di una vasta gamma di temi formulari, ovvero di interi blocchi narrativi che si articolano in una serie fissa di motivi.

EPITETO = In Omero gli epiteti accomnano regolarmente il nome proprio di eroi, di dei e di popoli: Achille è identificato dall'epiteto piede rapido ma anche da glorioso e da divino, Ettore è elmo lucente o elmo abbagliante; Atena è occhio azzurro, Era è la dea dai grandi occhi; gli Achei sono schinieri robusti, e i Teucri domatori di cavalli. Gli epiteti compaiono anche accanto a nomi di cose: le navi sono sempre nere, veloci, concave o buoni scalmi; l'asta è ombra lunga, le strade della città di Troia sono ben fatte; il mare è di volta in volta urlante, sonante, divino, canuto, color di viola, infecondo. Anche le località sono contraddistinte da epiteti fissi: Tebe Ipoplasia è selvosa, Pilo è sabbiosa, Itaca è petrosa. 







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